Formula1: Lewis Hamilton, chiamatelo Emozione!

Formula 1

Matteo Bobbi

Lewis Hamilton 2017 (foto: Sutton Images)
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Lewis Hamilton visto dal nostro Matteo Bobbi, 2 volte campione del mondo GT ed ex pilota Minardi Formula1

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A volte siamo tutti nostalgici, pensiamo spesso a quanto fosse bella la F1 del passato, a quanto fossero fighi i piloti, a quanto fossero belle ed emozionanti le gare. Vero, però io penso anche che siamo fortunati in questo momento, fortunati perché stiamo vivendo a mio avviso una delle più belle F1 di sempre, con attori incredibili ad animarle.

Sono sempre stato, come in molti, tifoso di Senna. Più che un semplice tifoso.  Per me Ayrton è stato un motivo di ispirazione, una leggenda, qualcuno di talmente incredibile che non pensavo di poter vedere più nessuno come lui. Forse mi sbagliavo però. Con la vittoria del quarto titolo mondiale di Hamilton ho avuto la voglia di ripercorrere tutta la sua carriera, di anno in anno, rileggendomi tutto, documentandomi su tutto, e credo che sia qualcosa di impressionante, qualcosa da far venire la pelle d’oca, qualcosa che mi ha emozionato in forma molto simile a quando anni fa vivevo le gesta di Ayrton Senna.

Un bambino di colore venuto dal nulla, le corse e le vittorie sui kart in un mondo difficile ed ostico per tutti, figuriamoci per un padre e figlio di colore senza supporti economici. Ricordo il video nel quale Lewis piccolino, in smoking, quasi sognante, chiede a Ron Dennis (a quel tempo quasi un Dio intoccabile della F1) di essere supportato economicamente, di poter correre in Formula 1 un giorno con la sua macchina.

Siamo di fronte ad un copione talmente perfetto che nemmeno il miglior sceneggiatore al mondo potrebbe mai scrivere. Eppure cosi è stato, da lì un susseguirsi di trionfi continui, dal kart alla Formula Renault passando alla GP2. Vincendo tutto e subito, quasi a voler mandare avanti il tempo, il tutto per chiudere il cerchio correndo e vincendo per la Mclaren, dimostrando a Ron Dennis che la sua sogno di bambino in smoking si era avverato. Da lì in poi ancora tanti successi, cambiamenti di stile di vita, le feste, gli aerei privati, la vita al limite.

È sempre difficile paragonare epoche diverse e campioni di diverse epoche, ma a me sembra proprio di dire che Ayrton Senna ha un erede. Che corre, che vince, ma che soprattutto emoziona. Cosi come faceva Ayrton....