Erano le 14.17 del 1° maggio 1994 quando durante il GP di San Marino, alla curva del Tamburello, la Williams Renault del pilota brasiliano terminò tragicamente la sua corsa. Fu anche il weeknend della morte di Ratzenberger
Ci sono storie per le quali il tempo non passa e non può passare. Situazioni in grado di consegnare un "semplice" uomo all'eternità. Come nel caso di Ayrton Senna. Sono passati 24 anni dalla tragedia di Imola, ma il ricordo del pilota brasiliano è sempre lì, indelebile monito di una Formula 1 romantica e terribile al tempo stesso; come esempio di un campione strepitoso ma anche di un uomo di grande spessore. Erano le 14:17 del 1° maggio 1994, in un weekend che aveva già scosso il mondo dello sport per la morte di Roland Ratzenberger. Erano le 14.17, dunque, quando durante il GP di San Marino, alla curva del Tamburello, la Williams Renault del pilota brasiliano terminò tragicamente la la sua corsa.
"È come se fosse ieri - racconta Leo Turrini -. Chiunque ha nel cuore la velocità e l'automobilismo, non può dimenticare quell'aggiacciante doppio appuntamento con il lutto indelebile. Prima morì il milite ignoto della F1, Ratzenberger, poi toccò alla star assoluta Senna. Io li ho visti quei due ragazzi nell'obitorio di Bologna e ho capito che chiunque si mette al volante di una vettura da GP merita rispetto e ammirazione. E lo merita al di là del talento individuale. Entrambi hanno lasciato un vuoto".