Formula 1, GP Bahrain: l'importanza di rimanere "freddi"

Formula 1

Paolo Filisetti

Dettaglio Ferrari SF71-H (foto: Sutton Images)

Dalla gara di Melbourne è emersa una chiara indicazione: la gestione delle temperature sarà decisiva nella stagione di Formula 1 2018. Il circus fa ora tappa a Sakhir, nel deserto del Bahrain dove il caldo è il dominatore assoluto. Capiamo perchè le monoposto di F1 soffrono così tanto le alte temperature e analizziamo le contromisure di Ferrari e Mercedes. GP in diretta domenica dalle 17.10 (pre dalle 15.30) in diretta esclusiva su Sky Sport F1 HD canale 207 e con SkyQ l'incredibile definizione del 4K HDR

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Hamilton in Australia

In occasione del GP di Melbourne, è emerso secondo quanto dichiarato da Mercedes, che Lewis Hamilton, per diversi giri nella scia di Sebastian Vettel, sia stato investito dalla scia di calore emessa dalla SF71H del tedesco. Ciò, a quanto pare, lo avrebbe costretto a rallentate, mantenendo la propria monoposto ad una distanza in cui gli effetti negativi della scia della vettura di fronte erano attenuati. Nello specifico la ragione principale per cui l’inglese ha dovuto desistere a tentate un potenziale  attacco  (difficile da portare a termine per le caratteristiche del  tracciato di Melbourne), non era tanto il degrado dei pneumatici che deriva dallo stare in scia ravvicinata di una monoposto, venendo a mancare il carico aerodinamico all’avantreno, ma soprattutto l’aumento delle temperature delle varie componenti della power unit (disponibile per ciascun pilota in soli tre esemplari per ventuno gare).

Il lavoro degli ingegneri, tra resistenza all'avanzamento e dissipazione del calore

Un dato comune a tutte le monoposto, quest’anno, è stata la ricerca di una minore resistenza all’avanzamento, attraverso una maggiore permeabilità dei pacchi radianti, e una riduzione della sezione delle imboccature delle fiancate. In pratica, diminuendo la loro sezione, i team hanno parallelamente suddiviso le prese d’aria, creando dei canali dedicati a specifici elementi, in grado peraltro di velocizzare, mediante la loro conformazione, in flusso d’aria passante. In sostanza, incrementando la velocità del flusso, si è mantenuto lo stesso scambio termico, che sarebbe stato garantito con imboccature più ampie, ma flusso più lento. È altrettanto importante però notare, che anche i fori di uscita, posteriori, al pari di quelli d’ingresso, siano di sezione molto ridotta. Sia la Ferrari SF71H ma soprattutto la Mercedes W09, sono caratterizzate da un retrotreno, nella cosiddetta zona a Coca Cola, molto rastremato, con uno sfogo dell’aria calda in uscita dai pacchi radianti, molto piccola.

Sfoghi aggiuntivi per il calore

Ovviamente, la fluidodinamica interna di entrambe le monoposto è stata studiata per garantire un adeguato scambio termico, e scongiurare, inoltre, bloccaggi aerodinamici, ma in determinate situazioni, e soprattutto in determinate condizioni, a livello di layout della pista, e nondimeno di temperature ambientali, ciò può non essere sufficiente ad evitare in costante aumento delle temperature degli elementi della power unit, e non solo. Per ovviare a questo problema, i team adottano griglie aggiuntive per lo smaltimento del calore in eccesso, consentendo un mantenimento entro valori accettabili, delle temperature di esercizio delle varie componenti. La Ferrari, a Melbourne ha introdotto delle griglie a lato dell’abitacolo, sulla parte superiore delle fiancate, che saranno mantenute ed incrementate questo fine settimana in Bahrein, a causa dell’elevata temperatura ambiente tipica di Sakhir. 

La Mercedes, oltre a griglie supplementari come la Ferrari ha adottato già da Melbourne anche delle feritoie “a branchia”, poste verticalmente ai lati dell’abitacolo, dedicate espressamente a garantire un adeguato scambio termico per l’elettronica di controllo della Power unit.