Il GP di Spagna ci ha fornito dei risultati inattesi alla vigilia. Non sorprende la doppietta della Mercedes ma ha destato un certo stupore la facilità con cui sono riusciti a farlo. Le gomme unico fattore decisivo? Perché Mercedes ha dominato? Come si spiega la poca competitività Ferrari? Che problemi ha avuto Raikkonen? Perché Vettel unico dei top ad effettuare 2 soste? Perché la FIA ha permesso a Ferrari di utilizzare la nuova soluzione degli specchietti?
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Che il circuito di Barcellona fosse una pista esaltante per le caratteristiche della Mercedes W09 era risaputo ma le difficoltà incontrate dalla Ferrari in questo fine settimana sono state sicuramente inattese visto le performance che aveva dimostrato la Rossa negli ultimi GP sopravanzando a livello prestazionale i rivali anglo-tedeschi.
Le gomme solo l’unico fattore ad aver fatto la differenza?
Come sappiamo Pirelli per questo GP di Spagna ha portato in pista degli pneumatici con un battistrada ridotto di 0,4mm. Riduzione del 12% del battistrada che, osservando i valori in pista, sembra aver stravolto le forze in gioco ma che, secondo gli esperti, non può essere dovuto solo da questo fattore. Per avere ulteriori chiarimenti è stato contattato un ingegnere esperto in pneumatici il quale ha ribadito che, la riduzione fascia battistrada, non incide minimamente sulla prestazione, generalmente è un’operazione che si fa per dissipare calore che altrimenti andrebbe a generare surriscaldamento. Una modifica che non può influenzare gli equilibri in gioco ma che può cambiare i livelli di usura che i team, attraverso i loro simulatori, avranno sicuramente ricalcolato.
Impossibile per noi dire con esattezza se questo fattore abbia stravolto le forze in gioco, come abbiamo visto dalle prestazioni dei team durante la gara, e dobbiamo fidarci di quello che ci dicono gli esperti del settore che, a differenza nostra, hanno la possibilità di avere molto più dati a disposizione da analizzare. Oltre a Ferrari anche Red Bull ha faticato parecchio nella comprensione di questi pneumatici ma, alla fine, sono riusciti a trovare un setup adeguato. Mercedes, invece, non ha avuto nessun problema ma non crede che la competitività della W09 sia dovuta esclusivamente a questo fattore visto che, durante i test invernali, con le gomme “standard” erano ugualmente i più veloci in pista.
Perché Mercedes ha dominato?
Mercedes ha dimostrato, ancora una volta, di trovarsi molto a suo agio sul tracciato di Barcellona. La W09 è ritornata ad essere molto performante come avevamo visto durante i test invernali e come era successo nel GP inaugurale di Melbourne. "Abbiamo lavorato duramente per analizzare ed eliminare i nostri problemi avuti in questo inizio di mondiale", ha dichiarato Toto Wolff. "Il tracciato si adatta molto bene alla nostra vettura e le temperature fresche di questi giorni ci hanno sicuramente aiutato", ha ammesso il capo squadra della squadra campione del mondo.
L'efficienza aerodinamica della W09 è ideale per questo tipo di tracciato e i tantissimi dati raccolti durante i test invernali hanno permesso ai tecnici di assettare alla perfezione la monoposto. A livello tecnico, oltre al piccolo profilo aerodinamico collocato sulla sospensione anteriore, sono stati “sbloccati” ulteriori cavalli che sono serviti ai piloti delle Frecce d’Argento per ottenere la pole position. Oltre a queste novità, sulla W09, è stato utilizzato un diffusore con l’aggiunta di una deriva per cercare maggior carico al retrotreno.
Come si spiega la poca competitività della Ferrari?
Spiegare la mancata competitività della Ferrari parlando esclusivamente del fattore gomme non è completamente giusto perché, insieme a questo, potrebbe aver inciso anche altro. Insomma una serie di circostanze sfavorevoli per la Ferrari in un fine settimana dove si è corso su un tracciato che ha esaltato le caratteristiche della Mercedes. Parlando di gomme, avere un battistrada più sottile, comporta un minor "movimento" della gomma ossia un minor surriscaldamento della superficie dello pneumatico che relativamente allo spessore tolto nella nuova specifica di pneumatici significava temperature minori di 7-10°C. Ma anche una spalla leggermente più rigida che, combinato a pressioni piuttosto elevate, ha messo in crisi la Rossa.
Siamo sempre nel campo delle ipotesi ma una perdita di temperatura sulle gomme di 7-10°C potrebbe aver messo in crisi il bilanciamento della SF71H, in quanto la Rossa potrebbe essere una monoposto che sfrutta gli pneumatici al limite più basso della finestra minima di funzionamento. Sappiamo che gli pneumatici hanno una temperatura minima e massima di utilizzo e se una monoposto riesce ad utilizzarli vicino al limite inferiore una modifica, come quella portata in pista a Barcellona dalla Pirelli, potrebbe creare problemi di utilizzo facendoli finire fuori “finestra”, creando scivolamento, soprattutto del posteriore, e un’usura più elevata.
Oltre alla modifica degli specchietti, di cui parleremo in seguito, la Ferrari ha portato in pista diverse novità che, dopo alcuni test comparativi, sono stati introdotti su entrambe le vetture. Novità che, vedendo il comportamento della SF71H in gara, non sembrano aver funzionato come gli ingegneri si aspettavano perché alla vettura pareva carente di carico al retrotreno. Dubbio lecito che ha ammesso anche Vettel al termine della gara quando ha fatto un’interessante analisi del GP ponendo l’attenzione non solo sulle gomme ma sugli update, come se non avessero funzionato a dovere.
Oltre al fondo e al diffusore, per questo GP spagnolo, è stata portata in pista una sospensione posteriore che presentava il bracket di attacco del triangolo superiore al porta-mozzo in una posizione leggermente rialzata. Modifica che ha ragioni prettamente aerodinamiche in quanto i cinematismi della sospensione sono rimasti invariati.
Saranno molto importanti i test di questa settimana a Barcellona per capire se questi sviluppi hanno dato i risultati sperati. Ferrari avrà la possibilità di effettuare ulteriori prove comparative e analizzando i dati avrà la possibilità di capire con certezza la bontà di questi sviluppi.
Un altro fattore da tenere in considerazione per capire le prestazioni della Ferrari è la Power Unit che, dopo il problema avuto da Raikkonen durante le prove libere di venerdì, non è stata sfruttata alla massima potenza per salvaguardare l’affidabilità e non incorrere in ulteriori problemi anche sulla monoposto di Vettel. Problemi che potrebbero aver inciso anche nella definizione del setup aerodinamico con l’utilizzo di un assetto con meno carico al retrotreno per avere maggiore velocità sul dritto.
Che problemi ha avuto Raikkonen?
Il pilota finlandese si è ritirato dalla gara per un problema elettrico. Il motore endotermico, il turbocompressore e MGU-H, sostituiti dopo le prove libere di venerdì, potranno essere utilizzati durante il GP di Montecarlo. Il problema avuto da Raikkonen con la relativa sostituzione del motore endotermico priverà il pilota finlandese della nuova evoluzione che la Ferrari conta di portare in pista a partire dal Canada.
Per quanto riguardo il motore endotermico numero 1 difficilmente potrà essere riutilizzato in quanto il problema accusato è stato piuttosto grave. Si parla di un vero e proprio cedimento strutturale. Potranno essere recuperati, invece, il gruppo turbocompressore e MGU-H.
Perché Vettel è stato l’unico dei top team ad effettuare 2 soste?
Se guardiamo il risultato che ha prodotto la seconda sosta di Vettel è chiaro che la strategia adottata dal muretto di Maranello sia stata completamente sbagliata. Il pilota tedesco, al momento del pit – stop, si trovava in posizione 2 ed ha terminato la gara in posizione 4. Sentendo le dichiarazioni a fine gara di Vettel sembra che, la Ferrari, non abbia avuto scelta in quanto avevano un usura molto elevata degli pneumatici che non gli avrebbe garantito di terminare la corsa con un singolo stop. Raikkonen, invece, dopo il ritiro ha ammesso di non avere avuto problemi di usura sugli pneumatici e che la sua strategia era impostata con un singolo stop.
Se analizziamo la gara del pilota tedesco posiamo notare che, la prima sosta, è stata anticipata di troppi giri quando le gomme erano ancora performanti per paura di subire un undercut da Bottas che seguiva da vicino la Rossa. Le gomme di Vettel, come dimostra la linea di tendenza del grafico in basso, erano ancora molto performanti e potevano essere sfruttate per altri giri. L’undercut su questo tracciato non doveva essere un grosso timore perché, le gomme medie, avrebbero impiegato qualche giro prima di esprimere il loro massimo potenziale. Più facile subire un overcut come stava riuscendo a Bottas che non ci è riuscito a causa di un cambio gomme molto lento.
Anche sul secondo stint lo stop della Ferrari è sembrato piuttosto anticipato in quanto i tempi non mostravano segnali di usura degli pneumatici. Vettel stava girando sugli stessi tempi di inizio stint. Solo in Ferrari però conoscono i livelli di usura degli pneumatici e, per noi, è impossibile dire se poteva arrivare fino alla fine. L’unica cosa certa è che, al momento dello stop, le gomme non erano così male ma se gli ingegneri della Ferrari erano sicuro di non poter terminare la corsa hanno fermato il pilota tedesco nel momento giusto perché, grazie al regime di Virtual Safety Car, hanno perso meno tempo rispetto ad una sosta “classica”.
Quali gomme porterà in pista la Pirelli durante i test di Barcellona?
Pirelli è fermamente convinta che le gomme con battistrada ribassato non sono la causa della mancanza di competitività della Ferrari. Per chiarire qualsiasi dubbio, nei test di martedì e mercoledì, che si disputeranno sul tracciato catalano del Montmelò, il costruttore italo-cinese metterà a disposizione dei vari Team, anche a scopo comparativo, entrambe le specifiche di pneumatici.
Perché la FIA ha permesso a Ferrari di utilizzare la nuova soluzione degli specchietti?
A Barcellona la FIA ha acconsentito a Ferrari di utilizzare gli specchietti nonostante, dopo le proteste dei team avversari, li abbia dichiarati non conformi al regolamento. Per vietarli, la Federazione, prima del GP di Monaco emanerà l’ennesima direttiva per spiegare fin dove è lecito spingersi con la soluzione degli specchietti ancorati al sistema di protezione Halo.
Ferrari, in vista di Montecarlo dovrà ritornare alla soluzione "classica" oppure rimuovere il profilo incriminato, evidenziato con la freccia gialla nell’immagine in basso. Questo profilo è stato collocato per ragioni aerodinamiche e non per evitare vibrazioni anomale degli specchietti. Nell'immagine potete osservare la soluzione attuale (alla vostra sinistra) non regolare e quella regolare (alla vostra destra) che la Rossa potrebbe usare a Montecarlo.
Elaborazioni grafiche Ing.Sponton su immagini Sutton