Caduta archiviata, Rossi ha già in testa il Giappone

MotoGp
La caduta non cambia il programma di Valentino, il cui obiettivo è tornare in pista il 12 ottobre nel GP del Giappone (Foto Getty)

Senza Vale non si può: la MotoGP attende il rientro del Dottore, uscito di scena nel GP di Aragona. I controlli effettuati in Spagna sotto la direzione del responsabile della Clinica Mobile Zasa sono tutti positivi, appuntamento fissato a Motegi

E' stata una brutta botta, di quelle che lasciano il segno e non si dimenticano troppo presto. Valentino Rossi, però, adesso sta meglio. Lo conferma ancora Michele Zasa, il responsabile della Clinica Mobile che quest'anno ha sostituito Claudio Costa ed è il punto di riferimento nell'assistenza ai piloti. Valentino ha passato bene la notte e dal punto di vista neurologico ha recuperato pienamente. Nei prossimi giorni verranno fatti ulteriori accertamenti a scopo precauzionale. Non c'è nulla di diverso da quanto previsto dal protocollo medico per un trauma cranico commotivo: la tac, l'osservazione per almeno una notte e, a seguire, una seconda tac dopo altre 48 ore.

Non ha avuto traumi polmonari, che sarebbero la controindicazione maggiore al trasferimento in aereo, ma in questi casi conviene non avere fretta. Rossi ha passato anche di peggio nella sua carriera. Basta pensare alla caduta nelle libere al Mugello, nel 2010, con frattura esposta di tibia e perone della gamba destra. Tornò in pista dopo un mese - 32 giorni esatti - in un test privato al Mugello. Ma oltre alla gamba destra fratturata c'era da valutare la spalla, infortunata durante un allenamento con la moto da cross. Valentino non aveva mai provato un dolore del genere, all'inizio c'era un senso di rinuncia ma prevalse la passione. La stessa passione che lo dovrà riportare presto in pista. Perché anche un solo Gran Premio senza di lui non sarebbe la stessa cosa.