La Red Bull si presenta per il Mondiale di F1 2023: Verstappen e Perez, le carriere
RED BULLMax Verstappen, il campione del mondo che dovrà difendere ancora il titolo nella stagione che avrà inizio in Bahrain il prossimo 5 marzo. Con lui, per il terzo anno consecutivo, Sergio Perez. L'olandese la stella, il messicano la spalla per ripartire nel Mondiale 2023. E con loro, nel box di Milton Keynes, il ritorno di Ricciardo nel ruolo di terza guida
Max Verstappen e Sergio Perez pronti a tornare in pista per confermare di essere una delle migliori coppie nella griglia di partenza del Mondiale. L'olandese, che per la seconda volta di fila di presenta ai nastri di partenza campione in carica, anche nel 2023 potrà contare su Checo. Una coppia sulla carta solida, anche se nell'ultima stagione non sono mancate le difficoltà tra i due. Se nel 2021 il messicano si è dimostrato un'ottima spalla in momenti fondamentali nella lotta al titolo contro Lewis Hamilton, nel 2022 le cose non sono filate del tutto lisce a causa di incomprensioni al box di Milton Keynes. E poi ci si chiede: che ruolo avrà in tutto questo Daniel Ricciardo? Il suo ritorno in Red Bull sarà solo da terzo pilota o, col tempo, potrebbe divetare da "terzo incomodo"?
Verstappen, da Mad Max a Super Max
Ha esordito in F1 il 15 marzo 2015: era il GP d'Australia e Max guidava la Toro Rosso. E' lo stesso anno in cui diventa il più giovane driver - 18 anni - a vincere un GP (Spagna). Nel 2017 ha invece chiuso la stagione al 6° posto. Carattere apparentemente introverso - questo almeno è ciò che ci restituiscono le immagini e le interviste televisive - Verstappen è nato ad Hasselt il 30 settembre del 1997. Doppia nazionalità, belga e olandese, le corse sono nel suo Dna visto che suo padre, Jos, ha gareggiato in F1, mentre la mamma, Sophie Kumpen, ha corso come pilota di kart. Irruento, si spinge spesso al limite in pista, forse anche con un pizzico di eccessiva e incoscienza. O almeno così è stato nei primi anni in F1.
Quella volta ad Austin, la rabbia di Max
Lo dimostra quanto accaduto nel GP Usa del 2018: fresco di rinnovo con Red Bull, ad Austin c'erano tutte le intenzioni di brindare per il nuovo accordo. Vertstappen completò una rimonta incredibile, da sedicesimo a terzo, con un super sorpasso negli ultimi metri ai danni di Kimi Raikkonen. Neppure il tempo di buttare giù un sorso d'acqua nel retro podio che arrivò la mazzata: i commissari di gara lo sanzionano con 5 secondi e scivola al quarto posto (Kimi terzo) per aver tagliato la curva con tutta la vettura oltre il cordolo durante il sorpasso. Scurissimo in volto, Max più tardi scriverà su Twitter: "E' stata una decisione molto stupida, presa da un commissario idiota contro di me, mentre ad altri non è stato fatto nulla. Mi sento derubato". Poi, sempre attraverso il web, un parziale dietrofront. Eppure proprio i social - Instagram in particolare - ci hanno permesso di conoscere qualcosa in più su Verstappen, soprattutto negli ultimi tempi. Un ragazzo maturato, che appare più "moderato" rispetto al passato. Anche in pista. Quanto alla sua storia con la Red Bull, nel 2017 ha chiuso al 6° posto (168 punti), nel 2018 4° (249 punti), nel 2019 3° (278 punti) e nel 2020 sempre 3° (214 punti). Una escalation che lo ha spinto sempre più verso il sogno di vincere il titolo mondiale.
2021-2022, gli anni della consacrazione e dei titoli mondiali
Una carriera da predestinato quella di Max Verstappen. La consacrazione e la realizzazione del suo sogno è arrivata al termine di una cavalcata trionfale, cominciata nel 2021 con il successo a Imola e chiusa con la gara di Abu Dhabi del 12 dicembre, che ha regalato il primo titolo iridato all'olandese. In mezzo una serie incredibile di vittorie e un duello appassionante con Lewis Hamilton. L'epilogo tra le polemiche e la rabbia della Mercedes non ha però sminuito il successo in un campionato che ha sancito la crescita definitiva di Super Max. Nel 2022, invece, Verstappen ha dovuto fronteggiare l'ottimo avvio di una Ferrari che nella seconda parte della stagione ha però perso quota e punti, fino a spianare la strada al bis mondiale di Max. Troppo forte la sua RB anche per temere il (timido) ritorno della Mercedes nella parte finale del campionato.
Sergio Perez, quando in Messico urlano "Checo, Checo!"
È l'idolo sportivo indiscusso nel suo Paese, il Messico. L'urlo "Checo, Checo!" è una costante durante il weekend di gara a Città del Messico. Classe 1990, da poco ha compiuto 33 anni, Perez si affaccia alla tredicesima stagione in Formula 1, terza consecutiva con la Red Bull. La prima, con la Sauber, si concluse con un 16esimo posto (14 punti). Dopo un passaggio in McLaren nel 2013 (11esimo con 49 punti), è passato alla Force India poi divenuta Racing Point sotto la guida di Lance Stroll: qui il suo miglior piazzamento, 4° nel 2020 con 125 punti.
La svolta: il successo a Sakhir nel 2020
Il successo a Sakhir nel Mondiale 2020 è quello che probabilmente ha convinto la Red Bull a puntare su di lui. Sembrava destinato a rimanere senza sedile e invece Perez ha centrato il suo primo successo in carriera. E lo ha fatto in modo incredibile: dopo il contatto con Verstappen e Leclerc al primo giro, Checo era retrocesso in 18^ e ultima piazza. Da quel momento, il pilota della Racing Point ha inanellato una serie di giri veloci, rimontando fino alla prima posizione. Agevolato anche dal clamoroso errore al box Mercedes e dalla foratura di un Russell che sembrava in grado di rimontare, Perez ha portato a casa la vittoria ed evitato di restare disoccupato dopo il benservito ricevuto dalla futura Aston Martin.
Spalla (quasi) perfetta, molto più di uno "scudiero"
La parola "scudiero" nelle ultime stagioni è spesso stata associata alla figura di Valtteri Bottas, che, a dire il vero, prima di passare in Alfa Romeo raramente è riuscito a "reggere il gioco" del muretto Mercedes nelle circostanze in cui era necessario dare una mano al compagno di squadra Hamilton. Da questo punto di vista, in appena una stagione, in Red Bull il ruolo di "spalla" lo ha interpretato molto meglio Sergio Perez nei confronti di Max Verstappen. Basti pensare al decisivo GP di Abu Dhabi 2021, con il messicano protagonista di una difesa strenue su Hamilton. Come detto, però, nel 2022 qualcosa è cambiato: ordini di scuderia, contrasti e tentativi di chiarimenti hanno minato il rapporto tra i due compagni di squadra. Ora, alla vigilia del Mondiale 2023, c'è grande curiosità per capire se tutte le divergenze, reali o presunte, siano acqua passata, come alcuni sorrisi apparsi sui social del team farebbero pensare.