Formula 1, dopo il Messico la sfida Ferrari – Mercedes non è finita
Formula 1Positiva la gara della Ferrari a Città del Messico dove è riuscita a portare le due monoposto sul podio e, grazie a questo risultato, Mercedes non si è laureata campione del mondo costruttori. Ecco cosa ha funzionato e cosa no nell’ultimo GP nei due top team
Ferrari ha dimostrato di avere un’ottima monoposto, in grado di adattarsi a tutti i circuiti
E’ stato un fine settimana positivo per la Rossa che è riuscita a concludere la gara al secondo e al terzo posto. La Red Bull è sembrata essere imbattibile, ma la SF71H su una pista che non ne esaltava le caratteristiche ha ben figurato soprattutto se comparata con Mercedes.
La Ferrari non ha particolarmente brillato in qualifica, ma in gara ha fatto la differenza nei confronti dei rivali anglo-tedeschi nella gestione delle gomme. La scuderia di Maranello ha lavorato molto bene in termini di setup ed ha sacrificato un po’ le prestazioni in qualifica per riuscire a sfruttare gli pneumatici sulla lunga distanza. I problemi di graining ci sono state anche sulle monoposto italiane, ma solo Red Bull è riuscita a gestirli in modo migliore.
Le difficoltà maggiori si sono viste nel primo stint soprattutto se confrontiamo i tempi dei due piloti di Maranello con Verstappen. L’olandese è stato costantemente il più veloce in pista e poteva tranquillamente proseguire per altri giri nonostante i suoi tempi fossero in peggioramento. Ferrari, invece, ha preferito allungare la prima parte di gara con il blistering che si è fatto sentire specialmente a metà dello stint per poi andare a pulirsi progressivamente e questo lo si nota con il miglioramenti dei tempi sul giro.
Al pit stop entrambi i piloti hanno montato le Super Soft, ma hanno utilizzato una strategia di gara completamente diversa. Raikkonen ha pensato esclusivamente a gestirle e così facendo è riuscito a terminare la corsa con una sola sosta ai box. Vettel, invece, ha dovuto attaccare per riuscire a scavalcare Ricciardo ed Hamilton.
Proprio per questo motivo il pilota tedesco ha dovuto effettuare un’ulteriore sosta che aveva anche lo scopo di mettere pressione a Red Bull che, molto abilmente, ha coperto la scelta del muretto di Maranello visto anche il grande vantaggio che aveva Verstappen su Sebastian.
Vettel dopo il pit stop ha recuperato piuttosto agevolmente il gap che lo separava da Ricciardo, ma nonostante gomme molto più fresche, non è riuscito a scavalcarlo. Ha dovuto approfittare del ritiro del pilota australiano per ottenere il secondo posto, anche se vedendo le prestazioni delle due monoposto, è molto probabile che il tedesco sarebbe riuscito a scavalcare Ricciardo anche in pista.
Raikkonen ha fatto una gara piuttosto solitaria ed ha pensato esclusivamente a gestire gli pneumatici e questo gli ha permesso di concludere la corsa in terza posizione approfittando del ritiro di Ricciardo e dei problemi delle due Mercedes.
Cosa sta succedendo in casa Mercedes?
Il team anglo-tedesco per la seconda gara consecutiva non è stato tra i protagonisti a causa dei noti problemi agli pneumatici che hanno rallentato Hamilton e Bottas. Problemi di natura completamente diversa rispetto a quelli di Austin dove la W09 era stata penalizzata dal blistering alle gomme posteriori. Qui in Messico, invece, abbiamo visto la formazione di graining sia all’anteriore che al posteriore che ha costretto Hamilton ad effettuare due soste ai box e Bottas addirittura 3.
Si è parlato tanto dei cerchi pensando che questi problemi fossero dovuti all’eventuale chiusura dei fori per evitare un possibile riscorso della Ferrari nonostante fossero stati dichiarati conformi al regolamento tecnico dalla Federazione.
Il graining in realtà si formarma quando le gomme sono troppo fredde e non riescono ad entrare nella giusta finestra di funzionamento. Insomma un fenomeno opposto ai benefici persi con la chiusura dei fori che favorivano lo smaltimento del calore, evitando surriscaldamenti alle posteriori con la conseguente formazione di blister.
Qui in Messico, secondo le informazioni raccolte, è stato sbagliato completamente il setup meccanico di entrambe le W09. Nella giornata di venerdì con pista a 49°C la monoposto si era ben comportata e il graining si era visto solo con le HyperSoft mentre, con le UltraSoft, le performance erano state piuttosto buone. Sia sabato che domenica c’è stato un abbassamento della temperatura della pista di oltre 10°C e questo fattore ha mandato completamente in crisi gli pneumatici della W09.
Le difficoltà Mercedes emergono chiaramente analizzando i grafici in basso dai quali si evince un peggioramento dei tempi piuttosto importante con tutti i compound di gomme. MB aveva scelto di qualificarsi con le Ultra Soft proprio perché le HyperSoft, già con le temperature della pista piuttosto alte, avevano mostrato un graining veramente notevole. Ma anche con le Ultra Soft la situazione non è stata certo migliore. I tempi di Hamilton e Bottas erano stati buoni fino a quando è stato introdotto il regime di Virtual Safety Car dove le monoposto devono procedere a velocità controllata. Questo ha provato un’ulteriore abbassamento della temperatura degli pneumatici e i piloti non sono più riusciti a portarle nella giusta finestra e sono stati costretti ad anticipare il pit stop.
Con le Super soft, come dimostra il grafico in basso, la situazione è andata decisamente meglio anche se, con queste temperatura, la “rossa” non è sembrata essere molto veloce. Anche in questo stint i problemi principali si sono verificati dopo la VSC. Le monoposto Mercedes, nonostante abbiano accusato meno graining rispetto allo stint precedente, non avevano alcuna possibilità di arrivare a fine gara con questo compound ed è per questo che il team ha deciso di “pittare” al giro 46 e 47, in anticipo rispetto al previsto anche a causa di due spiattellamenti significativi di Hamilton e Bottas.
Con le UltraSoft la situazione, rispetto alla prima parte di gara, non è per niente migliorata e, Bottas, è stato addirittura richiamato per una terza sosta per montare le Hypersoft. Sosta questa ininfluente per il pilota finlandese visto che non ha perso nessuna posizione.