Ferrari, in Brasile la vittoria che allontana i dubbi. Il bilancio dopo Interlagos

Formula 1

Carlo Vanzini

La Ferrari ha vinto, la Mercedes continua a far paura. Ma la Rossa è super competitiva: solo gli episodi e la forza di Hamilton non hanno consentito a Vettel di lottare fino alla fine. Da Interlagos un segnale che dà più consapevolezza sul valore del team, soprattutto al "mondo esterno". Un risultato che può diminuire le forti pressioni che a volte incidono sul lavoro

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La Ferrari ha conquistato un successo del quale aveva, sportivamente parlando, dannatamente bisogno. Mancava dall'Ungheria e per evitare un futuro di dubbi, nel lavoro invernale ormai prossimo con più consapevolezza della propria forza, è stato fondamentale. La macchina è super competitiva, solo gli episodi e la forza di Hamilton, non hanno consentito alla rossa e a Vettel di lottare fino alla fine, ma serviva un sigillo per renderne partecipe anche il mondo esterno per diminuire le forti pressioni che a volte incidono e non poco sul lavoro. 

La Ferrari ha vinto, ma la Mercedes fa paura, guardando alla rimonta straordinaria di Hamilton, non tanto per la posizione, quarto alla fine, ma più per il distacco da Vettel, soli 5”. Anche Vettel in Malesia aveva rimontato come un forsennato, ma il suo ritardo dal primo era comunque di quasi 40”. 

Bisogna però considerare, nell'analisi, che in Brasile la Mercedes, oltre ad aver avuto una safety car a favore, ha ribaltato la macchina di Lewis potendo dargliene così una perfettamente assettata per la corsa e non il solito compromesso obbligatorio, con il parco chiuso, tra giro secco e durata.  

Abu Dhabi quindi diventa un'altra tappa importante, non per il mondiale già chiuso ovviamente, ma per capire da dove ripartirà il lavoro invernale negli equilibri tra Mercedes e Ferrari e anche per dare un senso all’inspiegabile Red Bull, fortissima dove non ti aspetti e anonima dove avrebbe dovuto andare forte.

Il bottino Ferrari non è male anzi, 5 pole come in totale dal 2010 al 2016 e 5 vittorie, come nel 2010, ancora incrementabili, rappresentano un gran salto in alto, ma deve alzare ancor di più l’asticella, soprattutto in qualifica per non partire sempre all’inseguimento, perché nel 2018 i se e i ma non reggeranno più, dovrà per forza essere l'anno buono.