F1 , Leclerc in esclusiva: "Sogno la vittoria a Montecarlo". Lo speciale "Monte-Charles"

ESCLUSIVA
Federica Masolin

Federica Masolin

Il pilota della Ferrari pronto alla gara di casa dopo un giovedì di libere dominato delle Rosse: "Se devo sognare, il sogno è quello di vincere qui, anche se sarebbe diverso dalla successo di Monza". Sul passato: "Devo molto a papà e a Bianchi. Ricordo quella volta Jules mi portò a Maranello, ma rimasi in macchina...". La sua Montecarlo: "Per me è una città tranquilla, diversa da quella del glamour e delle feste, è il mio rifugio anti-stress"

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Si torna a gareggiare a casa sua dopo un anno particolare, dove a Montecarlo - come anche in altri posti – non si è corso a causa della pandemia. Charles Leclerc racconta l'emozione e le sensazioni alla vigilia di una gara senza dubbio speciale per lui, dove però la fortuna non è mai stata dalla sua parte. Parte da qui "Monte-Charles", l'intervista esclusiva con il pilota della Ferrari. "Purtroppo qui non è andata molto bene in passato - racconta - ma è anche vero che sono stato sempre competitivo. Certo, non ho finito la gara che è la cosa più importante, ma sono pronto a dare tutto, come sempre. E speriamo che quest'anno vada meglio".

Lo scorso anno hai avuto un'opportunità incredibile: ti abbiamo visto in un cortometraggio e come attore girare per le strade della tua città. Che esperienza è stata?
"E' stato bello, molto diverso da quello che faccio di solito perché normalmente con la mia macchina da strada vado tranquillo. Stavolta invece le strade le hanno chiuse e dunque mi sono potuto divertire di più su un circuito di Monaco senza guardrail, senza nulla. Mi sono divertito e poi era la prima volta che, dopo il lockdown, sono tornato in macchina. E, anche se non era quella che guido in gara, è stato molto bello".

Quanto ti senti cresciuto, maturato rispetto all'ultima volta che hai corso qui? E che sensazioni hai per il 2021 con la tua Ferrari?

"Anche se sembra ieri, sono cresciuto tanto. Arriviamo da una stagione 2020 molto difficile e ho imprato tanto. Anche a prendere un po' meno rischi quando non serve. Ho imparato ad essere più concreto (Charles dice 'consistente'). Sono contento per adesso di questo 2021 perché sono riuscito ad essere abbastanza concreto ed è quello che volevo fare quest'anno. Quindi per adesso tutto bene, ma dobbiamo continuare a lavorare tanto perché i 'quarti posti' non è che mi facciano impazzire e vorrei andare avanti".

Il sogno per questo weekend?

"Se devo sognare, il sogno è vincere. Solo la vittoria mi permette di farlo. Ma per ora resta tale, realisticamente sarà difficile".

Ricordi quando eri bambino e sognavi tutto questo?
"Sì, ricordo quando all'uscita della curva 1 ero in terrazza a giocare con le macchinine assieme ai miei amici e c'era il GP. Sognavo di essere in F1 un giorno. Poi il mercoledì successivo andavo sui kart e con un cavo immaginavo di cambiare le marce pensando alle monoposto. Dopo tutto è andato abbastanza veloce ella mia carriera e ora sono qui a guidare nelle strade che ho sempre sognato di affrontare".

F1 per te vuole dire anche il tuo papà e Jules Bianchi. C'è un aneddoto che più di altri ti ripota loro alla mente? 
"Con Jules ricordo la prima volta che è andato a punti qui, è stato un anno molto speciale. Avevamo fatto una festa per la sua bellissima gara. Di mio padre ricordo ogni volta che mi portava sulle tribune o nei posti dei suoi amici attorno alla pista per vedere il GP. Momenti che non dimenticherò mai. E non dimentico l'aiuto che mi hanno dato per arrivare fin qui. È grazie a loro, anche se non ci sono più". 

È vero che la prima volta che sei andato a Maranello c'era Jules? O meglio, sei andato con lui
"Sì, ero al Formula Medicine e lui era impegnato in test. Mi ha preso, doveva andare dalla Ferrari. Così siamo andati lì, ma io sono rimasto in macchina perché non potevo entrare. Però mi ricordo che mi aveva detto ' continua a lavorare e ce la farai ad entrare'. E questo giorno è arrivato".

Cosa vuol dire vedere la propria città da un'altra prospettiva? Come la vedi quando sei in macchina?
E intanto arriva Sainz alle sue spalle...

"Se a Carlos ho svelato qualche segreto di Montecarlo? Sì, i buoni ristoranti. Vedere la città da un'altra prospettiva? In realtà cerco di astrarmi per contenere tutte le emozioni quando sono in macchina, devo concentrarmi sul lavoro per ottenere il massimo. Quindi la vedo come qualsiasi altra pista".

 

Ma come pista quella di Montecarlo ti piace oppure hai altri circuiti del cuore?
"Mi piace tanto, mi piacciono i circuiti cittadini soprattutto e Monaco è il challenge migliore per qualsiasi pilota. Sì, è una delle mie piste preferite. Il tratto che mi piace di più? Le piscine. La prima "esse" con le nostre macchine è abbastanza impressionante, la seconda è stata velocizzata nel tempo e il ritmo mi piace molto lì".

Quando si parla di Monaco, il GP di casa, sogni la vittoria. Tu sai cosa vuol dire a Monza, casa della Ferrari. Farlo qui, invece, cosa vorrebbe dire?
"A Monza c'era tanta emozione, tanta gente. Vedere tutti quei tifosi sotto il podio è stato incredibile. Qui il sapore della vittoria potrebbe essere un po' diverso, sarebbe un po' anche far vedere a tutti i miei professori, che quando ero giovane si arrabbiavano se andavo via da scuola per andare a correre, che ce l'ho fatta. C'era un senso in tutte quelle assenze. Ma poi c’è la mia famiglia, i miei amici. Sarebbe strano, Monaco è speciale per me. Alla fine è un Paese ma anche una città piccola dove ci conosciamo tutti. Ecco, sarebbe strano ma molto speciale".

I professori magari non ci credevano, ma il Principe Alberto invece ti ha sempre sostenuto. Che effetto fa sapere che la tua macchina, quella della passata stagione, è esposta nella sua collezione?
"In fondo anche i professori sono sempre stati molto gentili, volevano solo stessi un po' di più a scuola. Il Principe ha sempre creduto in me, abbiamo un rapporto speciale e mi fa piacere che la macchina sia lì e so che se ne prendono cura. Sono felice che i tifosi possano andare a vederla al museo, rappresenta tanto per me, le prime due vittorie sono un qualcosa che non dimenticherà mai. E' proprio il telaio con il quale ho vinto a Monza e Spa".
 

C'è qualcuno che ti ha fatto un in bocca al lupo speciale per questa gara? O magari un consiglio...
"Il Principe, quando abbiamo giocato a padel lo scorso weekend. Ed è sempre speciale. Ma ho ricevuto tanti messaggi in questi giorni e fa sempre molto piacere sentire tutto questo sostegno".


Ci racconti cos'è Monaco per un monegasco? Oltre gli yacht, le feste...
"Io la vedo come una città tranquilla. Poi, certo, un po' cambia nei giorni del Gran Premio. È molto più glamour, ci sono molte più persone, vip, musica, feste... anche se un po' di meno quest'anno. Di solito è così. Io la vivo come una città normale, come un paese perché, come dicevo, conosco tanta gente qui. Sono cresciuto qui e la vedo con un occhio diverso da chi viene per il resto. Feste? Le ho fatte, ma molto poco. Ho piuttosto i ricordi da bambino, dalla piscina dove ho imparato a nuotare alla mia scuola. Ecco cosa mi fa pensare a Montecarlo"

Da bimbo provavi a 'imbucarti' alle feste del GP?
"In realtà non ero spesso a Monaco, ma poi ero tanto giovane e non potevo entrare. Guardavo la F1, il resto non m'interessava tanto".


Un GP del passato che ti sarebbe passato correre?
"Mi sarebbe piaciuto correre con Senna qui, perché questa pista era speciale per lui. Poi è un mio idolo".

Monaco per te è la tua famiglia, la tua barca "Monza", il tuo rifugio…
“È un posto dove stacco. Ecco perché quando si corre qui ed esco di casa devo switchcciare sull’idea che sono da queste part per correre. Ma durante tutto l'hanno essere a Monaco vuol dire staccare dalla pressione della F1 e mi piace stare nel posto dove sono cresciuto".