La Ferrari, dopo anni di “buio” tecnico è tornata a fare scuola. Il merito va dato al team di ingegneri guidati dal Direttore Tecnico Mattia Binotto tra i quali Simone Resta, David Sanchez ed Enrico Cardile hanno un ruolo di primo piano
LA QUARTA GIORNATA DI TEST A BARCELLONA IN TEMPO REALE
La zona all’avanguardia della Ferrari SF70H era sicuramente quella delle fiancate che, come è stato osservato durante le prime presentazioni 2018, è stata presa come punto di riferimento da diversi team. Alcuni di questi hanno adottato una soluzione “copia e incolla” mentre altri, come la Red Bull, ha cercato di estremizzarla. Estremizzazione che abbiamo visto anche sulla Ferrari SF71H dove gli aerodinamici di Maranello sono riusciti ad evolvere se non addirittura a migliorare il corpo centrale della monoposto.
Anche i progettisti degli altri team hanno compreso che posizionare le bocche del raffreddamento in alto permette di convogliare molta aria nella zona critica della macchina. A Maranello, però, sono andati oltre, collocando le prese d’aria in una posizione arretrata rispetto alle soluzioni più classiche in modo da aumentare la distanza tra la ruota anteriore e la bocca di raffreddamento laterale. Tutto ciò per facilitare la gestione dei flussi in uscita dall'ala anteriore e controllare meglio gli effetti negativi generati dalla scia dei grossi pneumatici anteriori Pirelli.
Un’altra soluzione Ferrari che è stata ripresa da vari team è quella dei supporti a doppio pilone che si attaccano al profilo principale con una sorta di “collo di cigno”. La Ferrari ha scelto tale soluzione dopo la modifica del regolamento tecnico dello scorso anno che ha costretto ad una collocazione diversa dell’ala posteriore. Fino al 2016 si andava a bucare lo scarico e si saliva quasi perpendicolarmente sul profilo principale dell’ala. A partire dal 2017 questa scelta non è più stata possibile ed i tecnici in Rosso hanno deciso di utilizzare il doppio pilone che va ad attaccarsi direttamente alla struttura deformabile. Altri, invece, hanno collocato un piccolo “cerchiello” che avvolge lo scarico dove è stato ancorato il mono-pilone di supporto.