F1, le prime parole di Kimi Antonelli: "Senna il mio idolo, ho scelto il 12 in suo onore"

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Prima dell'esordio ufficiale in Formula 1, Andrea Kimi Antonelli si è raccontato nel corso del suo primo giorno a Brackley, sede della factory Mercedes. "Sono competitivo ma quando sono a casa so come rilassarmi". Poi, gli aneddoti sulla sua prima volta nel paddock e il "suo" numero 12: "Avevo sette anni ed entrai nascosto in una pila di ruote. Il 12 per Ayrton Senna, ma non solo..."

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Ci sarà anche Andrea Kimi Antonelli sulla griglia di partenza di Melbourne, il primo appuntamento stagionale del calendario di Formula 1. Dopo una carriera da protagonista nelle formule propedeutiche, l'italiano sarà al via del prossimo mondiale con la Mercedes al fianco di George Russell. Ed è lo stesso Antonelli a raccontarsi in un'intervista rilasciata ai canali ufficiali della squadra nel corso del suo primo giorno a Brackley, rivelando più di qualche retroscena sul percorso che lo ha portato ad essere al via del mondiale il prossimo anno, peraltro come il debuttante più giovane in pista.

Competività sì, ma a contare è anche la calma

Giovanissimo e competitivo in pista e fuori. Emerge questo dalla prime parole di Antonelli, pur consapevole che, una volta a casa è importante anche saper staccare e rilassarsi, mettendo da parte, seppur solo per qualche momento, il mondo dei motori. "Quando sono in pista, riesco a concentrarmi completamente", dice. "Sono pienamente determinato e appassionato di questo sport e di ciò che faccio. Quando guido, cerco di farlo d'istinto. Se faccio un'attività con i miei amici - paintball o bowling - mi concentro e divento molto competitivo, a malapena parlo con loro in quel momento! Ma se sono a casa, magari dopo un weekend di gara impegnativo, posso rilassarmi. So come mantenere la calma e fare le mie cose. Cercare di non pensare troppo e di non stressarsi troppo ti mette di buon umore e ti aiuta a tornare concentrato".

I motori, un affare di famiglia

Non è sempre facile entrare in un paddock di Formula 1, ma uno dei primi aneddoti in merito al mondo dei motori riguarda proprio questa possibilità. A raccontarlo è lo stesso Antonelli, evidenziando come il mondo dei motori lo abbia travolto sin da quando era bambino. "Era Hockenheim nel 2014. Non potevo entrare nel paddock perché ero troppo piccolo", racconta, ricordando come quel fine settima papà Marco stava correndo nella Porsche Supercup. "Mio padre decise di nascondermi in una pila di pneumatici e di farmi passare su un carrello. Abbiamo messo un ombrello in cima per rendermi più difficile da vedere! Sono riuscito a passare e ad entrare nella corsia dei box. Poi, un suo amico mi ha procurato un pass. Ho dato un'occhiata in giro per un'ora ed è stata un'esperienza fantastica, ma ridiamo sempre quando ricordiamo la storia del carrello".

L'ammirazione per Ayrton Senna

Il suo nome rimanda all'ultimo vincitore di un campionato del Mondo con la Ferrari, Kimi Raikkonen, ma il suo idolo, come rimarcato da sempre appartiene al passato della Formula 1, conosciuto come tanti altri giovani ragazzi attraverso i DVD. "Mi sono appassionato quando ho visto i video di (Ayrton) Senna". Crescendo guardavo tutti i DVD delle stagioni dagli anni Ottanta agli anni Duemila, e in uno di questi ricordo di aver visto Ayrton e mi è rimasto davvero impresso. So di non aver avuto la fortuna di vederlo correre, ma quando ho guardato tutti quei video ho iniziato a rendermi conto di tutte le incredibili gare che ha fatto. Ho guardato il documentario e anche la serie recente. È il mio idolo per quello che era sia fuori dalla pista che in pista. Un pilota incredibile, ma anche una grande persona. Mi ha ispirato, e raggiungere anche solo una piccola parte di quello che ha fatto lui nella mia carriera sarebbe davvero fantastico".

Il numero 12, un omaggio ad Ayrton ma non solo...

Un'ammirazione ripresa poi anche attraverso il numero di gara utilizzato, il 12, che lo accompagna sin dalle prime uscite in monoposto. Una dedica ad Ayrton sì, ma non solo. "È per via di Ayrton, ma è anche il numero che ho usato per la prima volta in monoposto. Dalla F4 ho iniziato a usare subito il 12 e ha portato abbastanza fortuna. Spero di poter continuare così anche in F1. Avevo anche 12 anni quando sono entrato a far parte del programma junior della Mercedes, quindi c'è anche questo".

E infine i tracciati preferiti

C'è tanta Italia, oltre che tanta storia tra i tracciati preferiti di Antonelli. E se in alcuni ha avuro già la possilità di macinare chilometri a bordo di una F1, su altri non ancora, in attesa dell'esordio ufficiale nel corso di questa stagione. "Mi piacciono molto Imola e il Mugello, sono entrambi circuiti fantastici. Imola è a circa 30 minuti da casa mia, mentre il Mugello è a circa 50 minuti. Mi sono innamorato anche di Silverstone la prima volta che ci ho guidato. Attraversare Maggotts, Becketts, Chapel e Stowe è stato incredibile con una vettura di F1: mi ha lasciato senza parole. Monaco è un'altra pista che mi è piaciuta molto l'anno scorso in F2. La concentrazione necessaria, soprattutto su quel singolo giro, è incredibile".