GP di Singapore, l'analisi tecnica delle qualifiche

Formula 1

Cristiano Sponton

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Le qualifiche del GP di Singapore ci hanno regalato una bella battaglia per la pole position tra le due Red Bull e Sebastian Vettel. A spuntarla, grazie ad un magnifico giro nelle fasi cruciali del Q3, è stato il pilota tedesco della Ferrari che è riuscito centrare la quarta pole position stagionale. Analizziamo in dettaglio i tempi delle qualifiche e proviamo a capire cosa potrà riservarci la gara

CRONACA DELLE QUALIFICHE - TEMPI E DISTACCHI

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Tecnici e meccanici Ferrari, come spesso è successo in questa stagione, hanno lavorato duramente nella giornata di ieri per trovare il giusto setup della SF70H che, durante le libere di venerdì, non sembrava essere la vettura da battere. Il buon lavoro fatto dagli ingegneri di Maranello è testimoniato dalla quarta posizione di Raikkonen che, seppur staccato di 6 decimi dal compagno di squadra, è riuscito a classificarsi davanti alla Mercedes di Hamilton. Il pilota finlandese, ieri, era sembrato molto in difficoltà con la monoposto a causa di un cattivo riscaldamento degli pneumatici ed in special modo di quelle anteriori che, non essendo nel corretto range di funzionamento, non garantivano il giusto grip e la vettura soffriva di molto sottosterzo. Fin dalle prove libere 3 si era notato un deciso miglioramento di entrambe le SF70H e la riprova si è avuta in qualifica con la Rossa di Vettel che domani scatterà dalla prima posizione.

La Red Bull ha confermato la buona impressione di ieri, ma nel momento cruciale non è riuscita ad avere dalla Power Unit i cavalli che servivano per lottare ad armi pari con la Rossa.

Terza fila per la Mercedes che sembra essere più competitiva rispetto a quello che avevamo visto a Monte Carlo e Budapest ma le caratteristiche della W08 non sembrano adattarsi a questa tipologia di tracciati. La W08 nella giornata di ieri soffriva di overheating alle gomme posteriori mentre, da quello che abbiamo visto nelle FP3, il comportamento di oggi era completamente diverso. Hamilton durante le prove libere 3 è riuscito a realizzare il proprio miglior crono dopo ben 8 giri e questo potrebbe significare che gli ingegneri abbiano optato per un assetto meccanico pensato per salvaguardare gli pneumatici e cercare una gara ad una singola sosta per cercare di limitare i danni.

Da segnalare la prova positiva della McLaren-Honda che su un tracciato dove la potenza della Power Unit ha meno influenza nei tempi sul giro è riuscita a portare entrambi i piloti in Q3 ottenendo un ottavo posto con Alonso e un nono con Vandoorne. Questo dimostra il buon potenziale della MCL32 che per tutta questa stagione è stata limitata dalle scarse prestazioni della Power Unit nipponica che oltre a mancare di potenza si è anche rilevata poco affidabile.

Analisi Q3

Se andiamo ad analizzare i migliori settori possiamo notare che l’unico pilota ad effettuare un giro perfetto è stato Vettel. Giro veloce che ha anche regalato un brivido al pilota tedesco visto che ha colpito un muro con entrambe le ruote, ma il contatto non ha causato eccessivi problemi visto il tempone che è riuscito a stampare.

Molto vicini al giro perfetto ci sono arrivati anche i due piloti della Mercedes e Alonso mentre, entrambi i piloti della Red Bull e la Ferrari di Raikkonen, potevano ottenere un miglioramento di oltre 1 decimo. Miglioramento che non avrebbe fatto scalare posizioni in griglia a questi piloti.

Rispetto alla consueta analisi abbiamo aggiunto un’ulteriore tabella per cercare di capire i settori in cui i piloti hanno rimediato il maggior distacco rispetto all’autore della pole position. Analizzando i dati possiamo notare che entrambe le Red Bull hanno accusato il maggior gap nel settore 1. Settore 2 quasi alla pari tra Red Bull e Vettel mentre, nell’ultima parte di tracciato, la RB13 è stata la vettura più veloce in pista.

Colpisce anche il distacco rimediato dalla Mercedes nel primo settore visto che è quello in cui la potenza della Power Unit Mercedes avrebbe dovuto fare la differenza.

Raikkonen, invece, è riuscito a tenere testa al compagno di squadra solo nel settore 1 pagando decimi preziosi nel secondo e nel terzo.

Se andiamo ad analizzare l’incremento prestazionale di ciascun pilota tra la Q2 e la Q3 possiamo notare che Vettel è quello che è riuscito a migliorare di più i propri tempi. Miglioramento di circa mezzo secondo per tutti gli altri piloti ad eccezione dei due McLaren che hanno avuto un miglioramento di 2 decimi con Alonso ed addirittura un peggioramento di 171 millesimi con Vandoorne.

A livello di Team, la Ferrari è riuscita ad avere un miglioramento di oltre 7 decimi, mezzo secondo per il duo Red Bull - Mercedes mentre per McLaren il progresso è pressoché nullo.  Il dato che più sorprende è quello di Mercedes che durante tutta la stagione era sempre una di quelle monoposto che tra Q2 e Q3 aveva un miglioramento molto importante. Sembra che, in queste qualifiche, non abbiano utilizzato la classica mappatura da qualifica. Potrebbe essere una questione legata a motivi di affidabilità visto che, per questa gara, stanno utilizzando la vecchia Power Unit specifica 3 montata a Silverstone e Budapest. Per ora, la specifica 4, introdotta a Spa, è stata accantonata per essere utilizzata su circuiti in cui la potenza della Power Unit potrà fare la differenza.

Le strategie

Da quello che si è visto nelle FP2 e secondo le previsioni Pirelli non è così impensabile una gara con singola sosta. Proprio per questo motivo hanno fatto bene Ferrari e Mercedes a concentrarsi durante le prove libere 2 sull’utilizzo della gomma soft. Red Bull non ha potuto farlo in quanto alla vigilia avevano optato per un 1 solo treno di soft.
Secondo le simulazioni della Pirelli la strategie più veloce per la gara è quella a singola sosta. Partenza con UltraSoft e pit stop intorno al giro 19 per montare la Super Soft fino al termine. L’alternativa a questa strategia è quella di “pittare” al giro 14 e montare la soft fino alla fine. Siamo curiosi si capire cosa accadrà nei fatti domani.