MotoGP-Aprilia, secondo capitolo di una storia difficile

MotoGp
Jeremy McWilliams è stato l'ultimo pilota a ottenere un podio nella classe regina (la 500) con l'Aprilia
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A Misano la casa di Noale ha annunciato il suo ritorno nella classe regina nel 2015 con il team Gresini. Una categoria prestigiosa in cui però la marca italiana ha sempre fatto molta fatica. Ecco il suo rapporto a tratti burrascoso con 500 e MotoGP

di Roberto Brambilla

Con un anno di anticipo rispetto al previsto l'Aprilia torna in MotoGP. Lo farà in collaborazione con il team Gresini nel 2015 come annunciato a Misano, nel week end del GP di San Marino e della Riviera di Rimini. Una nuova sfida per la casa di Noale in una categoria, da cui si era ritirata alla fine del 2004, che non è mai stata la preferita dall'azienda italiana. Cinque podi ma nessun titolo mondiale (l'Aprilia tra 125 e 250 ne ha conquistati 52) e zero GP conquistati in 10 anni tra MotoGP e 500. Ecco la storia d'amore tormentata tra il costruttore azzurro e la classe regina.

Rsw 2-500, una scommessa sull'innovazione –
Nel 1994, l'Aprilia, da anni nelle parti alte delle classifiche della 125 e della 250, decise di sbarcare in 500. E lo fece con una moto, la RSW 2 ideata dal responsabile del reparto corse Jan Witteveen. Una duecilindri di solo 105 km di peso che assomigliava più a una 250 che a una 500 (motore da 410cc) e che voleva sfruttare la maggior velocità e il minor tempo di percorrenza in curva dell'ottavo di litro.

Un azzardo totale che non pagò, nonostante un discreto nono posto all'esordio a Jerez con il vicecampione del mondo della 250 Loris Reggiani. In 6 stagioni in 500, con lo stop per migliorare lo sviluppo nel 1998, la moto di Noale riuscì infatti solo a tratti a far vedere le sue potenzionalità collezionando 5 terzi posti. Con Doriano Romboni ad Assen nel 1997, con il giapponese Tetsuya Harada in Francia e in Gran Bretagna nel 1999 e con Jeremy McWilliams al Mugello e a Donington nel 2000, tutti piazzamenti ottenuti con le evoluzioni più potenti della vecchia Rsw.

Lo stop e il ritorno – Con i risultati altalenanti la casa veneta decise di fermarsi nel 2001 e di rientrare l'anno successivo nella nuova categoria con il progetto RS Cube, curato tra gli altri da Gigi Dall'Igna, oggi alla Ducati. Un'altra moto innovativa a tre cilindri, più leggera, con un propulsore potente e tanta elettronica. L'esordio nel GP di Giappone 2002 con l'ottavo posto del francese Regis Laconi fu discreto, ma il resto della stagione evidenziò i problemi, soprattutto di telaio della moto italiana.

Guai che impedirono un rendimento costante e che continuarono anche nel 2003 e nel 2004, nonostante gli sforzi anche economici dell'Aprilia. Il massimo risultato fu nel 2003 un sesto posto a Suzuka di Colin Edwards, l'anno in cui la casa azzurra finì quarta nel Mondiale costruttori. Dodici mesi prima dell'annuncio dell'addio alla MotoGP.