Il successo di Raikkonen e l'ennesimo errore di Vettel: la Ferrari lascia Austin tra certezze e perplessità, anche se segnali di ripresa sono evidenti. Hamilton ha ora 70 punti di vantaggio su Seb a tre gare dalla fine del campionato. In Messico per il britannico sarà praticamente una formalità vincere il titolo
Luci e ombre: il fine settimana in Texas ha evidenziato una volta di più le due facce di questa Ferrari. Quella serena e a modo suo entusiasta di Kimi Raikkonen che dopo cinque anni e 113 gran premi è tornato alla vittoria in maniera cristallina. La gara del finlandese è stata perfetta: dalla scatto in partenza grazie al quale ha sorpassato Hamilton dalla seconda posizione, alla gestione gomme che gli ha permesso di fare una sola sosta, al contrario del pilota della Mercedes costretto ai box due volte. Il finlandese ha portato per primo al traguardo una rossa tornata veloce e competitiva come non la si vedeva da tre gare. A stridere con tutto questo non è tanto il quarto posto finale di Sebastian Vettel, quanto l’ennesimo errore del tedesco che ancora una volta al primo giro si è trovato dopo un contatto con Ricciardo a dover ricostruire la gara dal fondo, come in un film già visto. Se a Austin la Ferrari ha ritrovato la vera forza della sua monoposto la prossima missione è quella di ritrovare il suo capitano, perché la sensazione è che in questo momento il tedesco non sia per niente un pilota sereno per vari motivi, professionali e non solo. A rimandare la vittoria del quinto titolo di Lewis Hamilton in effetti ci hanno pensato Raikkonen e Verstappen. L’olandese ha dato spettacolo una volta di più con una grande rimonta dalla diciottesima alla seconda posizione. Ma con 70 punti di vantaggio su Vettel a tre gare dalla fine del campionato in Messico per Hamilton sarà praticamente una formalità. Gli basterà infatti un settimo posto e le luci del quinto titolo saranno tutte per lui.