Wild card story, eroi (di casa) per un giorno
MotoGpIl GP di Spagna vedrà al via, come in ogni appuntamento del Motomondiale, alcuni piloti invitati dall'organizzazione. Un'occasione per fare esperienza e che qualche volta ha svelato futuri campioni
di Roberto Brambilla
Un solo Gran Premio per assaggiare magari quello che è il sogno di una vita. Le wild card, particolarmente ambite per il GP di Spagna, Italia e Giappone per la vetrina che offrono, sono una delle caratteristiche più particolari del Motomondiale. Due per ogni classe, con nomine approvate dalla Federazione e dalla Dorna i piloti che la ricevono non possono guadagnare punti per la classifica costruttori ma hanno la possibilità per uno (o più) week end di fare esperienza e di farsi notare. E per alcuni piloti di questa stagione e del recente passato la wild card è stato davvero un buon inizio..
La prima con record di Pol – Uno dei protagonisti della MotoGP, il più piccolo dei fratelli Espargarò iniziò la sua carriera come wild card. Era il 2006 e aveva appena compiuto 15 anni, l'età minima per gareggiare. Corse in 125 il Gran Premio di Catalunya a Montmelò e finì 13°, diventando il più giovane di sempre a punti nella storia del Mondiale. L'anno dopo si guadagnò il "posto fisso" per il campionato e nel 2013 è diventato campione del mondo nella Moto 2.
Alex Marquez e Syahrin, che wild card – Nel 2012 il fratello minore (classe 1996) del fenomeno Marc assaggiò il Motomondiale nella Moto3, gareggiando in Portogallo e proprio a Jerez, raggiungendo un 12° e un 15° posto. E alla terza wild card centrò un sesto posto a Montmelò che gli valse la chiamata dell'Ambrogio Next Racing per le ultime sei gare del campionato. Dopo il quale è arrivato nell'attuale team Estrella Galicia. Addirittura meglio è andata al malese Hafizh Syahrin che a Sepang alla seconda chiamata “a gettone” nel 2012 si classificò quarto, diventando terzo dopo la squalifica (retroattiva) per doping di Anthony West.
Aoyama, Kato e Abe, da Suzuka alla gloria – Un altro dei veterani della MotoGP Horoshi Aoyama ha iniziato come wild card. Tra il 2000 e il 2003 il giapponese venne “invitato” alla gara di casa nella 250, collezionando all'esordio un ottavo posto e nell'ultimo anno una seconda piazza, dietro Manuel Poggiali partendo dalla pole position. Nel 2004 Hiroshi avrà una moto ufficiale e nel 2009 conquisterà il Mondiale.
Una pista, Suzuka, che ha visto l'exploit di altre due wild card. Dajiro Kato che da “invitato” arrivò terzo nel 1996 e primo nel biennio 1997-1998 e Norifumi Abe che nella classe 500 ingaggiò un duello con Doohan e Schwantz, cadendo però a pochi giri dalla fine. E proprio nella classe regina, ma a Valencia nel 2006, il campione della Superbike Troy Bayliss firmò un podio da wild card. Terzo nella gara che vide Valentino Rossi perdere il Mondiale per mano di Nicky Hayden.
Un solo Gran Premio per assaggiare magari quello che è il sogno di una vita. Le wild card, particolarmente ambite per il GP di Spagna, Italia e Giappone per la vetrina che offrono, sono una delle caratteristiche più particolari del Motomondiale. Due per ogni classe, con nomine approvate dalla Federazione e dalla Dorna i piloti che la ricevono non possono guadagnare punti per la classifica costruttori ma hanno la possibilità per uno (o più) week end di fare esperienza e di farsi notare. E per alcuni piloti di questa stagione e del recente passato la wild card è stato davvero un buon inizio..
La prima con record di Pol – Uno dei protagonisti della MotoGP, il più piccolo dei fratelli Espargarò iniziò la sua carriera come wild card. Era il 2006 e aveva appena compiuto 15 anni, l'età minima per gareggiare. Corse in 125 il Gran Premio di Catalunya a Montmelò e finì 13°, diventando il più giovane di sempre a punti nella storia del Mondiale. L'anno dopo si guadagnò il "posto fisso" per il campionato e nel 2013 è diventato campione del mondo nella Moto 2.
Alex Marquez e Syahrin, che wild card – Nel 2012 il fratello minore (classe 1996) del fenomeno Marc assaggiò il Motomondiale nella Moto3, gareggiando in Portogallo e proprio a Jerez, raggiungendo un 12° e un 15° posto. E alla terza wild card centrò un sesto posto a Montmelò che gli valse la chiamata dell'Ambrogio Next Racing per le ultime sei gare del campionato. Dopo il quale è arrivato nell'attuale team Estrella Galicia. Addirittura meglio è andata al malese Hafizh Syahrin che a Sepang alla seconda chiamata “a gettone” nel 2012 si classificò quarto, diventando terzo dopo la squalifica (retroattiva) per doping di Anthony West.
Aoyama, Kato e Abe, da Suzuka alla gloria – Un altro dei veterani della MotoGP Horoshi Aoyama ha iniziato come wild card. Tra il 2000 e il 2003 il giapponese venne “invitato” alla gara di casa nella 250, collezionando all'esordio un ottavo posto e nell'ultimo anno una seconda piazza, dietro Manuel Poggiali partendo dalla pole position. Nel 2004 Hiroshi avrà una moto ufficiale e nel 2009 conquisterà il Mondiale.
Una pista, Suzuka, che ha visto l'exploit di altre due wild card. Dajiro Kato che da “invitato” arrivò terzo nel 1996 e primo nel biennio 1997-1998 e Norifumi Abe che nella classe 500 ingaggiò un duello con Doohan e Schwantz, cadendo però a pochi giri dalla fine. E proprio nella classe regina, ma a Valencia nel 2006, il campione della Superbike Troy Bayliss firmò un podio da wild card. Terzo nella gara che vide Valentino Rossi perdere il Mondiale per mano di Nicky Hayden.