Infallibile Marquez, alieno della Honda. Chi potrà fermarlo?

MotoGp
Conosce solo vittorie Marc Marquez, leader del Motomondiale (Foto Getty)
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Lo spagnolo campione iridato, leader del Mondiale con quattro vittorie in altrettante gare, non conosce sosta: 100 punti in classifica ed un margine rassicurante su Pedrosa. Rossi si rispecchia in lui. In vista di Le Mans non si intravedono ostacoli

di Lucio Rizzica

Dopo l’ennesima marcia trionfale, questa volta nella sua Spagna, dal paddock della MotoGp si alza un grido in parte di dolore che lancia nel vuoto un terribile interrogativo: “Chi mai potrà fermare Marc Marquez?”. Nelle prime quattro prove del calendario iridato 2014, il campione del mondo uscente è partito quattro volte dalla pole e per quattro volte è arrivato davanti a tutti al traguardo. Cogliendo 100 punti su 100 e mettendo già 28 punti fra sé e Dani Pedrosa, il migliore dei terrestri.

Perché Marquez terrestre sembra non essere, visto che in pista si comporta come un alieno inarrestabile. E al momento nessuno sembra essere in condizione di porre un freno alla sua rincorsa a una stagione record: basti pensare che un anno fa come adesso (quando partì da debuttante nella categoria) lo spagnolo aveva ‘solo’ 78 punti. E alla fine si laureò campione.

La Honda è tutta ai suoi piedi e questo rende ancora più difficile il lavoro di Dani Pedrosa, che soffre non poco il compagno di squadra e che – salvo cataclismi - rischia di retrocedere da eterna grande promessa a eterno comprimario. Eppure Pedrosa, con la stessa moto, è già salito sul podio per quattro volte (due secondi e due terzi posti), mica bruscolini. Ma davanti alla tabella di marcia espressa fin qui da Marquez anche un avvio così brillante sembra nulla.

La Yamaha, che potrebbe lottare alla pari con la Honda, vive un momento di leggero progresso ma appare ancora lontana dalla rivale storica. La M1 non sembra essere altrettanto competitiva della RC213V, Rossi è in crescita ma pure già lontano in classifica (-39 punti). Peggio ancora sta Lorenzo, ombra di se stesso, caduto a Losail, incappato in un brutto errore in Texas, solo quarto a Jerez. A leggergli negli occhi sembra stia vivendo la nemesi della prima convivenza con Valentino. E stavolta quello che si sente scomodo nei box è il maiorchino.

Torniamo a chiederci ancora, allora, chi potrà fermare mai Marc Marquez sulla strada del titolo, guardando già all'impegno di Le Mans, in Francia, il prossimo 18 maggio.  La risposta più logica appare: al momento egli stesso. Perché nessuno sembrerebbe poterlo sgambettare al di là della propria irruenza, della malasorte, della eccessiva sicurezza propria del predestinato. In 22 gare in classe regina ha conquistato fin qui 20 podi, senza mai scendere sotto il terzo posto, non andando a punti lo scorso anno solo al Mugello (caduta) e Phillip Island (squalifica).

Rossi lo ammira, lo combatte ma ne è apertamente un fan. Marquez gli ricorda il ‘Dottore’ prima maniera, quello giovane e guascone, intelligente e dotato, amato e spregiudicato. Valentino dice di lui: “Fra tutti Marc è il pilota con più margini di miglioramento”. Praticamente una investitura, un passaggio di testimone. Forse pure una sentenza.

A scanso di equivoci, per non perdere la concentrazione e non smarrire gli obiettivi, Marc Marquez farebbe bene forse a leggere Friedrich Nietzsche e ricordare che “il peggiore nemico che puoi incontrare, sarai sempre tu per te stesso…”. Di qui a Valencia, 9 novembre, fanno 5 mesi e 14 tappe… A buon intenditor poche parole.