Formula 1, GP Italia. Monza, ogni curva una storia

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Monza, Prima Variante (foto: Sutton Images)

La leggenda dell’autodromo di Monza attraverso le sue curve, non dei semplici numeri ma pagine di storia

Il GP d’Italia è in diretta su Sky Sport F1 e Sky Sport Uno e in streaming su Skysport.it. La gara domenica 2 settembre alle 15.10 (pre dalle 13.30)

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L'INFERNO ROSSO CARICA LA FERRARI: "DOPPIETTA"

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Sull’asfalto di Monza si è scritta la storia del motorsport. La pista, costruito nel 1922 in occasione del 25esimo anniversario della fondazione dell’Automobile Club Milano, è secondo per anzianità solo ad Indianapolis tra i circuiti permanenti ancora in uso. La prima configurazione, progettata da Alfredo Rosselli, era costituita da una pista stradale con sette curve e da un anello ad alta velocità con due paraboliche. Nel corso degli anni il layout ha subito varie rivisitazioni, spesso per aumentare gli standard di sicurezza, fino ad arrivare alla configurazione attuale che risale al 2000.

Prima Variante, quando Senna perse il GP d'Italia a 3 giri dalla fine

Introdotta nel 1972 per limitare la velocità in ingresso alla Curva Biassono, e più volte ridisegnata, la Prima Variante è una chicane destra-sinistra molto secca. Le F1 attuali arrivano lanciate dal rettilineo principale a circa 320 km/h e, frenando per 140 metri e 2,6 secondi, percorrono la variante a 84 km/h.
Qui nel 1988, in un’annata completamente dominata dalla McLaren, Ayrton Senna, rimasto unico pilota del team in gara visto il ritiro di Prost e comodamente in testa alla corsa, quando mancavano tre giri alla fine tenta doppiare la Williams di Jean Louis Schlesser. Il francese, presente a Monza per sostituire l’infortunato Nigel Mansell, si tocca con la monoposto del campione brasiliano, che ha la peggio ed è costretto al ritiro. Dietro le Ferrari di Berger e Alboreto si ritrovarono in testa, portando a casa un’insperata ed incredibile doppietta Rossa, poche settimane dopo la scomparsa di Enzo Ferrari.

Curva Biassono: Alesi e la on board camera

Chiamata comunemente Curva Grande è intitolata al vicino comune di Biassono, appunto. Si tratta di un lungo curvone verso destra che le F1 attuali percorrono in pieno fino ad arrivare alla Variante della Roggia.
Qui, al 32esimo giro del rocambolesco GP d’Italia 1995, dalla Ferrari di Alesi, leader della corsa, si stacca la telecamera on board che colpisce e disintegra il braccetto della sospensione dell’altra Ferrari di Berger che segue, costringendolo al ritiro. A sette giri dal termine arriva il ritiro anche per il francese, poteva essere una doppietta Rossa e invece a vincere è la Benetton di Hebert.

Variante della Roggia: Schumi vs Hill

Originariamente era una semplice curva chiamata “della Roggia” per via del piccolo corso d’acqua che scorreva nelle vicinanze. Il layout è stato modificato per ridurre la velocità nel 1976 trasformando la curva in una chicane che da quel momento diventa la Variante della Roggia o Seconda Variante. Nel 1995 la chicane è protagonista di un incidente tra Michael Schumacher e Damon Hill, i due finiti nella ghiaia per poco non vengono alle mani.

Lesmo 1: Hakkinen nel fumo, passa Schumi

Si hanno prime notizie delle Curve di Lesmo dal 1927 quando, la Curva delle Querce cambiò nome in “Curvetta di Lesmo”. Lesmo è un comune adiacente il parco di Monza ed ospita molti eventi di contorno nel weekend di gara. Alla Lesmo 1 si ricorda un sorpasso incredibile di Michael Schumacher ai danni di Mika Hakkinen. Gran Premio d’Italia 1998, la lotta mondiale tra la Ferrari e la McLaren è al massimo della tensione. A gettare benzina sul fuoco ci pensa la gara di Spa dove Coulthard (compagno di squadra di Hakkinein) viene accusato di aver ostacolato il campione tedesco della Ferrari. Si arriva a Monza con la tensione alle stelle. Coulthard è leader del GP ma il suo motore va in fumo confondendo Hakkinen che viene passato da Schumacher alla Lesmo 1. Il tedesco vincerà il GP e il rivale finlandese chiuderà quarto.

Lesmo 2: Lauda vince quasi in notturna

Situata a meno di 200 metri dalla Prima Curva di Lesmo, è, come la gemella, immersa nel verde. Inizialmente si chiamava Curva dei 100 Metri a causa della breve percorrenza, nel1927 divenne la Curva del bosco dei Cervi e solo negli anni a venire assunse il nome di Lesmo 2. Attualmente è una curva abbastanza lenta, a differenza della configurazione passata (da oltre 240 km/h), e si percorre a circa 160 km/h.
Il 10 settembre 1978 Jody Scheckter va a sbattere contro il guard-rail alla Lesmo 2 nel giro di formazione. La gara era già stata fermata dopo il terribile incidente al via che costerà la vita a Ronnie Peterson.
Partenza ritardata alle 18.15 e gara ridotta a 40 giri, vinse Niki Lauda nel giorno della sfida tra Andretti (che si laureò campione del mondo) e Villeneuve, entrambi penalizzati. QUI LA STORIA DI QUEL GIORNO

Variante Ascari: in memoria del “Maestro”

Variante velocissima che si percorre a circa 200 km/h dopo il rettilineo che segue la seconda curva di Lesmo. È una sinistra - destra – sinistra che porta le monoposto verso la Curva Parabolica. Fino al 1972 venne chiamata Curva del Platano o del Vialone (visto che passava sopra il viale di accesso all’Autodromo) prima di cambiare definitivamente nome nel 1955. È dedicata alla memoria di Alberto Ascari, morto in quel punto del circuito il 26 maggio dello stesso anno, pochi giorni dopo l’incidente in cui finì nell’acqua del porto di Monaco. Nel 1972 venne realizzata la chicane che prese il nome di Variante Ascari, successivamente modificata nel 1974.

La Parabolica e la Sopraelevata: monumento ai tempi eroici

Ultimissima curva del tracciato porta sul rettifilo principale. Chiamata Curvette nei primi anni di vita del tracciato perché composta da due curve a destra collegate da un brevissimo rettilineo. Negli anni seguenti prende la denominazione di Curve del Porfido per via della pavimentazione, fatta appunto in porfido.
Dal 1955, quando viene ricostruita, diventa per tutti la Curva Parabolica.  Il tracciato di Monza, in realtà, è famoso anche per le altre due paraboliche, quelle dell’anello ad alta velocità, da tempo dismesso. Passeggiando per il Parco della Villa Reale di Monza, nei pressi dell’Autodromo, si incontrano ancora le imponenti sopraelevate in cemento, monumento ai tempi eroici dell’automobilismo.

Foto da Twitter e Sutton Images