GP d'Australia, storia di una gara sottosopra

Formula 1

Simone De Luca

Michael Schumacher e Damon Hill in Australia (1994) - Foto: Getty Images
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Ventidue anni di storia, colpi di scena, vittorie memorabili. Il film del GP d'Australia attraverso gli episodi chiave ed i protagonisti che hanno fatto la storia del tracciato

Per toglierci dall'imbarazzo andiamo in ordine cronologico. Ripercorrere la storia del Gran Premio d’Australia e scegliere solo alcuni episodi: 1985, Adelaide. La prima edizione vede l’ultima vittoria di Keke Rosberg in carriera.
Dei flash, dei momenti da ricordare, non è cosa semplice. Perché "down under" si è corso o come ultima gara della stagione, con emozioni di titoli da assegnare, ritiri e ultime vittorie o come apertura di mondiale con debutti, monoposto e valori in campo tutti da scoprire.

1986 - Una gomma che esplode, Mansell che perde il mondiale e dovrà poi aspettare sei stagioni per rifarsi.

1991 - La gara più corta della storia, l’ultima del tre volte campione del mondo Nelson Piquet. Venticinque minuti, diciassette giri, quattordici per la classifica ufficiale e una vittoria di Ayrton Senna nell’anno dell’ultimo mondiale.

1993 - Si corre ancora ad Adelaide come ultima gara della stagione. Ultima. mai parola fu più azzeccata per descrivere una corsa: è la gara dell’addio definitivo di Prost dopo il quarto titolo e l’ultima vittoria, appunto, per Ayrton Senna. Con quella stretta di mano sul podio che segnò la fine vera della più feroce e affascinante rivalità della storia della Formula 1.

1994 - I protagonisti sono già altri: Hill e Schumacher. Il primo titolo del tedesco arriva con quel contatto secco, violento, forse anche galeotto. Tutto regolare, si direbbe nel calcio. E primo di 7 mondiali in bacheca.

1996 - Cambio di circuito, si arriva a Melbourne, e di calendario: prima gara della stagione.
Prima amara per Schumacher in Ferrari: ritiro per problemi di freni.

2000 - L'anno che inaugura il dominio della Ferrari. Arriva la prima delle 3 vittorie consecutive (4 in totale) di Schumacher a Melbourne. Dominio all’Albert Park e dominio nel mondiale.

2001 - Esordiscono in Formula 1, in rigoroso ordine alfabetico: Fernando Alonso, Enrique Bernoldi, Juan Pablo Montoya e Kimi Raikkonen. Il futuro è ancora da scrivere ma insieme intanto sono arrivati a 59 vittorie e tre titoli mondiali. E senza l’aiuto di Bernoldi.

2005 - La sveglia va messa ancora prima del solito: le qualifiche del sabato interrotte per un nubifragio con Fisichella in pole provvisoria, vengono terminate alla domenica. Il romano parte in pole e vince la sua seconda gara in carriera.

2007 - Il primo dell’era post Schumacher. A prendere il suo posto in Ferrari arriva Kimi Raikkonen. Esordio con vittoria davanti ad Alonso e ad un promettente debuttante: un certo Lewis Hamilton.

2011 - Prima e unica vittoria di Vettel in Australia. Con il numero 1 sul muso dopo il titolo dell’anno prima, Seb si avvia a dominare una stagione in cui vincerà per ben 11 volte.

2014 - Praticamente più cronaca che storia: vince Nico Rosberg che contenderà fino all’ultima gara, quella di Abu Dhabi con punteggio doppio per intenderci, la vittoria nel mondiale a Lewis Hamilton. Ma Melbourne 2014 segna soprattuto l’esordio delle Power Unit, mostri tecnologici e futuristici che rappresentano la F1 del futuro. Segna l’ultima grande rivoluzione in pista. L’ultima prima di questa Motorevolution 2017.