Perché Verstappen ora è un pilota "totale"

È stato il mondiale della testa e del talento, ma soprattutto della completezza. Max Verstappen oggi è un pilota totale. E lo ha dimostrato nel corso di questa stagione. Nella parte iniziale la RedBull lo ha seguito e sostenuto, permettendogli di creare un distacco importante verso gli inseguitori e mettendolo in una posizione di netta predominanza. A un certo punto però la macchina è venuta meno e gli altri, McLaren in primis, hanno avuto la concreta possibilità di ridurre il gap, tecnico e di punti. Da quel momento Verstappen è stato bravissimo a massimizzare tutto ciò che il weekend di gara gli offriva: ha portato la RedBull a un livello superiore anche quando la vettura non era competitiva, non ha mai lasciato un punto per strada, sbagliato una partenza, forzato un sorpasso, rovinato una strategia. Semplicemente impeccabile in quella fase dell’anno in cui la macchina è mancata. Norris invece, il suo rivale più accreditato, non ci è riuscito. Pur avendo per larghi tratti l’auto più performante. Lando non è stato sempre in grado di massimizzare la sua velocità in punti: a volte per una partenza sbagliata, a volte per una gestione della gara imperfetta, altre volte per un pit stop lento . Sulla base di questa differenza di costanza il mondiale non poteva che finire nelle mani di Max, che nelle ultime gare – fino ad arrivare all’apoteosi di Las Vegas – ha dimostrato di essere il pilota più completo in griglia. In questo momento non c’è storia se consideriamo tutti gli aspetti all’interno di una stagione: velocità in qualifica, visione e regolarità all’interno della gara, cattiveria nel corpo a corpo e costanza nel corso di tutto il campionato. Nessuno, oggi, è eccellente tanto quanto Verstappen nella somma di queste cinque caratteristiche. Oggi Verstappen è un pilota diverso da quello che era nel 2021, quando vinse il primo titolo. Quella versione di Max era aggressiva all’eccesso, giocava spesso sul filo dell’incidente. Oggi la forza nel ‘ruota a ruota’ è rimasta inalterata, quello che invece ha guadagnato è la ‘visione’: della singola gara e di tutto il campionato, sulla valutazione del peso della singola gara. Questa versione di Verstappen, rispetto a quello che era fino al 2021, ha l’intelligenza e l’esperienza per sapere quando spingere e quando conviene alzare il piede. Ecco perché oggi per me è il pilota ‘perfetto’: sta vivendo il suo momento di massimo splendore come atleta. Ha la stessa velocità inalterata di quando è sbarcato in Formula 1, la stessa grinta, a cui ha aggiunto l’esperienza di un pilota 4 volte campione del mondo. Ha il fisico ideale per sopportare le fatiche dell’abitacolo, le conoscenze per allestire la macchina e il carisma per spingere il team a fare le scelte che lui reputa migliori. Oggi Max è perfezione. Ecco perché quello del 2024 è il suo mondiale più bello. Certo, quello del 2021 era il primo, il più sofferto, il titolo da portare nel cuore. Ma il quarto è stato quello della massima completezza come pilota. Spendiamo qualche parola anche per lo sconfitto, anzi, gli sconfitti, Lando Norris e la McLaren. A inizio stagione non partivano di certo con l’ambizione di poter vincere il campionato, ma questa prospettiva ha preso forza andando avanti nel corso della stagione avendo la macchina più veloce, eppure oggi si trovano più distanti da Verstappen di quanto non fossero concluso il Gp di Miami, quello della ‘svolta’. La spiegazione è semplice: al collettivo McLaren è mancata la capacità di trasformare velocità e prestazioni in punti, di massimizzare la loro supremazia in pista. Per tanti motivi diversi. Il risultato, inevitabile, è stato aver perso punti nei confronti di un rivale che ha guidato per la maggior parte del campionato una vettura inferiore, ma che ha saputo costruire il suo successo sulla costanza di rendimento. Questo 2024 rimarrà comunque un’ottima base di partenza sui cui cercare di costruire dei successi futuri, detto che nel 2025 tutto lascia pensare che potremmo avere un campionato ancora più combattuto. Lando esce più forte da questa lotta, il team anche: hanno perso ma sono sicuro che avranno imparato dagli errori. Carlo Vanzini qualche giorno fa ha inserito Verstappen nella sua personale ‘prima fila’ insieme a Hamilton, Schumacher e Senna. Senza dare una classifica precisa, perché ogni pilota è figlio della propria epoca, anche nella mia graduatoria non può che essere molto molto in alto. Verstappen sta facendo cose incredibili. Forse ce ne renderemo conto solo tra 15/20 anni, quando si sarà ritirato e avrà ritoccato qualche altro record, ma deve essere inserito nella sfera dei più grandi in assoluto. Può essere una figura controversa e non stare simpatico a tutti, ma con questo quarto titolo, quello della definitiva consacrazione perché il primo senza la macchina migliore, ha fatto una cosa enorme. E può solo essere ammirato per questo. Aspettando un 2025 ancora più bello.

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Matteo Bobbi