Chi parte bene in Australia, è già a metà dell'opera. Il tedesco può toccare ferro, ma i numeri parlano chiaro: in 13 delle ultime 21 edizioni chi ha vinto a Melbourne si è poi aggiudicato il titolo
La vittoria di Sebastian Vettel nel Gran Premio d'Australia ha dato segnali più che incoraggianti sulla competitività della Ferrari. Un successo che per Maranello mancava da un anno e mezzo, e se questo non basta per tornare a essere ottimisti in vista del Mondiale, ci sono numeri che lasciano a bocca aperta. Nelle ultime 21 edizioni, per 13 volte chi ha vinto a Melbourne ha poi vinto il Mondiale. "Il momento del pit stop, in cui Vettel supera Hamilton, rappresenta un momento simbolico del weekend - ha spiegato Leo Turrini a Sky Sport 24 -. Un sentimento di rinascita collettiva perché erano tanti anni che la Rossa non riusciva a sfruttare la gomma come le Freccia d’argento. È un segnale importante che dovrà essere confermato. Quest'anno si è in presenza di regole completamente nuove. Quello visto ieri è che la Ferrari è più veloce della Mercedes. Hamilton è entrato in anticipo ai box non perché impazzito, ma perché, nel tentativo di tenere dietro il tedesco, aveva già 'usurato le scarpe'. La Ferrari negli scorsi anni sembrava che con le gomme non ci capisse nulla, ieri invece si è intuito che qualcosa è cambiato".
E ora la Mercedes si trova a dover fare i conti con la pressione: "Non sono abituati - prosegue Turrini -. Hanno vinto 51 degli ultimi 59 Gp ed erano convinti di potersi permettere qualunque cosa. Hanno rimandato Hamilton in pista dietro Verstappen immaginando che la superiorità del mezzo avrebbe permesso al pilota inglese di saltare la Red Bull senza problemi, ma si sono sbagliati".
L'importanza delle qualifiche - Dopo l'euforia per il successo di Melbourne, è già tempo di proiettarsi al prossimo Gp, in programma in Cina. "Fondamentali saranno le qualifiche - spiega -. In questa nuova F1 infatti i sorpassi in pista durante la gara saranno difficilissimi perché le vetture e le gomme sono più larghe e perché la configurazione aerodinamica rende impraticabile prendere la scia della macchina che ti precede. È questo il grande interrogativo a cui la Ferrari deve dare una risposta". Negli ultimi 2 anni solo una volta Vettel si è piazzato in pole position. Dal sabato di Shanghai si capirà se questa progressione rossa sarà in grado di offrire a Vettel e Raikkonen una vettura più veloce della Mercedes anche al sabato.
Vettel come Schumacher? - I paragoni sono sempre difficili, addirittura scomodi se ti trovi a doverli fare con un mito come Schumi. ma c'è un "filo rosso" che unisce Michael e Seb, come spiega Turrini commentando un'immagine che ha ben chiara in mente: "Nel Gp di Interlagos del 2012 Vettel conquistò il suo ultimo titolo con la Red Bull, beffando Alonso di 3 punti. Quello fu anche l'ultimo Gran Premio di Schumacher, che dopo la gara andò in cerca di Seb nel paddock e lo abbracciò come uno zio fa con un nipote che si è laureato. Un'immagine che trasmette un senso di continuità, quasi dinastica".