F1, GP di Singapore 2019: l'analisi delle prove ufficiali

Formula 1

Cristiano Sponton

La Ferrari vola con le novità aerodinamiche introdotte: risultati molto superiori alle attese. Oltre alle modifiche al muso della SF90 e ad alcuni interventi nella zona del fondo si è visto anche un diffusore modificato rispetto a quello utilizzato a Spa e Monza. Ecco tutto quello che è successo nel sabato di Marina Bay. ll GP di Singapore in diretta domenica alle 14.10 su Sky Sport F1 (canale 207) e Sky Sport Uno (canale 201)

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Le qualifiche del GP di Singapore ci hanno regalato una bellissima sorpresa visto che, Charles Leclerc, è riuscito ad ottenere la terza pole position consecutiva (5a^ in stagione) battendo la Mercedes di Lewis Hamilton che, alla vigilia, era considerata la vera favorita. Le ottime prestazioni della Rossa hanno permesso a Vettel di ottenere il terzo tempo davanti alla Red Bull di Verstappen che, per caratteristiche della monoposto, sembrava essere superiore alla SF90 su questa tipologia di tracciato.

Red Bull e McLaren

Max Verstappen, grade pretendente alle prime posizioni, ha ottenuto solo il quarto tempo ad oltre mezzo secondo dalla Ferrari di Leclerc. Uno dei più deludenti è stato sicuramente Bottas che, nel momento cruciale, non è riuscito a tirare fuori il massimo potenziale della sua monoposto ed ha dovuto accontentarsi del quinto tempo.  Sesto si è classificato Alex Albon con la seconda Red Bull a 8 decimi dal proprio compagno. Bene la McLaren che ha portato entrambe le vetture in Q3: Sainz settimo e Norris decimo. Per il team di Woking sarà una dura battaglia con la Renault che ha classificato Ricciardo all’ottavo posto e Hulkenberg al nono.

Pacchetto aerodinamico, vola la SF90

Le novità aerodinamiche introdotte sulla vettura hanno sicuramente dato dei risultati molto superiori alle attese. Oltre alle modifiche al muso della SF90 e ad alcuni interventi nella zona del fondo si è visto anche un diffusore modificato rispetto a quello utilizzato a Spa e Monza. La zona dove sono intervenuti gli aerodinamici di Maranello è quella esterna con l’introduzione di un profilo a V per cercare una maggior pulizia in una zona molto delicata della vettura visto che è molto disturbata dai flussi turbolenti generati dal rotolamento degli pneumatici. Già nella giornata di venerdì si era capito che qualche miglioramento c’era stato ma, grazie al lavoro di setup e di bilanciamento, la SF90 è sembrata essere trasformata, rispetto alla giornata di ieri, già nelle Libere 3. Una vettura che, nel guidato, è sembrata essere molto precisa sull’anteriore e non più sottosterzante come avevamo visto furante le FP2.

Infatti, analizzando i singoli intertempi, possiamo notare che, la SF90, ha mantenuto la sua supremazia nel primo tratto di pista dove ha potuto sfruttare la maggior potenza della sua Power Unit. In questo breve tratto di pista (solo 26 s di percorrenza) la Rossa è riuscita a guadagnare oltre 2 decimi sulle due Mercedes e ben 4 decimi sulla Red Bull di Verstappen. Bisogna tenere in considerazione un aspetto molto importante sulla Power Unit visto che, la Ferrari, ha utilizzato il motore endotermico specifica 3 portato in pista per la prima volta a Monza. Un’unità piuttosto fresca che ha fatto la differenza sulla Mercedes che ha utilizzato per tutto il fine settimana la specifica 2. Unità Mercedes introdotta in Canada che ha già percorso diversi chilometri rispetto alla freschezza del motore utilizzato quest’oggi dalla Rossa. Non bisogna trascurare nemmeno i problemi di raffreddamento che, la W10, sta accusando ormai da inizio stagione i quali hanno costretto i tecnici ad utilizzare delle prese d’aria maggiorate per evitare spiacevoli inconvenienti tecnici.

Velocità in curva, la sorpresa

Ma, il risultato sorprendente che ha regalato la pole al giovane pilota monegasco è stata la velocità nelle curve, dove, la Rossa, è riuscita a girare sugli stessi tempi della Mercedes W10. In quello centrale, dove ieri accusava mezzo secondo dai migliori, è stata la più veloce con Vettel che è riuscito a precedere di pochi centesimi Leclerc, Hamilton e Verstappen. Rispetto a quanto visto durante le FP2, Mercedes, non è sembrata essere completamente a suo agio con l’anteriore. Osservando gli onboard di Hamilton e Bottas è sembrato che, entrambi i piloti, abbiano avuto di problemi di temperatura con le gomme anteriori e questo gli ha impedito di spremere al 100% il potenziale della W10. 

Dove va forte la Mercedes?

Nel terzo settore, invece, la Mercedes si è confermata come la vettura più rapida ma la Ferrari è riuscita a rimanere molto vicina. Infatti, come possiamo osservare dl grafico in basso, Leclerc è rimasto staccato di soli 45 millesimi. Un risultato davvero straordinario se pensiamo che, fino all’ Ungheria, la SF90 pagava decimi preziosi a Mercedes in tutti i settori guidati.

Il distacco chilometrico

Quello ottenuto nelle qualifiche è ancora più sorprendente se andiamo ad analizzare il distacco chilometrico tra Ferrari e Mercedes nei circuiti di Monaco e Ungheria che hanno caratteristiche tecniche similari a quello di Singapore. Se osserviamo il grafico in basso possiamo notare che, rispetto a Budapest, la SF90 è riuscita a recuperare ben 14 centesimi a chilometro sulla Mercedes passando da un distacco di 10 centesimi ad un vantaggio chilometrico di 0,04s. Questo sta a significare un guadagno prestazionale rispetto all’Ungheria di ben 7 decimi. Un dato troppo “strano” che sta a significare che, Ferrari, ha sicuramente fatto dei grossi progressi ma, Mercedes, nella giornata odierna non era sicuramente in una delle sue migliori giornate.