Formula 1, GP Giappone 2018. Sky Spy: la minaccia del ritiro spaventa ancora?

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Sky Spy

Toto Wolf (Foto: Sutton)
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Montatura o avvertimento reale? Ciclicamente i top-team minacciano di fermare i loro programmi Formula 1 come arma per ricattare FIA e Promoter. Qualche settimana di panico poi tutti rientra, sarà così anche stavolta? Il GP del Giappone è in diretta esclusiva su SkySportF1 e SkySportUno

LA CRONACA DEL GP GIAPPONE

Sembra una partita a poker, in cui ciò che conta davvero è capire se l’avversario sta bluffando o fa sul serio. La storia che da un paio di settimane gira nel paddock di Formula 1 racconta di un punto interrogativo bello grosso sul futuro in Formula 1 della Mercedes. Tutto sembrerebbe prendere forma da un avvicendamento. Daimler ha annunciato che Dieter Zetsche, presidente della società e capo della divisione Mercedes Benz, lascerà il proprio incarico con le assemblee di bilancio dell’anno prossimo e verrà rimpiazzato da Ola Kallenius, il cui mandato durerà 5 anni.

Kallenius è stato nominato membro del cda nel gennaio 2015 mentre Zetsche è un manager storico del gruppo automobilistico tedesco, essendo in consiglio dal 1998. Ma la storia che gira in Formula 1 è soprattutto un’altra. “Baffo” Zetsche è un gande appassionato di motorsport, e quando può raggiunge Toto Wolff la domenica dei Gran Premi per condividere lo spazio davanti all’ormai celebre tavolo dei pugni. Kallenius viene invece descritto come un professionista che si appassiona di più davanti ad un bilancio in “verde” che in un paddock, e quando si parla di bilanci, un programma nella massima serie del motorsport mondiale non è mai alla voce “utili”.

Ovviamente Kallenius sa bene che a partire al 2014 la Formula 1 ha garantito un grandissimo ritorno in termini di immagine a tutto il gruppo Mercedes, fin quasi all’over-esposizione. Ovvero: la vittoria non è più una notizia, ma lo diventa la sconfitta. Ha quindi senso restare ancora in Formula 1? I bene informati dicono che non sia proprio una coincidenza che tutti i contratti più importanti firmati dalla Mercedes abbiano una scadenza ben precisa: 31 dicembre 2020. Nessun personaggio chiave del programma Formula 1 che opera nella sede di Brackley ha un accordo che va oltre la fatidica data in cui diventerà operativo il nuovo patto della Concordia, né piloti, né figure di spicco tecniche e men che meno manageriali.

E qui si arriva alla seconda parte della storia. Detta così sembra che la Mercedes stia preparando un’uscita di scena, cosa non impossibile visto che anche nel suo primo ciclo da team ufficiale la squadra (allora) tedesca lasciò per ‘manifesta superiorità’ al termine del 1955 dopo due stagioni marchiate a fuoco. Ma sarà poi vero che a distanza di oltre sessant’anni la storia possa ripetersi? O si sta giocando un’altra partita? La stesura del nuovo Patto della Concordia riscriverà tutte le linee guida della Formula 1, sia tecniche che economiche, ed è una partita a dir poco importante.

La Mercedes è abituata a partire con largo anticipo quando inizia un nuovo ciclo tecnico, lo ha fatto con l’ibrido (probabilmente grazie anche all’aiuto del consulente Ross Brown) e intende farlo ancora. Così come intende acquisire un ruolo paritetico alla Ferrari nel peso politico al tavolo della Formula 1, pur non avendo la stessa caratura storica del Cavallino. Quello che il gruppo vuole mettere sul tavolo è la minaccia di chiudere la saracinesca a Brackley e Brixworth, lasciando ferme due monoposto e togliendone la power unit ad altre quattro. E la coincidenza della notizia trapelata negli ultimi quindici giorni, sembra tanto il tentativo di creare un po' di allarmismo perfetto per mettere pressione a Liberty Media e FIA, ovvero gli interlocutori seduti al tavolo delle trattative.

La Mercedes bluffa? “Io scommetto di si – sostiene un team principal – se davvero ci fosse il rischio ritiro sarebbe un bel problema per Toto Wolff, e i Mondiali da qui in avanti gli andrebbero di traverso. Chi lo compra un team del genere? Neanche due Stroll si farebbero carico di quei costi! Andranno a chiedere qualcosa in più a Liberty, e hanno imparato da Helmut Marko: minacciare l’addio. Solo che Helmut lo fa in modo diretto, Mercedes evidentemente non può. E a proposito di Marko: avete sentito che si è già portato avanti dicendo che se la power unit Honda non sarà competitiva Red Bull lascerà la Formula 1? Si prepara all’aiutino…se sarà necessario, ovviamente….”. Anche il Presidente Sergio Marchionne utilizzò l’arma dell’addio con Liberty, confermando quella che ormai sembra una moda: non gioco più, me ne vado. Ma alla fine tutti restano al loro posto, almeno fino a quando le ragioni politiche ed economiche continuano un senso alla permanenza sotto i riflettori del Circus. E di ragioni ce ne sono parecchie, almeno fino a quando l’interesse Mondiale per la Formula 1 si confermerà quello che di fatto è oggi.