7 DOMANDE A... Claudio Macciotta. Da pilota Campione europeo 125cc, oggi capo-tecnico di Nicolò Bulega. Esperienza, professionalità e competenza senza eguali al servizio dello Sky Racing Team VR46
Trascorsi da pilota di comprovata velocità e successo annoverando nel proprio palmares un titolo europeo della classe 125cc, oggi tra i tecnici più apprezzati del Motomondiale. Questa la storia di Claudio Macciotta, da un biennio parte integrante del progetto Sky Racing Team VR46, oggi al seguito di Nicolò Bulega in qualità di capo-tecnico. Con 7 domande conosciamo meglio, nel giorno del suo cinquantatreesimo compleanno, uno degli elementi imprescindibili della scuderia di Sky.
Da pilota Campione Europeo 125cc nel 1986, poi il passaggio al ruolo di tecnico. Come ha vissuto questo cambiamento?
"Ho smesso di correre sostanzialmente perché non avevo più trovato modo di continuare. Sono di fatto tornato a fare il tecnico per una serie di combinazioni: una volta ho dato una mano ad una squadra nel corso di una gara del campionato europeo, in un'altra circostanza in un Gran Premio del Motomondiale. Da quel momento non ho più smesso ed è diventato il mio lavoro, oltre che la mia passione".
In qualità di ex-pilota, quanto è importante per i giovani talenti un progetto come lo Sky Racing Team VR46?
"Lo ritengo fondamentale. Si tratta di un progetto che dà modo a questi ragazzi, giovanissimi, di esprimersi e dar continuità alla passione più bella che si possa avere. Questo progetto dà loro modo di crescere ed essere in competizione ogni giorno con i loro amici-piloti, seguiti costantemente da un maestro come Valentino Rossi che non manca mai di rispondere ad ogni loro domanda, indicando saggiamente quali sono le cose importanti da fare e da non fare in questo mondo. Un progetto davvero unico. Vedo questi ragazzi molto legati tra loro, coinvolti in una sana competizione che sia in moto, in kart, con le moto da cross o al Ranch. Si divertono come dei matti ed è la cosa più bella di questo mondo!"
Quest'anno hai seguito Nicolò Bulega da capo-tecnico: un suo pregio?...
"Difficile indicare soltanto un pregio. Trovo sia un pilota determinatissimo, sa divertirsi quando va in moto, in particolare mi ha sorpreso per una caparbietà ed una lucidità incredibile per un pilota della sua giovane età"
... ed un difetto?
"Non saprei cosa dire. Forse è un po' troppo grande di statura per correre in Moto3!"
Con il Gran Premio di Sepang va in archivio il 'trittico' extra-europeo, come lo avete vissuto in squadre?
"Molto bene. Ci siamo mostrati particolarmente amalgamati e uniti, trascorrendo tanto tempo insieme... forse fin troppo! Evidentemente riusciamo a sopportarci reciprocamente senza problemi!..."
La stagione 2016 volge al termine, un primo bilancio?
"Assolutamente positivo. Ad inizio stagione c'era un obiettivo ben preciso rappresentato dal titolo di Rookie of the Year, ma Nicolò è già proiettato molto, molto più avanti. Le sue performance lo hanno portato ad un livello superiore. Il bilancio pertanto non può che esser molto positivo, oltretutto è stato un 2016 costruttivo in vista dell'anno prossimo".
In conclusione: da tecnico, cosa cambieresti in termini di regolamenti nella classe Moto3?
"Parlo forse con un pizzico di nostalgia, ma mi piacerebbe che le Moto3 fossero a tutti gli effetti delle moto da Gran Premio, libere di essere sviluppate senza alcuna limitazione. Con ogni probabilità è meglio e decisamente più funzionale l'attuale formula, con regolamenti semplici per non dar modo di dover scombussolare tutto anno dopo anno. Sotto l'aspetto sportivo, mi piacerebbe ci fosse una scrematura nei vari turni di prove per far sì che i 10-15 migliori piloti possano giocarsi la pole nelle qualifiche ufficiali, scongiurando diversi spiacevoli episodi registratisi nel corso di questa stagione".