Formula 3, l'intervista di Gabriele Minì a Sky: "Voglio vincere il campionato"

l'intervista

Alla viglia della nuova stagione di Formula 3, il pilota Prema parla a Sky Sport F1: "Voglio vincere il campionato". Con le sue parole racconta il lato sportivo e personale, di uno dei talenti emergenti del nostro motorsport: "La mia carriera nasce da una scelta dei miei genitori. Sono da sempre immerso nei motori". E poi tante chicche: "Non sono scaramantico. Laurea? Dipende se arrivo in F1". Anche il campionato di F3 è live su Sky e in streaming su NOW

F1, LA DIRETTA DELLE LIBERE IN BAHRAIN

La nuova stagione di Formula 1 è alle porte e così anche quella di Formula 2 e Formula 3. L'avvicinamento di Sky Sport F1 prosegue con alcune interviste da non perdere ai piloti emergenti del nostro motorsport. Di seguito quella con il 18enne palermitano Gabriele Minì "Talento italiano", che correrà in Formula 3 e sarà ancora protagonista con Prema Racing. Domani, alle 18 invece, sarà la volta di Kimi Antonelli, la "Grande promessa": già nell'orbita Mercedes, sul suo futuro si sono rincorse molte voci relative al dopo Lewis Hamilton nel 2025. Ma intento c'è la pista, che in questa stagione vedrà il 17enne bolognese scattarà in griglia per la Formula 2 con Prema

Passaggio in Prema che sa di ritorno a casa, come già fu nel 2020. Quest’anno lotterete per il titolo?

“Torno in famiglia, qui in Prema vinsi la Formula4 nel 2020, e l’obiettivo per questa stagione sarà sicuramente cercare di portare a casa il titolo”
 

I test sono stati positivi e anche tu sei andato molto forte, senti già particolare feeling con la macchina? Quale caratteristica ricerchi in una monoposto?

“Quando si arriva in un team nuovo bisogna adattarsi a tanti aspetti a partire dal modo di lavorare, tuttavia, fin da subito i test sono andati abbastanza bene, dobbiamo continuare così per arrivare pronti all’inizio della stagione. Una macchina deve essere completa, veloce ma senza avere troppo degrado”
 

A Macao sono arrivati due podi, è una gara speciale che può essere importante ai fini della stagione?

“Sicuramente, è una gara speciale e allo stesso tempo non semplice da affrontare. Siamo andati fin da subito molto veloci, specialmente nelle sessioni di giovedì e venerdì, nelle gare è mancato quel qualcosa in più per arrivare alla vittoria, però abbiamo sempre combattuto per le posizioni alte”
 

La tua prima vittoria in Formula 3 è stata a Montecarlo, nel 2023: è forse uno dei luoghi più significativi per conquistare il primo successo

“Come ho detto spesso, se avessi la possibilità di scegliere per un’unica vittoria durante l’anno, sceglierei la gara di Monaco. Quella dell’anno scorso, è stata due round dopo un weekend in Bahrain in cui eravamo riusciti a conquistare la prima posizione in pista, annullata in seguito a causa di una penalità. Ci siamo però rifatti proprio a Monaco, dopo un podio a Melbourne: è stato un inizio di stagione fantastico”
 

La più grande sorpresa e delusione della scorsa stagione?

“La più grande sorpresa è stato il nostro livello di velocità in qualifica: eravamo consapevoli delle nostre qualità, però tre podi – di cui due pole position – nelle prime tre gare, erano sicuramente inaspettati. La più grande delusione è stata sicuramente la gara in Bahrain in cui una penalizzazione ci ha portato via un primo posto conquistato in pista, è stato molto doloroso”
 

Sei scaramantico? Hai dei tuoi particolari riti che ripeti ogni volta, prima di una gara?

“Non particolarmente, ho delle mie abitudini: stringo le scarpe sempre sulla ruota sinistra prima di salire in macchina o salgo sempre dal lato sinistro, ma non lo faccio per scaramanzia, è solo abitudine”
 

Al termine del weekend, ti riguardi per controllare gli aspetti in cui sei andato bene o in cui devi migliorare?

“Certo, sempre. Però mi concentro poco sulle cose positive, l’obiettivo è capire dove si sbaglia per evitare di ripetere gli stessi errori nel weekend successivo”
 

E cosa guardi in particolare?

“Credo che l’aspetto fondamentale da controllare sia la costanza: non si può essere sempre i più veloci, ma l’obiettivo è puntare a lottare sempre per le posizioni alte, così si vincono i campionati”
 

Stiamo imparando a conoscere Minì come pilota, è importante, però, conoscere Gabriele, il tuo lato più personale: quando hai deciso che avresti voluto intraprendere questa carriera?

“La decisione nasce da una scelta dei miei genitori: da bambino mi regalarono un go-kart e io cominciai a guidarlo, iniziò tutto per gioco, come penso accada in molti casi. Con il passare del tempo miglioravo sempre di più, ma non credo ci sia stato un particolare momento in cui ho deciso che avrei voluto diventare un pilota, ho solo seguito ciò che mi piaceva e quello mi ha portato a dove sono oggi”
 

Fin da bambino sei sempre stato a contatto con le macchine: dai go-kart che guidavi per passione, all’officina di tuo padre. È capitato che insieme a lui vi metteste a smontare, e rimontare, auto o addirittura a sognare di progettare una monoposto?

“Anche mio padre correva in pista: quando non ero sui go-kart, ero a guardare le sue gare e vedevo le macchine sfrecciare. Tutta la mia vita ruotava intorno al motorsport. Non abbiamo mai pensato di progettare una monoposto, però abbiamo sempre lavorato insieme in officina”
 

Tuo padre è stato quindi fondamentale nello sviluppo del tuo percorso, ci sono dei suoi consigli che porti ancora oggi con te prima di scendere in pista?

“Cerco sempre di pensare ai consigli che mi vengono dati prima di una gara, ma quando scendo in pista non ho particolari pensieri: bisogna liberare i pensieri e vivere il momento, penso sia uno dei metodi per fare bene”
 

Ti sei diplomato e non hai intenzione di bloccare il tuo percorso di studi: in futuro, ti vedi prima laureato o prima in Formula 1?

“Credo sia uno la conseguenza dell’altro: dovesse andare sempre bene la carriera nel motorsport, spero di arrivare un giorno in Formula 1, ma non è semplice. In caso contrario cambierò percorso e mi laureerò”
 

Da tanto tempo, sei parte della famiglia Alpine: secondo te qual è la loro ricetta per portare al successo un giovane pilota?

“Non credo Alpine abbia una ricetta in particolare, cercano di mettere in contatto i giovani piloti con chi ha invece più esperienza: viene data loro la possibilità di interfacciarsi con il team e i piloti di Formula 1. Sono tutte cose che aiutano a crescere sia dal punto di vista sportivo che personale”
 

Hai avuto modo di conoscere Esteban Ocon e Pierre Gasly? Che rapporto hai con loro?

“Ho avuto modo di conoscerli, anche se non in modo così approfondito. Però ho potuto seguirli, ascoltare i loro discorsi con gli ingegneri, capire le loro caratteristiche e osservarli in pista: li conosco più dal punto di vista sportivo che personale”
 

Nel 2024, Gabriele Minì vuole…finisci tu la frase

“Vincere il campionato”