Leclerc: "Passione per Senna trasmessa da papà, Schumi unico a cui ho chiesto l'autografo"
l'intervistaCon Leclerc il viaggio in macchina verso l'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Lungo il tragitto Charles ha parlato del suo rapporto con i tifosi, ma anche dell'idolo Senna e di Hamilton, suo prossimo compagno di squadra in Ferrari. E c'è un aneddoto con Schumacher. Tutto il weekend del GP del Made in Italy e dell'Emilia Romagna è live su Sky e in streaming su NOW
La Formula 1 è tornata in Europa per il primo dei "nostri" GP, a Imola. Siamo stati in compagnia di Charles Leclerc che a bordo della sua Ferrari stradale ci ha portato all'Autodromo Enzo e Dino. Ha raccontando il suo rapporto con i tifosi, la passione Senna e come sarà l'arrivo di Hamilton a Maranello dal 2025.
Tu hai sempre detto che da piccolo giocavi con una macchina rossa e guardavi passare le macchine dalla finestra di casa tua e sognavi. Ma sognavi anche di avere macchine così per andare in strada?
Sì, ma molto più tardi. Prima di tutto per me c'era la Formula 1 e basta. Poi quando cresci e ti avvicini ai 18 anni, guardi un po' le macchine che ci sono in giro. Abitando a Monaco ce n'erano abbastanza di Ferrari. Questo ti fa sognare, ma all'inizio era solo un sogno e mi concentravo pienamente sulla Formula 1. Adesso essendo pilota Ferrari è più facile avere macchine incredibili.
Quando sali su queste macchine, ti dici qualcosa?
Ogni volta che la vedo per me è di nuovo un sogno. La guardo per 5 minuti e poi ci entro. Su questo non ci si abitua.
Ti senti soddisfatto?
Sì. Dal lato professionale però c'è molto di più che voglio fare. Dal lato personale, se non sono soddisfatto con quello che ho, non lo sarò mai. Sono molto fortunato e lo so. Questa è una cosa che i miei genitori mi hanno sempre insegnato, da molto prima che arrivassi in Formula 1.
Quando arrivi e c'è tanta gente che ti circonda la macchina e vuole autografi e foto, provi momenti di imbarazzo oppure ormai è un'abitudine?
Questi momenti sono bellissimi perché sono ragazzi e ragazze che hanno tantissima passione e può solo essere bello.
Cosa ti dà questo?
Tantissima carica. Comunque momenti di imbarazzo non ne ho. Mi ricordo la prima volta che una persona iniziò a piangere di fronte a me. Questo è stato un po' strano. Capisco che crea emozione, perché anche io prima ero dall'altro lato.
Tu sei mai andato a chiedere autografi?
Non ho mai chiesto autografi però avevo tantissimo rispetto. L'unico autografo che ho è di Michael Schumacher a Paul Richard. Io facevo dei test nella pista dei kart e lui in quella di Formula 1. Sono arrivato lì perché il mio compagno di squadra voleva vederlo. Io mi sono sempre trovato in imbarazzo perché non volevo disturbare quindi non l'ho mai fatto. Però era Michael Schumacher e quindi mi sono fatto firmare la tuta. Questo è stato l'unico. Comunque i tifosi mi danno carica, quando arrivo in pista la mattina e loro sono lì ad aspettarmi.
Tu sei nato dopo che è scomparso Senna, ma cos'è lui per te?
E' strano perché io non sono mai riuscito a vederlo dal vivo, però credo che una grande parte del rispetto che provo per lui e il fatto che sia il mio idolo venga da mio padre. Mio papà aveva un idolo e solo uno ed era Ayrton Senna. Quindi, mi raccontava le storie, guardavamo i video e gli on board e capisci che c'era qualcosa di speciale intorno a lui. In aggunta al film c'era il punto di vista di mio padre che aggiungeva qualcosa di speciale. Tutto questo ha fatto sì che Senna per me fosse il solo ed unico idolo e punto di riferimento. Quello che ho capito con mio padre era che anche se lui era il più talentuoso, lavorava più degli altri. La combinazione delle due cose ha fatto sì che diventasse quello che è.
L'anno prossimo arriverà Hamilton come tuo compagno di squadra. Lui ha iniziato a vincere mondiali quando ancora tu rincorrevi il sogno. E' particolare?
Sicuramente è particolare, ma adesso è da qualche anno che sono in Formula 1 e lo vedo come avversario. Ora sarà mio compagno di squadra. E' un grandissimo pilota, porterà tutta la sua esperienza e tutto il suo talento in Ferrari, il che può fare solo bene. Io devo concentrarmi su me stesso e fare modo di batterlo in pista. Sicuramente dovremo lavorare insieme, ma non sarà un problema: non lo è stato con Vettel, non lo è stato con Sainz e non lo sarà nemmeno con Hamilton. Abbiamo un buonissimo rapporto però il mio obiettivo sarà sempre batterlo in pista e per lui sarà lo stesso. Per riportare la Ferrari in alto.