#SkySportHero, il pilota più amato: parte il contest, i piloti in gara da votare

Formula 1

"SkySportHero – il pilota più amato" è il contest con cui potete divertirvi fino al 28 giugno. Un gioco per risvegliare la passione in vista della partenza del Mondiale. Votate il vostro idolo attraverso le stories del profilo Instagram Sky Sport F1. La formula è semplice: tabellone a eliminazione diretta che parte dai trentaduesimi. Qui le schede e le sfide con tutti i 64 piloti in gara. Seguite gli aggiornamenti su Skysport.it

#SKYSPORTHERO: LE REGOLE DEL CONTEST

Charles LECLERC: 42 GP, 2 vittorie (65° all-time), 7 pole, (38° all-time), 10 podi (73° all-time), 4 giri veloci. La promessa: allevato in seno alla Ferrari, è il predestinato per riportare al dominio il team di Maranello. La prima stagione con le rosse è stata da favola.
 

Gerhard BERGER: 210 GP, 10 vittorie (30° all-time), 12 pole, (31° all-time), 48 podi (16° all-time), 21 giri veloci. Ha portato alla Benetton la prima vittoria, in Messico nel 1986. Passato in Ferrari, prima come punta, poi come spalla, è stato per anni il gregario di Senna in McLaren. Ha vinto il suo ultimo GP a 11 anni dal primo (Germania 1997).

Eddie IRVINE: 145 GP, 4 vittorie (54° all-time),  pole, (° all-time), 26 podi (39° all-time), 1 giri veloci. Il sogno del 1999: con Michael Schumacher appiedato per una frattura, ha tenuto vive le speranze mondiali per la Ferrari fino alla fine.
 

Juan Pablo MONTOYA: 94 GP, 7 vittorie (38° all-time), 13 pole, (25° all-time), 30 podi (34° all-time), 12 giri veloci. Uno dei vari "anti-Schumacher" degli anni 2000: coraggio e grinta da vendere. Ha portato l'animo latino in una Formula 1 all'epoca un po' ingessata.

Jacky ICKX: 116 GP, 8 vittorie (35° all-time), 13 pole, (25° all-time), 25 podi (41° all-time), 13 giri veloci. Il suo nome è legato alla Ferrari ed al Nurburgring: è stato uno dei piloti più giovani di Maranello e al Ring volava. Leclerc gli ha strappato il primato di vincitore più giovane su una rossa l'anno scorso.
 

Heinz-Harald FRENTZEN: 156 GP, 3 vittorie (57° all-time), 2 pole, (63° all-time), 18 podi (55° all-time), 6 giri veloci. Pilota dai due volti: in difficoltà in un grande team come la Williams, è rinato nella piccola Jordan, con la quale ha disputato un grande 1999.

Sebastian VETTEL: 240 GP, 4 mondiali. 53 vittorie (3° all-time), 57 pole, (4° all-time), 120 podi (3° all-time), 38 giri veloci. Il più giovane quadri-campione del mondo. Dal 2010 al 2013 ha concesso poco o nulla agli avversari. Ha poi patito lo strapotere Mercedes nell'era Power Unit, come tutti del resto.
 

Damon HILL: 115 GP, 1 mondiale. 22 vittorie (14° all-time), 20 pole, (14° all-time), 42 podi (20° all-time), 19 giri veloci.  Il primo campione figlio d'arte (Graham Hill): una dura lotta con Schumacher nel 1994-1995 senza successo, e il trionfo nel 1996. Poi, il rapido declino, agevolato dal suo debutto tardivo in F.1.

John SURTEES: 111 GP, 1 mondiale. 6 vittorie (42° all-time), 8 pole, (35° all-time), 24 podi (42° all-time), 10 giri veloci. L'eroe dei due mondi: ha vinto nel motomondiale e in Formula 1.
 

Daniel RICCIARDO: 171 GP, 7 vittorie (38° all-time), 3 pole, (55° all-time), 29 podi (35° all-time), 13 giri veloci. Uno dei migliori prodotti del vivaio Red Bull: ha messo in seria difficoltà Vettel nel 2014, tanto che Seb ha lasciato il team. Ha poi pagato con la stessa moneta l'arrivo dell'astro Verstappen.

Jenson BUTTON: 306 GP, 1 mondiale. 15 vittorie (18° all-time), 8 pole, (35° all-time), 50 podi (15° all-time), 8 giri veloci. Esordio da giovanissimo, nove anni di limbo, e poi il mondiale "del buco", con la Brawn dotata del magico doppio diffusore. Arriva da campione in McLaren, con la quale si toglie diverse soddisfazioni, soprattutto sul bagnato.
 

Michele ALBORETO: 194 GP, 5 vittorie (49° all-time), 2 pole, (63° all-time), 23 podi (45° all-time), 5 giri veloci. Arrivato a Maranello sull'onda degli incredibili successi di Las Vegas 1982 e Detroit 1983, ha sfiorato il mondiale per il cavallino nel 1985. E' l'ultimo vincitore italiano su una Ferrari.

Ayrton SENNA: 161 GP, 3 mondiali. 41 vittorie (5° all-time), 65 pole, (3° all-time), 80 podi (7° all-time), 19 giri veloci. Carismatico, trascendentale, spietato: in una parola "Magic". Leggendaria la sua rivalità con Prost.
 

Jochen RINDT: 60 GP, 1 mondiale. 6 vittorie (42° all-time), 10 pole, (34° all-time), 13 podi (63° all-time), 3 giri veloci. Un 1970 stellare e tragico: ha battuto il grande Stewart, ma purtroppo ha perso la vita a Monza. E' l'unico campione postumo nella storia della Formula 1.

Giuseppe FARINA: 36 GP, 1 mondiale. 5 vittorie (49° all-time), 5 pole, (46° all-time), 20 podi (49° all-time), 5 giri veloci.    Il primo campione del mondo della Formula 1. Italiano su vettura italiana, l'Alfa Romeo.
 

Nigel MANSELL: 187 GP, 1 mondiali. 31 vittorie (7° all-time), 32 pole, (7° all-time), 59 podi (11° all-time), 30 giri veloci.  Il leone: capace di imprese straordinarie e di altrettanto straordinari cali di rendimento. Con un'innata propensione alla teatralità, ha vinto il mondiale del 1992 in un modo diametralmente opposto al suo carattere: dominando senza fantasia.

Felipe MASSA: 269 GP, 11 vittorie (27° all-time), 16 pole, (19° all-time), 41 podi (22° all-time), 15 giri veloci. Campione per mezzo minuto: nel corso del 2008 diventa il capitano "sul campo" della Ferrari, giocandosi il titolo fino all'ultima curva con Hamilton, nel finale più drammatico che si ricordi.
 

Alberto ASCARI: 36 GP, 2 mondiali. 13 vittorie (22° all-time), 14 pole, (21° all-time), 17 podi (57° all-time), 12 giri veloci. Una leggenda: aveva tutte le carte in regola per eguagliare la carriera di Fangio, ma un incidente nei test ce lo ha portato via troppo presto

Juan Manuel FANGIO: 58 GP, 5 mondiali. 24 vittorie (11° all-time), 29 pole, (9° all-time), 35 podi (25° all-time), 23 giri veloci. Con 5 titoli in 7 anni è stato il padrone assoluto degli Anni '50.
 

Mario ANDRETTI: 128 GP, 1 mondiali. 12 vittorie (24° all-time), 18 pole, (15° all-time), 19 podi (51° all-time), 10 giri veloci. Una carriera divisa tra la Formula 1 e gli USA: il 1978 è il suo anno, grazie all'intuizione di Chapman sull'effetto suolo e ad un leale compagno di squadra come Peterson.

Lewis HAMILTON: 250 GP, 6 mondiali. 84 vittorie (2° all-time), 88 pole, (1° all-time), 151 podi (2° all-time), 47 giri veloci. Inarrestabile: da giovane campione alla corte di Ron Dennis, ai successi a valanga con la Mercedes. Nell'era Power Unit ha avuto pochi rivali, finora.
 

Jim CLARK: 73 GP, 2 mondiali. 25 vittorie (9° all-time), 33 pole, (5° all-time), 32 podi (29° all-time), 28 giri veloci. La bandiera della Lotus: due mondiali che sarebbero potuti essere quattro, ma soprattutto una carriera spezzata troppo presto. Per talento, è uno dei più grandi di sempre.

James HUNT: 92 GP, 1 mondiale. 10 vittorie (30° all-time), 14 pole, (21° all-time), 23 podi (45° all-time), 8 giri veloci. La sua carriera si concentra nel 1976, l'anno del duello con Lauda, frenato dal rogo del Nurburgring. Prima era stato una promessa; dopo ha smarrito presto la strada.
 

Ronnie PETERSON: 122 GP, 10 vittorie (30° all-time), 14 pole, (21° all-time), 26 podi (39° all-time), 9 giri veloci. Uno dei piloti dalla guida più spettacolare degli anni '70. Purtroppo ha trovato la morte proprio quando aveva la vettura giusta per puntare al titolo.

Kimi RAIKKONEN: 312 GP, 1 mondiale. 21 vittorie (15° all-time), 18 pole, (15° all-time), 103 podi (5° all-time), 46 giri veloci. E' il pilota dell'ultimo mondiale Ferrari (2007). L'enigmatico "Iceman", che fa parlare la pista al posto suo.
 

Jody SCHECKTER: 111 GP, 1 mondiale. 10 vittorie (30° all-time), 3 pole, (55° all-time), 33 podi (27° all-time), 5 giri veloci. Arriva alla Ferrari sull'onda dei successi ottenuti con la Tyrrell e la neonata Wolf. E' subito mondiale e, dopo un solo anno, è subito ritiro.

Alain PROST: 198 GP, 4 mondiali. 51 vittorie (4° all-time), 33 pole, (5° all-time), 106 podi (4° all-time), 41 giri veloci. Il professore: capace di vincere mondiali contro Lauda, Piquet e Senna, che in tre fanno nove titoli. E scusate se è poco.
 

Alan JONES: 116 GP, 1 mondiale. 12 vittorie (24° all-time), 6 pole, (40° all-time), 24 podi (42° all-time), 13 giri veloci. La meteora del 1980. Nel 1981 Reutemann gli fa la guerra in casa e, al pari di Scheckter, per Jones è disillusione e ritiro. Poi ci ripensa, ma non è quello dei giorni migliori.

Elio DE ANGELIS: 108 GP, 2 vittorie (65° all-time), 3 pole, (55° all-time), 9 podi (77° all-time),  giri veloci. E' stato la bandiera della Lotus nei primi anni '80: memorabile la sua vittoria in volata contro Keke Rosberg a Zeltweg nel 1982.
 

Carlos REUTEMANN: 146 GP, 12 vittorie (24° all-time), 6 pole, (40° all-time), 45 podi (17° all-time), 6 giri veloci. Approdato in Ferrari come sostituto di Lauda, se ne va dopo una sola stagione. Si gioca le sue carte nel mondiale 1981 con la Williams, ma non era previsto per contratto (il capitano è Jones), ed il team lo isola. Perde all'ultima gara contro Piquet.

Robert KUBICA: 97 GP, 1 vittoria (77° all-time), 1 pole, (71° all-time), 12 podi (68° all-time), 1 giri veloci. Il sogno infranto: talento in odore di Ferrari, è costretto ad un lungo stop dopo un brutto incidente in un rally. Rientra dopo 8 anni di assenza, ma la vettura non è all'altezza.
 

Dan GURNEY: 86 GP, 4 vittorie (54° all-time), 3 pole, (55° all-time), 19 podi (51° all-time), 6 giri veloci. "Nomade" della F.1, vince con Porsche, Brabham, e con la sua stessa vettura, la Eagle.

David COULTHARD: 246 GP, 13 vittorie (22° all-time), 12 pole, (31° all-time), 62 podi (9° all-time), 18 giri veloci. Bandiera McLaren dal 1996 al 2004, è secondo nel mondiale 2001 dominato da Schumacher. E' l'unico non-campione del mondo ad aver vinto nei circuiti "classici": Monza, Montecarlo, Silverstone e Spa.
 

Jacques LAFFITE: 174 GP, 6 vittorie (42° all-time), 7 pole, (38° all-time), 32 podi (29° all-time), 6 giri veloci. E' il primo pilota francese che vince su vettura francese (Ligier) e motore francese (Matra), in Svezia nel 1977. La sua azzurra Ligier numero 26, con la quale ha corso ben 132 gare, è un'icona della Formula 1.

Didier PIRONI: 69 GP, 3 vittorie (57° all-time), 4 pole, (51° all-time), 13 podi (63° all-time), 5 giri veloci. Arriva in Ferrari per spalleggiare Villeneuve. Non andrà bene.
 

Gilles VILLENEUVE: 67 GP, 6 vittorie (42° all-time), 2 pole, (63° all-time), 13 podi (63° all-time), 8 giri veloci. E' impossibile descriverlo in poche parole: le sue imprese impossibili hanno fatto la leggenda di questo sport.

Giancarlo FISICHELLA: 229 GP, 3 vittorie (57° all-time), 4 pole, (51° all-time), 19 podi (51° all-time), 2 giri veloci. E' l'ultimo pilota italiano vincente in Formula 1: Malesia 2006.
 

Ralf SCHUMACHER: 180 GP, 6 vittorie (42° all-time), 6 pole, (40° all-time), 27 podi (37° all-time), 8 giri veloci. Il fratello minore, in tutti i sensi, di Michael. Arriva in F.1 sulla scia dei successi del fratello, trova un buon team nella Williams, ma non riesce mai ad uscire dal cono d'ombra proiettato da Michael.

René ARNOUX: 149 GP, 7 vittorie (38° all-time), 18 pole, (15° all-time), 22 podi (48° all-time), 12 giri veloci. Bandiera della Renault alle prime esperienze dei francesi con il Turbo, vive la sua stagione migliore con la Ferrari nel 1983, quando resta in lizza per il titolo fino a un paio di gare dalla fine.
 

Rubens BARRICHELLO: 322 GP, 11 vittorie (27° all-time), 14 pole, (21° all-time), 68 podi (8° all-time), 17 giri veloci. Il decano della Formula 1: 322 GP. Scorta (letteralmente) Michael Schumacher nei suoi titoli mondiali in Ferrari, poi tenta la strada della Honda. Ha la sua occasione nel 2009 con la Brawn, ma è Button a vincere.

Graham HILL: 176 GP, 2 mondiali. 14 vittorie (19° all-time), 13 pole, (25° all-time), 36 podi (24° all-time), 10 giri veloci.  Vero e proprio "Englishman", vince il mondiale con la BRM nel 1962 e con la Lotus nel 1968, quando riempie il vuoto lasciato dal compagno di team Clark, scomparso a Hockenheim.
 

Valtteri BOTTAS: 139 GP, 7 vittorie (38° all-time), 11 pole, (33° all-time), 45 podi (17° all-time), 13 giri veloci. "Sensational wingman": così lo ha definito il suo boss Toto Wolff dopo Ungheria 2018, quando favorì il successo di Hamilton. Chiamato a sostituire il ritirato Nico Rosberg, ha vissuto il suo momento di gloria nella prima parte del mondiale 2019.

Niki LAUDA: 170 GP, 3 mondiali. 25 vittorie (9° all-time), 24 pole, (11° all-time), 54 podi (13° all-time), 24 giri veloci. Un'icona della Formula 1: due titoli con la Ferrari (più il maledetto 1976…) ed uno con la McLaren, a nove anni dal primo, con delle vetture completamente diverse. E' stato il punto di riferimento della seconda metà degli anni '70.
 

Keke ROSBERG: 114 GP, 1 mondiale. 5 vittorie (49° all-time), 5 pole, (46° all-time), 17 podi (57° all-time), 3 giri veloci. Il mondiale 1982 gli sta stretto: per un pilota spettacolare e coraggioso come Rosberg, vincere in un anno così tragico non è certo la stella della sua carriera. Negli anni '80 è una vera e propria mina vagante nel gruppo, capace di imprese straordinarie, soprattutto in rimonta o sui circuiti cittadini.

Fernando ALONSO: 311 GP, 2 mondiali. 32 vittorie (6° all-time), 22 pole, (13° all-time), 97 podi (6° all-time), 23 giri veloci. Uno dei piloti più tenaci di sempre: due mondiali subito, giovanissimo, poi sempre lì, a lottare per il titolo, in alcuni casi con una vettura che si prende un secondo al giro. Velocità, opportunismo, sangue freddo, visione della gara: Fernando compensa con il talento le mancanze della vettura.
 

Mark WEBBER: 215 GP, 9 vittorie (34° all-time), 13 pole, (25° all-time), 42 podi (20° all-time), 19 giri veloci. Per lui c'è l'eterno dubbio: se la Red Bull lo avesse favorito nel finale di mondiale del 2010, quel titolo poteva essere suo. Se, appunto.

Clay REGAZZONI: 132 GP, 5 vittorie (49° all-time), 5 pole, (46° all-time), 28 podi (36° all-time), 15 giri veloci. Punto di riferimento della Ferrari nella prima metà degli anni '70, trova in Lauda un osso duro. Se ne va in Williams e conquista nel 1979 il primo GP per Sir Frank.
 

Mike HAWTHORN: 47 GP, 1 mondiale. 3 vittorie (57° all-time), 4 pole, (51° all-time), 18 podi (55° all-time), 6 giri veloci. La sua storia si scosta di poco da quella di Rindt: un mondiale nel 1958 senza il tempo di goderselo. Perde la vita in un incidente stradale quello stesso inverno.

Nelson PIQUET: 204 GP, 3 mondiali. 23 vittorie (12° all-time), 24 pole, (11° all-time), 60 podi (10° all-time), 23 giri veloci. Un campione spesso sottovalutato, visto l'interesse, soprattutto mediatico, generato da personaggi del calibro di Mansell, Keke Rosberg, Lauda, Senna e Prost. Ma alla fine si è portato a casa 3 mondiali…
 

Phil HILL: 48 GP, 1 mondiale. 3 vittorie (57° all-time), 6 pole, (40° all-time), 16 podi (59° all-time), 6 giri veloci. Il primo campione del mondo statunitense, nel 1961 con la Ferrari.

Max VERSTAPPEN: 102 GP, 8 vittorie (35° all-time), 2 pole, (63° all-time), 31 podi (32° all-time), 7 giri veloci. Il più giovane vincitore nella storia della Formula 1: una carriera che lo proietta praticamente dai kart al massimo campionato dell'automobilismo. E che lui gestisce alla grande, diventando lo spauracchio per i piloti della vecchia guardia, e non solo.
 

Jackie STEWART: 99 GP, 3 mondiali. 27 vittorie (8° all-time), 17 pole, (18° all-time), 43 podi (19° all-time), 15 giri veloci.  Dalla scomparsa di Clark al prematuro ritiro, ha avuto pochi rivali. Domina nel 1969 e 1971 e rivince nel 1973, poi dice basta alla vigilia del suo 100° GP a causa della scomparsa del compagno di team ed amico François Cevert.

Mika HÄKKINEN: 161 GP, 2 mondiali. 20 vittorie (16° all-time), 26 pole, (10° all-time), 51 podi (14° all-time), 25 giri veloci. Anti-Schumacher sin dai tempi della F.3, riesce a lottare contro il tedesco dal 1998 in poi. Due mondiali nel 1998 e 1999, poi il declino, accelerato da una Ferrari fortissima.
 

Stirling MOSS: 71 GP, 16 vittorie (17° all-time), 16 pole, (19° all-time), 24 podi (42° all-time), 19 giri veloci. L'eterno piazzato: quattro secondi e tre terzi posti nel mondiale, nessun titolo. I numeri sono impietosi per questo talento britannico che corre contro i più forti piloti degli anni '50.

Jacques VILLENEUVE: 163 GP, 1 mondiale. 11 vittorie (27° all-time), 13 pole, (25° all-time), 23 podi (45° all-time), 9 giri veloci. Porta alla famiglia Villeneuve il titolo che non è riuscito a conquistare il padre, con la Williams nel 1997. Tenta poi l'avventura BAR, ma non sono anni in cui ci si può dividere tra l'attività di pilota e quella di manager.
 

Bruce McLAREN: 100 GP, 4 vittorie (54° all-time),  pole, (° all-time), 27 podi (37° all-time), 3 giri veloci. Dalla pista all'officina: è lui a creare il mito delle vetture McLaren.

Jack BRABHAM: 127 GP, 3 mondiali. 14 vittorie (19° all-time), 13 pole, (25° all-time), 31 podi (32° all-time), 12 giri veloci. La leggenda australiana: dopo aver vinto due mondiali con la Cooper, diventa campione con una vettura da lui stesso costruita. Nessun altro ci è riuscito.
 

Denny HULME: 112 GP, 1 mondiale. 8 vittorie (35° all-time), 1 pole, (71° all-time), 33 podi (27° all-time), 9 giri veloci. Il neozelandese vive il suo momento di gloria nel 1967, quando soffia il titolo al suo "datore di lavoro" Jack Brabham. Quell'anno, dietro a lui anche Jim Clark, John Surtees e Chris Amon. Un capolavoro.

Michael SCHUMACHER: 306 GP, 7 mondiali. 91 vittorie (1° all-time), 68 pole, (2° all-time), 155 podi (1° all-time), 77 giri veloci. I numeri sono tutti dalla sua parte: due mondiali burrascosi con la Benetton, poi il passaggio in Ferrari, qualche anno di assestamento e poi…leggenda.
 

Emerson FITTIPALDI: 144 GP, 2 mondiali. 14 vittorie (19° all-time), 6 pole, (40° all-time), 35 podi (25° all-time), 6 giri veloci. Vince il suo titolo molto presto, forse troppo presto, a 25 anni, e raddoppia due anni dopo. Poi si perde nell'avventura della Copersucar-Fittipaldi, con la quale ottiene poco o nulla.

Riccardo PATRESE: 256 GP, 6 vittorie (42° all-time), 8 pole, (35° all-time), 37 podi (23° all-time), 13 giri veloci. Il decano della Formula 1 italiana: la sua carriera parte negli anni '70 e finisce negli anni '90. Avaro il bottino di vittorie per un pilota che in tutti questi anni è quasi sempre andato a podio.

 

John WATSON: 152 GP, 5 vittorie (49° all-time), 2 pole, (63° all-time), 20 podi (49° all-time), 5 giri veloci. Il re delle rimonte: detiene il record per la vittoria dalla più lontana posizione in griglia. A Long Beach nel 1983 vinse dal 22° posto in griglia, migliorando un record già suo (dal 17° posto a Detroit, l'anno prima).

Jean ALESI: 201 GP, 1 vittoria (77° all-time), 2 pole, (63° all-time), 32 podi (29° all-time), 4 giri veloci. Alesi si fa subito notare in F.1, con un memorabile duello con Senna a Phoenix nel 1990. Lo vogliono tutti ed alla fine lui sceglie, con il cuore, la Ferrari, anche se in quegli anni le monoposto di Maranello non sono le migliori.

Nico ROSBERG: 206 GP, 1 mondiali. 23 vittorie (12° all-time), 30 pole, (8° all-time), 57 podi (12° all-time), 20 giri veloci. "Ho scalato la mia montagna": queste le parole di Nico dopo il titolo e l'abbandono nel 2016. Dieci anni per un mondiale, di cui gli ultimi tre in un testa a testa contro il dominatore Hamilton. L'occasione di una vita.