Hamilton-Vettel, fallo e reazione a Baku. Come in Giappone nel 2007

Formula 1

Carlo Vanzini

Si chiama brake testing e manda in tilt i piloti: il botta e risposta tra Hamilton e Vettel a Baku è un'entrata a gamba tesa cui ha fatto seguito un fallo di reazione. In F1 lo fa chi è davanti e poi chi insegue gli fa pagare qualcosa. Al britannico era già capitato nel 2007 in Giappone. Stavolta, in fin dei conti, al tedesco della Ferrari va bene così

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Entrata a gamba tesa e fallo di reazione, possiamo sintetizzare così, il botta e risposta tra Hamilton e Vettel. Il brake testing è la cosa che più fa chiudere la vena ai piloti. Generalmente chi è davanti lo fa a chi segue per fargli pagare qualcosa, in questo caso è una consuetudine di Hamilton, già protagonista di un fatto simile nel 2007 in Giappone, con Webber e Vettel alle sue spalle, costretti a prendersi tra loro per evitare proprio Hamilton.

Nessuna penalità allora per Hamilton, poi nella ghiaia nel gran premio successivo e mondiale perso praticamente lì, nessuna penalità oggi e protezione per la testa che si stacca a costringerlo a un pit stop supplementare e alla fine quinto alle spalle di Vettel. Quasi ci fosse una giustizia oltre a quella sportiva. Hanno esagerato entrambi, protetto dal regolamento Hamilton, platealmente, troppo, a farglielo notare Vettel. Stop and go, podio perso e 3 punti sulla patente, non lontano dal rischio di finire i punti e avere uno stop di un GP.

Ma alla fine, a mente fredda, per lui meglio così per la sfida mondiale con allungo di due punti su Hamilton, che fin lì invece ne stava recuperando sette. Un più 14 invece di un più 5, anche se Vettel era convinto che la gara poteva  anche vincerla. La sfida che stiamo vivendo ha un sapore medievale e i due cavalieri sono al limite tra di loro, un limite che le tensioni e i momenti, portano a superare. Fin dove si spingeranno ce lo dirà un mondiale questo, bellissimo e tirato, punto su punto e adesso si, sempre più, ruota ruota.