F1, tra Vettel e Hamilton è scattata la guerra psicologica

Formula 1

Marta Abye

In questo sport si vince anche grazie all'atteggiamento mentale, e quanto accaduto a Baku lo spiega. In passato Prost-Senna hanno dato vita a un altro grande duello. Ma non sono gli unici...

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Che Lewis Hamilton sia un grande provocatore non è una novità. Sebastian Vettel ha poi ceduto oltrepassando il limite. Questo è un fatto. La verità però, è che non è nulla di nuovo, anzi possiamo dire che questa è l'essenza della Formula 1 . Le guerre psicologiche tra i grandi rivali nella massima serie ci sono sempre state. C'è chi è bravo a fare pressioni al limite del regolamento e c'è chi cede al nervosismo. Quando non riesci a battere il tuo rivale in pista, provi a farlo con questi escamotage, così è stato e sempre sarà. 

Ci sono passati tutti i grandi del passato, basta ricordare i duelli tra Schumacher e Villeneuve. Oppure quello tra Senna e Prost nel famosissimo gp di Suzuka 1989 quando Prost chiuse  provocando il contatto con Senna, una mossa che permise al francese  di conquistare il titolo, per poi subire la rivincita del suo rivale l'anno successivo. Persino Hamilton all'inizio della sua carriera si è trovato dall'altra parte della barricata, gli anni in Mclaren sono stati tossici per l'inglese che con Alonso ha subito capito come funzionava la Formula 1.

Dopo dieci anni il giovane Hamilton è diventato un pilota d'esperienza, che sa come lottare fuori e dentro la pista. Certo non può sempre andar bene: nel 2016 ad Abu Dhabi infatti l'inglese era in testa alla corsa ma rallentò vistosamente, per cercare di mettere in difficoltà il compagno di squadra Rosberg che inseguiva, per farlo raggiungere e magari sorpassare da Vettel e Verstappen. Una mossa che non ha avuto successo. Resistere alle pressioni di Hamilton è stato sfiancante per Rosberg, ma alla fine ce l'ha fatta, ha trovato un modo per non cogliere le provocazioni ora Vettel dovrà trovare il suo.