Ferrari verso il GP del Belgio: ora serve una scossa e il polso di Vasseur

Formula 1
Carlo Vanzini

Carlo Vanzini

Budapest avrebbe dovuto essere una gara simile all'Austria per la Ferrari, una pista idonea per pensare alla pole e a qualcosa in più, ma invece è stato un vero e proprio tracollo annunciato da venerdì, poi confermato da qualifica e gara. Vasseur deve dimostrare il suo polso e dare l’impronta a un futuro che deve per forza essere migliore. Tutto il weekend di Spa è live su Sky Sport F1, Sky Sport Summer, in 4K e in streaming su NOW

GP BELGIO, LA GARA LIVE

La Ferrari eguaglia la sua settima striscia negativa di assenza da vittorie, 22 gran premi da Austria 2022, così come tra gli anni 72 e 74. È lontano il record che nessuno vorrebbe avere, quello tra il 1990 e il 1994 di ben 58. In quel periodo ci fu nell’ordine l’avvento del presidente Montezemolo (1991), di Jean Todt (1993) di Ross Brawn e poi di Schumacher dalla fine del 1995. Il primo mondiale, costruttori arrivò solo a fine millennio, nel 1999, quello piloti nel 2000. Questo per dire che la costruzione non si fa così dall’oggi al domani, inseguire il nulla in gara senza programmare è la situazione più pericolosa. Budapest avrebbe dovuto essere una gara molto simile ad Austria per la Ferrari, una pista idonea per pensare alla pole e a qualcosa in più e invece è stato un vero e proprio tracollo, annunciato da venerdì, dalle prove libere e confermato dalla qualifica. Che domenica sarebbe stato un calvario era già nella consapevolezza di tutti, piloti compresi.

L’arrabbiatura di Vasseur post qualifica era evidente. Dietro anche all’Alfa Romeo di Zhou e con Sainz fuori in Q2. “È una lezione”, ha tuonato il team principal, ma qui sembra che gli alunni siano disattenti o addirittura non all’altezza della scuola Formula 1. Serve chiarezza nei ruoli e serve dire la verità: inutile stare a inseguire una SF23 erede della F1 75, costruita da Francia 2022, parola di Binotto, ma in regime di budget cap poco si può fare. Servirebbe dire che finché non si cambia macchina adesso non si può fare altro che imparare, cercando certo il miglior risultato possibile, ma anche cambiare e costruire

Si attende il primo organigramma del team principal Vasseur, non appena il numero 2 Mekiés che nonostante i saluti a Silverstone era ancora in divisa rossa anche in Ungheria. A tutti gli effetti dovrebbe essere stata la sua ultima gara e dovrebbe arrivare così la nuova struttura. Sempre che le idee siano chiare perché dopo una debacle così, a 70” da Verstappen e va bene è un alieno che corre da solo, ma a quasi 40 dalla Mclaren e dal podio di certo altri termini  non avrebbero il peso che merita questa sconfitta. C’è fiducia nel gruppo di lavoro? Di fatto Vasseur si è insediato in modo soft senza portare sconvolgimenti e figure esterne, ma è così sicuro di continuare in questo modo. Sa che fare mercato fuori comporta prendersi ulteriore tempo. Poche righe sopra abbiamo sottolineato quanto tempo sia stato necessario al Presidente Montezemolo per dominare il mondo. Forse in quell'intervista dello scorso anno in cui fissava nel 2026, anno entro cui la Rossa avrebbe vinto un Mondiale, il presidente Elkann annunciava una verità sfuggita ai più e nascosta da proclami demoliti dai fatti. Meglio prendersi con calma quel tempo o stare qui a inseguire l’impossibile nell’immediato? È adesso che Vasseur deve dimostrare il suo polso e dare l’impronta a un futuro che non può che essere migliore perché peggio di così è difficile.