F1, Ferrari sul futuro avverte: con troppi tagli ai budget pronti ad altri campionati

Formula 1
Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

L'emergenza sanitaria ha bloccato la F1 e in molti guardano al futuro. Un futuro del Circus del quale la Ferrari vuol fare parte ma a certe condizioni sarà costretta a  valutare anche altre opzioni per garantire il DNA da corsa della scuderia. Un messaggio chiaro lasciato dal team principal Binotto al Guardian. Il motivo di scontro con gli altri team, principalmente inglesi, è il tetto di spesa in vigore dal prossimo anno e che sarà ulteriormente abbassato

INDYCAR IRACING, LA GARA DI AUSTIN

La Formula 1 è ferma, ma non certo sui tavoli dove si sta decidendo il futuro di questo sport. Costretto a fare i conti con la crisi mondiale causata dal Coronavirus a trovare un'identità futura in tempi ancor più brevi di quelli immaginati. E di quel futuro la Ferrari vuol fare parte, parola di Mattia Binotto, ma a certe condizioni sarà costretta a  valutare anche altre opzioni per garantire il DNA da corsa del team italiano. Un messaggio forte e mirato, quello lasciato dal team principal non a caso a un quotidiano britannico, il Guardian.


Il motivo di scontro con gli altri team, principalmente inglesi, rimane lo stesso: il tetto di spesa fissato a 175 milioni di dollari che entrerà in vigore dal prossimo anno e che sarà ulteriormenete abbassato, per venire incontro alle squadre che in un momento come questo sono a rischio sopravvivenza. Bocciata l'idea Ferrari di tenere in considerazione la differenza tra team costruttori e clienti, era di conseguenza prevedibile che il team italiano non solo non sarebbe stato favorevole a una riduzione del budget cap oltre i 145 milioni di dollari per il 2021, ma che si sarebbe scontrato ancora di più con la proposta di portare il limite di spesa a 130 milioni nel 2022.

Un ulteriore e netto abbassamento del tetto di spesa per i top team comporterebbe un ovvio taglio del personale, al quale Binotto ha detto categoricamente no. A meno che non si guardi ad altre categorie. E' un momento delicato questo, in cui un eventuale prolungamento della chiusura delle gestioni sportive potrebbe mettere in crisi anche un'azienda solida come quella italiana. Per questo nella definizione del futuro della Formula Uno la Ferrari non può e non vuole fare certo da spettatrice.