In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Safety Car in Formula 1: la storia dal GP del Canada 1973 a oggi

Formula 1

Durante il Gran Premio del Canada del 23 settembre del 1973 fu introdotta per la prima volta nella storia della Formula 1 la Safety Car, la vettura di sicurezza alla quale i piloti devono accodarsi in caso di incidente nel corso di una gara

PENALITA' VETTEL, LA FERRARI PRESENTA RICORSO

VIDEO. IL GESTO POLEMICO DI VETTEL

CLASSIFICA PILOTI E COSTRUTTORI

Condividi:

Il Gran Premio del Canada 1973, XIII Labatt's 50 Grand Prix of Canada e quattordicesima gara del campionato di Formula 1 del 1973, si è svolto il 23 settembre sul Circuito di Mosport Park ed è stato vinto da Peter Revson su McLaren-Ford Cosworth. Fu il primo Gran Premio in cui venne utilizzata una Safety Car. Il suo impiego fu deciso in seguito a un incidente accaduto a causa di un diluvio abbattutosi sulla pista, ma invece di guidare il gruppo, la vettura si posizionò davanti al pilota sbagliato, Howden Ganley, generando confusione e falsando il risultato della gara.

L'esordio nel GP del Canada 1973 non fu tra i migliori

Mentre il diluvio si stava abbattendo sul circuito di Mosport Park, la Tyrell del francese François Cevert si scontrò con la McLaren del sudafricano Jody Scheckter al 32° giro. La direzione di gara fu costretta a intervenire facendo entrare sul tracciato la prima vettura di sicurezza della storia della Formula 1. Lo scopo di questa novità, introdotta dalla FIA grazie all'idea del pilota tedesco Herbert Linger con l'appoggio dell'allora manager della Brabham Bernie Ecclestone, era quello di rallentare le velocità delle vetture in pista in caso di incidente e consetire ai commissari di ripulire il tracciato dai detriti senza interrompere la gara. Ma la Porsche 914/6 gialla guidata dal pilota canadese Eppie Wietzes si posizionò appunto davanti alla vettura sbagliata, la ISO Marlboro del neozelandese Ganley, condizionando il proseguimento della competizione. Alla fine, dopo diverse ore e non senza difficoltà, fu proclamato vincitore lo statunitense Revson

Come le norme sono evolute nel nuovo millennio

Ufficialmente è stata introdotta nel regolamento FIA nel 1993, ma solo nel nuovo millennio l'utilizzo della Safety Car ha trovato norme più precise con l'adozione di un unico modello di vettura. Se dal 1973 ogni circuito aveva una propria auto di sicurezza (Lamborghini Countach, Fiat Tempra, Opel Vectra fino alla Tatra 613 usata nel GP d'Ungheria nel 1995 quando investì il pilota giapponese Inoue) a partire dagli anni 2000 si decise di affidare la fornitura delle Safety Car a un'unica azienda, la Mercedes-AMG. Secondo le regolamentazioni FIA, la macchina è da utilizzare se i piloti e i commissari sono in un immediato pericolo, ma non così grave da sospendere la gara. Deve essere guidata da un pilota professionista, accompagnato da un osservatore della Federazione internazionale e i due devono essere in contatto radio con la direzione di corsa. L'intervento della vettura (possibile anche a inizio gara in casi eccezionali), inizia con lo sventolio delle bandiere gialle e del cartello con la scritta SC (Safety Car). L'auto entra in pista con luci verdi accese e le monoposto devono accodarsi a lei, successivamente il pilota spegne i LED verdi e accende quelli arancioni e li spegnerà solo nel momento in cui, passata la situazione critica, riceverà dal direttore della corsa l'ordine di lasciare la pista. Lo spegnimento delle luci è il segnale della ripartenza della gara. Dopo l'uscita della vettura, i piloti potranno superare solo dopo l'esposizione della prima bandiera verde fissa. Durante il regime di Safety Car non è possibile superare, se non un auto con problemi tecnici o per riguadagnare la posizione occupata al momento dell'entrata della vettura di sicurezza. Possibile è invece effettuare pit stop durante il regime di Safety Car. I giri percorsi dietro l'auto sono conteggiati a tutti gli effetti come tornate di gara.

Che cos'è la Virtual Safety Car?

Ancora oggi si rischia di fare confusione tra la vera Safety Car e la Virtual Safety Car. La seconda fu introdotta a partire dal Mondiale 2015 e a differenza di quella tradizionale, la Virtual entra in gioco in caso di un incidente non particolarmente grave, che impone un limite di velocità senza bisogno dell'ingresso della vettura vera e propria. Quando si è in regime di Virtual Safety Car, il sistema impone dei limiti di velocità ai piloti ma non è necessario che questi si accodino dietro a una vettura fisica. In caso di doppia bandiera gialla, la direzione di gara segnala l'inizio del periodo della safety car virtuale tramite display luminosi in pista e con comunicazione ai team. Di conseguenza i piloti devono rallentare in ogni settore, potranno rientrare ai box unicamente per il cambio gomme. La sua presenza non esclude l'intervento di quella vera e propria.