Sono 4 i monumenti della Formula 1: circuiti che fanno parte del mondiale dalla sua istituzione. Modificati nel corso degli anni, ma essenzialmente gli stessi luoghi in cui si correva 70 anni fa
Invasione di campo? Lesa maestà? Nel ciclismo ci sono le “classiche monumento”, gare storiche, con un fascino ed un valore unici. Introduciamo questo concetto anche per la Formula 1!
Quando una vittoria vale di più
Conoscete il mondo del ciclismo? No? Ve lo spieghiamo in un paragrafo. In una stagione normale, le gare ciclistiche per i professionisti sono centinaia, ma solo una manciata di esse ha l'appellativo di "Classica Monumento" o "Grande Classica". Si tratta della Milano-Sanremo, Ronde Van Vlaanderen, Paris-Roubaix, Liege-Bastogne-Liege e Giro di Lombardia. Sono tutte gare nate più di un secolo fa e via via si sono fatte strada quali punti di riferimento. Vincere una di queste prove vale molto di più che vincere una qualsiasi delle altre corse. Certo, ci sono i Grandi Giri a tappe (Giro, Tour e Vuelta), ma questo è un altro discorso.
I 4 monumenti in Formula 1
Anche la Formula 1 ha i suoi "monumenti". Li possiamo stabilire su base storica: circuiti che fanno parte del mondiale dalla sua istituzione. Certo, modificati nel corso degli anni, ma essenzialmente gli stessi luoghi in cui si correva 70 anni fa.
Monza troneggia, con le sue 69 edizioni valevoli per il mondiale, seguita da Montecarlo a 66, Silverstone a 53 e Spa a 52: tutti e quattro questi circuiti erano presenti nel calendario del 1950, che inaugurò il campionato. Con loro: "l’anomalia" Indianapolis, e gli stradali di Bremgarten (Svizzera) e Reims (Francia), questi ultimi caduti nel dimenticatoio dopo gli anni '50.
Certo, ci sono anche "monumenti" con un po' meno storia e più valore, come la Nordschleife del Nurburgring e Suzuka, ma questi li lasciamo per un allargamento dell'analisi, alla fine.
I magnifici 8
Sono solo otto i piloti di Formula 1 che sono riusciti a vincere tutte e quattro le "classiche monumento" della Formula 1.
In cima alla graduatoria: Michael Schumacher, con 19 vittorie (6 a Spa, 5 a Montecarlo e Monza e 3 a Silverstone), seguito da Hamilton a 17, Senna e Prost a 14, Vettel a 10, Fangio a 9, Nico Rosberg a 6 e, udite udite, Coulthard a 6. David è una vera e propria sorpresa in questo elenco illustre: è l'unico a non aver vinto il mondiale ad essersi imposto nei 4 monumenti.
Il limite è 6
Per quanto riguarda le vittorie in uno solo dei circuiti monumento, per ora il record è 6. Le già citate 6 vittorie di Schumacher a Spa (più una revocata per usura del fondo piatto), i 6 successi di Senna a Monaco, ed i 6 di Hamilton a Silverstone, quest'ultimo in odore di miglioramento: Lewis a casa sua ha vinto 5 volte negli ultimi sei anni. Ha mancato il successo solo nel 2018, quando a vincere fu Vettel e pronunciò con un ghigno "a casa loro"”, che poteva essere benissimo un "a casa sua" visto il dominio di Lewis a Silverstone…
Non ci sono in vista altri piloti oltre ad Hamilton ad avere nel mirino le 7 vittorie in una gara monumento. Lewis è a quota 5 a Monza, ma, tra i rivali in attività, Raikkonen si ferma a 4 successi a Spa e Vettel a 3 a Monza e Spa.
Non è facile...
Sono solo cinque i piloti in attività ad aver vinto GP monumento: ai già citati Hamilton, Raikkonen e Vettel, si aggiungono Daniel Ricciardo (Montecarlo e Spa) e Leclerc, con un pedigree di razza. Le prime due vittorie in carriera di Charles sono infatti Spa e Monza. A una settimana di distanza. Il più giovane poleman e vincitore di Spa. Che interrompe un digiuno di vittorie Ferrari a Monza lungo 9 anni...serve altro?
Verstappen e Bottas, nonostante 15 vittorie in due, non hanno mai vinto in uno dei 4 circuiti storici della Formula 1.
Vecchi e nuovi monumenti
Tra i circuiti che meritano considerazione per essere inseriti nella lista "monumentale" ci sono la mitica Nordschleife del Nurburgring e uno dei circuiti più amati dai piloti: Suzuka.
I re dell'inferno verde sono due: Fangio e Stewart. Entrambi vi hanno vinto in tre occasioni, in alcuni casi con gare mitiche. Due su tutte: la rimonta di Fangio del 1957, nella quale dopo una foratura rimonta un minuto ai leader di gara (!) e fa registrare un giro veloce di 8 secondi più veloce della pole (!) e la memorabile cavalcata di Stewart con la pioggia e la nebbia nel 1968, quando inflisse 4 minuti di distacco al secondo, Graham Hill.
Voltando completamente pagina, c'è Suzuka, un circuito apparso "solo" nel 1987, tagliando fuori dall'albo d'oro metà della storia della Formula 1 corsa finora. A Suzuka il primatista di successi è Michael Schumacher, a quota 6, seguito da Hamilton e Vettel a 4.