Questa McLaren fa già paura a tutti: il commento dopo il GP d'Australia

Dopo aver spaventato tutti nei test in Bahrain, la McLaren ha confermato la propria forza anche in Australia. A Melbourne il team papaya ha dimostrato di avere una finestra di utilizzo molto ampia e di avere una macchina molto rapida a prescindere dalle condizioni climatiche: ha fatto bene con una temperatura bassa il venerdì nelle prove libere, ha dominato con il caldo del sabato in qualifica e si è ripetuta anche in gara sotto la pioggia. E soprattutto in gara il dominio sulle altre vetture è stato a tratti a imbarazzante. Un dato importante e significativo: senza safety car, Norris avrebbe potuto terminare la gara anche con 30 secondi di distacco su Verstappen. E così, inevitabilmente, in questo momento la McLaren fa paura a tutti. I prossimi Gran Premi in Cina e Giappone, dove i circuiti sono più tradizionali, diranno se davvero c’è – al momento – questa grande differenza tra il team guidato da Andrea Stella e tutti gli altri. Ma anche per gli altri team le gare in Cina e Giappone saranno già importantissime. Al termine di questa stagione il regolamento cambierà e dopo le prime 4-5 gare andranno fatte delle scelte decisive in vista della prossima stagione. Tutti i team dovranno quindi capire fin dove spingere il progetto attuale e se, eventualmente, abbandonarlo un po’ in favore di quello dell’anno prossimo. Per ora, una cosa è certa: McLaren a parte, gli altri team – chi più chi meno – lasciano l’Australia con le ossa rotte. A salvare la Red Bull ci pensa il solito Max Verstappen. Ancora una volta, a fare la differenza è il talento del quattro volte campione del mondo, che consente al team austriaco di rimanere aggrappato a un risultato incredibile. La Mercedes chiude con un terzo e quarto posto, il team di Toto Wolff è stato abile e concreto a sfruttare tutte le occasioni che si sono presentate, grazie anche a una coppia di piloti molto solida. E qui, è impossibile non fermarsi a parlare di Kimi Antonelli. A 18 anni, alla sua prima gara in Formula 1, ha dato l’impressione di essere un ‘veterano’. Concreto, solido, è stato capace di aspettare quando le condizioni erano molto critiche e poi ha attaccato al momento giusto. È stato l’unico pilota a fare sorpassi su sorpassi in una pista attendista e, soprattutto nel finale, sembrava un forsennato. Con il ritmo con cui ha chiuso, se avesse avuto a disposizione altri 4-5 giri avrebbe anche potuto superare Russell. Nel complesso, ha corso una gara pazzesca, riuscendo a far sorridere gli italiani anche in un weekend negativo per la Ferrari. Dalla strategia alla prestazione: per la Rossa non ha funzionato quasi niente. Dal venerdì al sabato la macchina ha perso completamente performance, per motivi che ad ora non riusciamo a comprendere, e in qualifica è stata molto lenta. In gara il ritmo è stato pressocché inesistente e anche le scelte prese non sono state le migliori. Ma più delle strategie, che sì potevano essere migliori, la cosa che fa preoccupare maggiormente è proprio la performance. La macchina ha dimostrato di avere dei picchi buoni e ha del potenziale, ma al momento non sembra ancora sia stata centrata. La Cina e il Giappone saranno già due esami importanti per la Ferrari: c’è la necessità impellente di capire il valore reale di questa macchina.

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Matteo Bobbi