F1, GP d'Ungheria 2020: l'analisi delle prove ufficiali di Budapest

Formula 1

Cristiano Sponton

La Mercedes W11 si è dimostrata una macchina senza punti deboli anche in Ungheria, dove ha centrato l'ennesima prima fila con Hamilton e Bottas. Gomme e meteo saranno cruciali per la gara di domenica, dove la Ferrari con le soft andrà a caccia delle Racing Point. Ecco l'analisi delle qualifiche. Il GP dell'Ungheria è in diretta su Sky Sport F1 (canale 207)

GP UNGHERIA, LA DIRETTA DELLA GARA

Lewis Hamilton ha ottenuto, nelle qualifiche di oggi, la pole position numero 90 della sua carriera. La W11 è una vettura davvero strepitosa e solo il compagno di squadra, Bottas, è riuscito a tenere il ritmo del campione del mondo. Gli altri sono tutti staccati con gap piuttosto importanti. In seconda fila troviamo le Racing Point staccate di 1 secondo e in terza fila le due Ferrari. La Rossa è andata meglio rispetto all’Austria anche perché McLaren e Red Bull hanno fatto un deciso passo indietro.

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Proprio il team di Milton Keynes è stato la vera delusione di giornata. Alla vigilia sembravano gli unici a poter infastidire le Mercedes ma, fin da ieri, non sono sembrati competitivi per lottare per le posizioni di testa.

 

Mercedes e Racing Point partiranno le medie

I due team più in forma su questa pista hanno deciso di qualificarsi con le gomme medie che saranno utilizzate nella prima parte di gara. Una scelta corretta che avrebbero fatto anche altri team ma non potevano permetterselo a causa della mancanza di prestazione delle loro vetture. Anche nella giornata di domani il meteo sarà piuttosto incerto con temperature relativamente basse che potrebbero mettere in crisi piuttosto velocemente le gomme soft. Nella giornata di ieri, osservando il long run di Stroll (soft) effettuato nelle FP1, possiamo osservare il crollo prestazionale che c’è stato giro dopo giro.

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Se lo confrontiamo con quello di Hamilton (hard) la differenza è piuttosto notevole soprattutto nella costanza dei tempi. Le basse temperature creano tantissimo graining sulle gomme e questo provoca un degrado anticipato delle coperture. Per questo motivo, chi ha avuto la possibilità, ha scelto di usare per la prima parte di gara la media per poi usare le hard fino alla bandiera a scacchi. Per chi userà le soft la gara potrebbe essere piuttosto difficile e dovranno cercare di gestire gli pneumatici soprattutto nella prima parte di gara.

 

La W11 non ha punti deboli

Mercedes è riuscita, con la W11, a migliorare una vettura come la W10 che era già straordinaria. Basta osservare le prestazioni della Racing Point per capire quanto era valido il progetto anglo tedesco del 2019. Una W10 che aveva principalmente due problemi che sono stati completamente risolti. Il primo la potenza della Power Unit che non era stata migliorata, in termini di potenza, rispetto a quella 2018. Il secondo l’efficienza aerodinamica. In questo 2020, nonostante le direttive tecniche, gli ingegneri sono riusciti a mettere in macchina un motore con circa 25 Cv in più rispetto al 2019 e, grazie al lavoro fatto sull’aerodinamica, sono riusciti a fare un passo avanti anche in termini di efficienza. In particolar modo il lavoro fatto sulle fiancate è stato determinante. Sono riusciti a trovare molto carico al posteriore e questo gli ha permesso di scaricare molto l’ala posteriore. Se confrontiamo le prestazioni di Budapest 2019 con quelle di oggi possiamo notare che c’è stato un miglioramento di ben 1,1,s. Di questo secondo sono stati recuperati 145 millesimi nel sector 1, 653 millesimi nel sector 2 e 322 millesimi nel sector 3. Questi dati dimostrano che non c’è stato un miglioramento da imputare solo al motore ma anche la monoposto, nel suo complesso, ha fatto un passo avanti incredibile.

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Segnali di risveglio per la Ferrari?

La Rossa è riuscita a portare entrambe le vetture in Q3 ed ha piazzato i piloti in terza fila con Vettel davanti a Leclerc. Sicuramente la posizione in griglia è migliore rispetto a quella vista in Austria anche perché sono riusciti a tenersi dietro le due McLaren e la Red Bull di Verstappen. Se osserviamo il gap prestazionale da Mercedes, possiamo notare un dato che è particolarmente negativo visto che, il distacco chilometrico, è aumentato rispetto a quello visto nella prima gara stagionale. Su una pista da medio carico la SF1000 ha pagato un gap chilometrico di 227 millesimi mentre, in Ungheria, tracciato da alto carico, il gap è salito a 303 millesimi.

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Se confrontiamo la prestazione odierna con quella dello scorso anno possiamo avere delle conferme sulle differenze tra la SF90 e la SF1000. Dal grafico in basso possiamo notare che, la vettura 2020, è stata più veloce della 2019 di 269 millesimi. Andando a dividere il tracciato nei tre settori notiamo che c’è stata una perdita di quasi mezzo secondo nel primo dove è molto importante la velocità sul dritto e la bassa resistenza all’avanzamento. Nelle parti di pista guidate, la SF1000, è più rapida della SF90: 308 millesimi nel sector 2 e 346 nel sector 3. Questo ci dimostra che la Rossa è riuscita a trovare più carico rispetto alla 2019 ma gli mancano i cavalli della Power Unit 2019. Carico che, non è ancora sufficiente per competere con Mercedes, la quale, è riuscita a mettere in pista una vettura straordinaria con nessun punto debole.

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