Formula 1, GP Monza e Imola nel Mondiale fino al 2030: c'è la proposta di Liberty Media

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Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

Liberty Media ha proposto all'Italia di confermare i Gran Premi di Monza e Imola fino al 2030 in cambio di 300 milioni di euro: servirà però modernizzare entrambi gli impianti e alzare ulteriormente l'asticella. Dalla parte dei circuiti c'è la storia, ma sono molti i nodi da sistemare il prima possibile

Due Gran Premi in Italia fino al 2030: Monza e Imola. Un pacchetto all inclusive da 300 milioni di euro. La proposta di Liberty Media è pronta sul tavolo perchè le piste italiane piacciono e fanno parte della storia della Formula Uno, ma le richieste sono di alzare l'asticella, tenere il passo coi tempi e le nuove esigenze di uno sport che sta provando a cambiare. In una sola parola: modernizzare. Lo ha appena ricordato, come ormai fa da tempo, Stefano Domenicali. Come farebbe un padre diviso tra l'affetto ma anche il dovere di far crescere e far fare un salto di qualità importante al proprio figlio: "Le burocrazie interne non possono fermare certi progetti". Il riferimento nemmeno troppo velato è soprattutto ai lavori che già avrebbero dovuto inziare all'autodromo di Monza. Il rifacimento dell'asfalto, dei sottopassi e della copertura della palazzina box avrebbero già dovuto partire dopo il Gp, ma sono stati posticipati all'inizio del 2024. Poi le squadre di operai dovranno correre perchè è un'intervento di una durata di cinque mesi. Ma ci sono anche i contratti tra ACI e gli enti con i quali viene gestita la pista che scadono prima del 2030. Altro nodo fondamentale da sistemare il prima possibile.

Anche a Imola è stato chiesto un ulteriore sforzo dopo i lavori già fatti in questi ultimi anni, soprattutto lato coinvolgimento fan ed experience. Ma il fatto che Monza e Imola stiano facendo gioco di squadra è fondamentale. Ora anche il Governo deve dare il suo ok per investimenti e finanziamenti.  Il richiamo di Domenicali è stato chiaro: il futuro è qui, ma è anche e soprattutto nella mani di un Paese e di due autodromi che la storia l'hanno già fatta ma ai quali ora è chiesto di guardare necessariamente avanti.

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