Formula 1, Sky Spy: se il Cavallino scalpita…
Formula 1Cosa accadrà se dopo le prime gare del mondiale 2019 Leclerc dovesse stare davanti a Vettel? La Ferrari cercherà ancora di far quadrato intorno al suo pilota di punta o lascerà via libera al giovane emergente? Non è fantaformula1, ma uno scenario possibile
Fare squadra è un valore aggiunto in ogni sport. La Formula 1 non fa eccezione, lo spirito di gruppo è storicamente una componente fondamentale in un contesto estremo in cui se non si spinge tutti nella stessa direzione è difficile ottenere risultati. “Si vince e si perde tutti insieme”, frase inflazionata nel paddock, ma non sempre in modo formale. Il team principal della Ferrari ne ha fatto un cavallo di battaglia, e proprio dalla Scuderia arriva in tal senso un chiaro esempio. Si sono festeggiati insieme i successi arrivati soprattutto nella prima parte del 2018, e si è fatto scudo su Sebastian Vettel quando il tedesco è entrato in una spirale poco positiva.
A Maranello non hanno potuto ignorare i punti lasciati per strada da un Vettel insolitamente pasticcione, ma i dirigenti del Cavallino hanno più volte sottolineato le carenze tecniche che si sono manifestate in un momento cruciale della stagione. Non è fantasia, perché lo sviluppo aerodinamico finale della SF71H non ha garantito i risultati attesi, ma di fatto rappresenta anche un salvagente al proprio pilota di punta, che sta vivendo un momento difficile. Lo spirito di gruppo, come tale, è apprezzabile, soprattutto per manifestare la totale fiducia al proprio pilota di punta in vista di un 2019 che non è poi così lontano.
Il prossimo Mondiale sarà cruciale per “Seb”, perché chiamato ad una riscossa che confermi il suo ruolo di team-leader, capace di garantire alla squadra un rendimento da Campione del Mondo indipendentemente da quello che sarà il potenziale tecnico della monoposto 2019. La nuova vettura non sarà però l’unica novità di spicco all’interno del box del Cavallino, perché al fianco di Vettel non ci sarà più la rassicurante figura di Kimi Raikkonen, bensì un giovane di 21 anni che arriva con un ruolo tutto da scoprire.
Sulla carta Charles Leclerc si potrà concedere una stagione di apprendistato, visto che disputerà il suo secondo Mondiale di Formula 1 ed il suo primo in assoluto al voltante di una Ferrari. Nessuno a Maranello pretende da lui il massimo risultato, ma Leclerc ha il ‘dna’ dei giovani predestinati, quei ‘geni’ che abbiamo visto in Max Verstappen ed in precedenza anche in Lewis Hamilton. Piloti che non seguono la curva di apprendimento, ma che al contrario rompono le regole di una logica che fortunatamente non è infallibile. È un aspetto affascinante dei campionissimi, e Leclerc, pur non essendolo ancora, assomiglia molto ad un embrione di questa specie molto vicino alla maturazione definitiva.
Per la Ferrari l’arrivo nel team di Leclerc dovrebbe rappresentare (il condizionale è d’obbligo fino al via del prossimo Mondiale) un grande valore aggiunto. A Maranello hanno messo da parte la storica tradizione di affidare le proprie monoposto solo a piloti esperti, e lo hanno fatto promuovendo un ragazzo cresciuto nella Academy di casa, confermando così anche l’ottimo lavoro svolto dal gruppo guidato da Massimo Rivola. Charles si è confermato un cavallino di razza grazie a quanto fatto nella stagione appena conclusa al volante della Sauber, e la ciliegina su una torta già di per sé importante, l’ha messa nei recenti test di Abu Dhabi, completando una giornata di prove esemplare. Ovviamente (come potrebbe essere il contrario?) sono scattati i confronti con Vettel, che era in pista il giorno precedente. Stessa monoposto, stesso programma, con il monegasco più veloce di quattro decimi. E non solo: Vettel ha commesso tre errori, Leclerc zero.
L’unica complicazione che potrebbe comportare l’arrivo di Leclerc a Maranello è proprio la tutela della figura di Vettel. Cosa accadrà se dopo le prime gare Charles si dovesse confermare davanti a ‘Seb’? Un’ipotesi, per alcuni addetti ai lavori anche poco probabile, ma non escludibile a priori. La Ferrari cercherà ancora di far quadrato intorno al suo pilota di punta o lascerà via libera al giovane cavallino decisamente rampante? Non è più fantascienza, ma uno scenario possibile. Di per sé rappresenta un quadro in cui una complicazione coinciderebbe con una grande notizia, ma chiamerebbe la dirigenza della Scuderia a prendere una posizione. Da una parte lo spirito di squadra, dall’altro il futuro.