F1, Gp Austin: l'analisi della gara, Ferrari ora è 3^ forza del Mondiale

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Cristiano Sponton

La Ferrari si conferma in crescita anche su un circuito sulla carta ostico come quello di Austin: McLaren battuta sia sul giro secco che sul passo gara e terzo posto del Costruttori sempre più vicino, anche se la distanza da Mercedes e Red Bull resta ampia. La F1 torna il 7 novembre con il GP del Messico: diretta Sky Sport F1

GP USA, CRONACA E HIGHLIGHTS

Verstappen vince il Gp degli Stati Uniti ed allunga nella classifica mondiale su Lewis Hamilton. La vittoria dell’olandese suona come un colpo da KO per il team Mercedes perché ottenuta su una pista che era considerata un “feudo” anglo-tedesco. Per il team di Milton Keynes è stato un fine settimana estremamente positivo grazie al terzo posto di Perez. Ora il gap da recuperare su Mercedes in classifica costruttori è di solo 23 punti. Nella lotta per il terzo posto è stata la Ferrari ad avere la meglio sulla McLaren. Il team di Maranello è riuscito a conquistare il quarto posto con Leclerc e il settimo con Sainz. Per il team di Woking la gara è stata alquanto deludente visto il quinto posto di Ricciardo e l’ottavo di Norris.

 

Quale è stato il momento chiave della gara?

Verstappen partiva in pole con Hamilton al suo fianco. La partenza non è stata perfetta per Max che si è fatto sopravanzare da Hamilton alla staccata di curva 1. Questo poteva essere il momento decisivo della corsa ma così non è stato. Il campione del mondo non è riuscito ad allungare su Verstappen il quale è sempre rimasto sotto al secondo di distacco. Con le gomme medie la Red Bull è sembrata avere qualche decimo di vantaggio sulla Mercedes proprio per un miglior sfruttamento del compound. La W12 è una vettura che stressa molto gli pneumatici posteriori e sulla pista di Austin, con le temperature di ieri, questo è stato un grosso handicap. Anche dalla Tv si poteva notare una RB16B con un’ottima stabilità sul posteriore mentre la W12 tendeva a scodare molto specialmente in uscita dalla curve lente.

grafico

Verstappen e il muretto della Red Bull sono stati lucidissimi con la strategia che era l’unica arma da usare perché sarebbe stato difficile per il pilota olandese scavalcare il rivale inglese in pista. Appena hanno visto la finestra su Ricciardo, hanno richiamato ai box Verstappen e questo ha permesso loro di effettuare un undercut su Hamilton. Mercedes anche reagendo al giro successivo non aveva chance di restare al comando della gara e per questo avevano pensato ad una strategia alternativa cercando di andare lunghi. Per evitare ciò, Red Bull ha giocato la carta Perez. Lo hanno richiamato ai box e a differenza di Verstappen lo hanno rimandato in pista con gomme medie per mettere ulteriore pressione su Lewis e sul muretto anglo-tedesco. Anche questa mossa è andata a buon fine visto che, Hamilton, è stato costretto al pit stop 3 giri

dopo Verstappen. Il pilota inglese è uscito con un gap superiore ai 6 s su Verstappen. Queste, senza dubbio, sono state le mosse vincenti per la Red Bull e, quanto successo, è la dimostrazione di quanto sia importante avere due piloti davanti. In questo fine settimana Red Bull li aveva mentre Mercedes non ha potuto contare sull’aiuto di Bottas che è stato autore di una gara piuttosto anonima.

 

Perché Verstappen è stato costretto ad anticipare la seconda sosta?

Per portare a termine l’undercut, Max ha spinto tantissimo nei primissimi giri con le hard e questo gli ha creato dei problemi con le gomme costringendolo ad una seconda sosta anticipata rispetto alle previsioni iniziali del team.

A parità di gomme hard, come possiamo vedere dal grafico in alto, Hamilton è stato

costantemente più veloce rispetto alla Red Bull a dimostrazione che, la Mercedes, con questa mescola soffriva meno con il posteriore e riusciva a mantenere gli pneumatici posteriori nella giusta finestra di funzionamento cosa che non riusciva a fare con le hard in quando soffriva dell’ormai famoso handicap dell’overheating. Nel terzo stint, visto quanto era successo nel precedente, Verstappen è riuscito a gestire le gomme in modo ottimale spingendo forte negli ultimissimi giri quando Hamilton si era portato nei suoi scarichi.

Cosa è successo a Perez nell’ultimo stint di gara?

Il pilota messicano è stato autore di un ottimo fine settimana riuscendo a restare piuttosto vicino alle prestazione di Verstappen. Se osserviamo l’andamento della sua gara possiamo notare che, i primi due stint di corsa, sono stati abbastanza positivi mentre, in quello finale, ha avuto un crollo prestazionale. Non c’è stato nessun problema tecnico alla vettura ma semplicemente si è guastato il sistema che permette al pilota di bere. Questo ha reso la corsa del pilota messicano alquanto difficile in quanto non è riuscito ad idratarsi costantemente.

I “bump” hanno creato problemi a Mercedes e Red Bull?

La risposta è sì e queste sconnessioni dell’asfalto, presenti specialmente nel primo settore, sono tra le cause della perdita di competitività della W12 dopo le prime sessioni di libere dove la vettura era sembrata la migliore. La Mercedes ha dovuto alzare la monoposto per evitare rotture del fondo e questo ha comportato una perdita di carico aerodinamico. Red Bull, invece, non ha modificato il suo setup ma ha preferito andare ad irrobustire le aree più a rischio di cedimento. Su autorizzazione della Federazione. I tecnici di Milton Keynes sono andati a rinforzare l’ala posteriore che, durante le libere, aveva mostrato delle crepe. Anche altri team non sono stati indenni da questi cedimenti strutturali, infatti, l’Alpine è stata costretta a ritirare entrambe le macchine per dei cedimenti all’ala posteriore.

 

Come è stata la gara della Ferrari?

Pe il team di Maranello è stata una gara molto positiva. Le unico recriminazioni sono quelle di Sainz che poteva ottenere un risultato migliore rispetto al settimo posto. Il pilota spagnolo è stato frenato nel primo stint dalla scelta delle gomme soft. Successivamente ha avuto un problema al pit stop (terzo consecutivo) e, nella lotta con Ricciardo, ha danneggiato l’endplate dell’ala anteriore e questo gli ha provocato dei problemi di bilanciamento della sua SF21. Per Leclerc, invece, è andato tutto liscio e nessuno è riuscito a mettere in pericolo il suo quarto posto. La McLaren, molto vicina alla Rossa in qualifica, non ha avuto lo stesso passo in garaquesto lo possiamo vedere anche analizzando i singoli stint di ciascun pilota.

Nella prima parte di gara, a parità di gomme con Norris e Ricciardo, il pilota monegasco ha girato più veloce di 4 decimi rispetto al pilota australiano e addirittura 1 s più rapido rispetto al britannico. Sainz, nonostante l’handicap della gomma, ha pagato 3 decimi su Ricciardo ma è stato più veloce di Norris di 3 decimi. Con le hard le cose non sono cambiate con la Ferrari che è stata costantemente più rapida della McLaren. Solo Sainz, nell‘ultimo stint, ha pagato qualche decimo nei confronti dei piloti di Woking ma questo è dipeso principalmente dal danneggiamento dell’ala anteriore. Se il metro di paragone è McLaren per la Ferrari è stato un fine settimana positivo anche se, il distacco nei confronti di Red Bull e Mercedes, è ancora elevatissimo.