In Ducati c'è Dovizioso per digerire Lorenzo

MotoGp

Guido Meda

Lo sguardo pensoso (e forse pensieroso) di Andrea Dovizioso
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La lunga battaglia è finita. Andrea Dovizioso è il pilota che resterà in Ducati ad accogliere Lorenzo come una sfida personale. Per Iannone le porte della Suzuki devono aprirsi. Pedrosa sceglie la difficile stabilità Honda

Andrea Dovizioso nel 2017 con Lorenzo in Ducati farà quello che sa fare. Continuerà a contribuire allo sviluppo della moto a cui ha dato tanto, quasi tutto di sè. Sarà un compagno di squadra ideale per Jorge Lorenzo, perché Andrea difficilmente conosce la cattiveria, la rabbia inconsulta, la presunzione o l'intolleranza e sopporterà le eventuali difficoltà che dovessero emergere da Lorenzo che quando perde le staffe o non è contento di qualcosa nel box e in azienda... si fa sentire.

Pur dovendo probabilmente accettare (ma sui soldi non ci sono mai certezze) una parziale riduzione dell'ingaggio a vantaggio di Lorenzo che costa un botto, Dovizioso accoglierà lo spagnolo nel box Ducati come una sfida interessante soprattutto per se stesso. Avere un pilota naturalmente veloce accanto, di solito significa essere veloci in due; non accadde in Ducati giusto con Stoner che andava solo lui mentre gli altri suoi compagni - a turno - soffrivano una moto difficile.

Ma ora è ben diverso. Il livello di Dovizioso quest'anno, al netto delle cadute, delle sfortune, degli incidenti è alto, anzi molto alto. Se lo mantiene a questa quota e arriva al 2017 così senza incappare nel calo di rendimento e di convinzione del 2015, la Ducati avrà non uno ma due piloti eccellenti. Diversissimi, ma compatibili ed eccellenti. Per Andrea Iannone - che con Suzuki non ha ancora firmato, ma è lì che andrà essendo sistemati anche Pedrosa in Honda e Vinales in Yamaha- è difficile stabilire se non ci fossero le condizioni economiche per stare in Ducati, se la Ducati gli abbia proprio preferito Dovizioso o se lui abbia ceduto a delle lusinghe di Suzuki.

E' probabile che siano successe tutte le cose insieme. Di buono c'è che Iannone nella sua carriera in Motogp ha guidato sempre e solo la Ducati; scoprirne un'altra, un altro modo di guidare e di intendere la moto, può significare aprire un mondo che magari lo restituisca ai tempi della Moto2 quando, se in giornata, sapeva rendere la vita impossibile a Marquez. Lui è dotatissimo, l'ambiente Suzuki, gestito da Brivio è un abbraccio. Il compagno (confermato Aleix Espargaro) è teoricamente meno forte. E' come se tutto andasse al proprio posto in maniera naturale, ognuno al posto che merita.