F1, Gp Miami: la gara vista dalla pista negli Usa

Formula 1
Mara Sangiorgio

Mara Sangiorgio

Da Miami a Miami, si è chiuso il cerchio della McLaren con la vittoria di Piastri che segue quella di Norris di dodici mesi fa. E' la fotografia di una squadra in salute, che difficilmente potrà essere fermata. A Imola si attendono aggiornamenti, ci puntano la Red Bull e la Ferrari. In attesa di Barcellona... Il Mondiale torna dal 16 al 18 maggio a Imola: tutto live su su Sky e in streaming su NOW

F1, GP MIAMI: HIGHLIGHTS

Da Miami a Miami si chiude un cerchio. Da dove dodici mesi fa è iniziata la risalita McLaren, con un consapevole pacchetto di aggiornamenti e un pizzico di fortuna per Lando Norris, alla consacrazione definitiva di netta superiorità. Nel mezzo 11 vittorie con l’ultimo sigillo di Oscar Piastri, di cui cinque su sei gare solo quest’anno come nel 1998, un titolo costruttori nel 2024 e ora le speranze concrete di portarsi a casa entrambi i mondiali a fine stagione.

 

E’ la fotografia di una squadra in salute, che negli ultimi anni ha preso e messo le persone giuste al posto giusto e ha dimostrato che risorgere si può. Per citare chi l’ultimo Gp lo ha vinto e guarda tutti dall’alto della classifica piloti, Miami è stata la gara in cui McLaren è riuscita a sbattere in faccia a tutti la sua forza. George Russell terzo si è preso infatti poco più di mezzo minuto al traguardo. Per ritrovare un tale distacco tra team bisogna andare indietro a Bahrain 2023, 38 secondi su Alonso terzo, quando la Red Bull e Verstappen hanno fatto di un sol boccone la stagione. Difficile pensare che questa McLaren possa essere fermata, ne è convinto proprio il pilota della Mercedes che lancia parole sibilline. 

 

Aggiornamenti sui cui in tanti puntano già da Imola: da Verstappen e la Red Bull che sembrano aver quantomeno trovato una strada per rimanere in scia alla monoposto papaya, alla Ferrari che invece deve trovare il modo ancora di far partire la stagione. In attesa del giro di vita sulle ali anteriori di Barcellona. Ma anche lì, la McLaren non sembra proprio avere pensieri.

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