Moto3, Bezzecchi show. Il GP di Argentina parla italiano

MotoGp

Francesco Berlucchi

Bezzecchi al GP di Argentina (foto: twitter)

Una gara semplicemente incredibile per il talento della VR46, che ottiene la sua prima vittoria di carriera sulla pista di Termas de Rio Hondo, davanti ad Aron Canet. Fabio Di Giannantonio è terzo e con Enea Bastianini, Lorenzo Dalla Porta e Niccolò Antonelli sono ben cinque gli italiani nei primi otto

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Pneumatici slick o rain? In Moto3 il Gran Premio di Argentina inizia così un po’ per tutti. L’arcano è presto svelato, non appena vengono tolte le termocoperte. Sulla griglia di partenza sono ben cinque gli italiani tra i primi sette: Niccolò Antonelli, settimo, preceduto da Fabio Di Giannantonio ed Enea Bastianini. E poi la prima fila, con Marco Bezzecchi, secondo, e il poleman Tony Arbolino. Con le slick! Prima della partenza, il colpo di scena: Jorge Martin rientra dopo il warm-up lap e monta subito le slick. Lo segue Philipp Oettl, i cui tecnici sono velocissimi e fanno rientrare il pilota tedesco prima di Martin.

Si parte. Gabriel Rodrigo è aggressivo alla prima curva. Ma è Marco Bezzecchi a prendere la testa della corsa, seguito dallo stesso pilota argentino e da Enea Bastianini. Bez ottiene anche il giro veloce in 1’59”308, mentre Arbolino, con le slick, viene inghiottito fino alla 21esima posizione. Cadono Suzuki alla curva 8 e Yurchenko alla 5. Va meglio a Diggia, che risale il gruppo fino alla seconda posizione e chiude tutti gli spazi ad un indiavolato Rodrigo, davvero galvanizzato sul circuito di casa. Giro dopo giro, la pista si asciuga. Nei box tutte le squadre preparano le slick.

Marco Bezzecchi è velocissimo. Diggia, Canet e Masia lo seguono. Ma quando mancano ancora 16 giri, ecco il primo inequivocabile segnale di svolta. Martin ottiene il giro veloce, con le slick. Il suo 1’58”930 non lascia spazio a dubbi. Le gomme da asciutto iniziano a lavorare bene sull’asfalto di Termas de Rio Hondo. Passano due giri quando il rookie Jaume Masia attacca Canet e lo passa senza indugi. Altro giro veloce di Martin, 25esimo, in 1’58”557, mentre Masia è addirittura secondo dietro al missile Bezzecchi. In questa fase Antonelli e Bastianini sembrano più in difficoltà, rispettivamente nono e decimo. Bene invece Dennis Foggia, che risale fino alla settima posizione ed è il secondo rookie a sorprendere (insieme a Masia, ora quarto dietro al solito trio Canet, Diggia, Bezzecchi).  

Intanto, altro sorpasso fantastico di Masia ai danni di Canet, ora secondo, seguito da una magia di Foggia che ipnotizza Rodrigo, conquista la sesta piazza e fa capire a tutti di non volersi accontentare. Anche Diggia non ci sta, passa all’interno i due spagnoli che lo precedono e torna secondo. Mancano ancora cinque giri: è il miglior momento per i piloti italiani. Non è così per Nicolò Bulega, che si ritira. Cadono invece Darryn Binder, alla curva 5, e Albert Arenas alla 13. A tre giri dal termine cade anche Foggia, dopo una gara da vero protagonista. Bastianini sorpassa Norrodin ed è quinto. Un contatto tra Masia e Diggia (che lo precede) sfavorisce lo spagnolo. Fine della gara per il rookie di Algemesi.

Martin continua ad inanellare giri veloci, ma il ritardo accumulato in partenza lo costringe in 15esima posizione, nonostante la rimonta. L’ultimo giro incomincia con Bezzecchi, Canet, Di Giannantonio e Bastianini davanti a tutti. Diggia attacca Canet tra la curva 13 e la 14. Ma non c’è spazio. Bezzecchi taglia il traguardo, si piega sul serbatoio della sua Ktm. L’impresa è compiuta. E’ la sua prima vittoria nel motomondiale, è il sesto italiano a vincere in Moto3. Suo papà, in lacrime, non riesce nemmeno a parlare dalla gioia: “Sono 10 anni che lavoriamo per questo risultato”.

“Mio papà è la persona che crede in me più di tutti – commenta Marco Bezzecchi, usando il presente indicativo, ai nostri microfoni -. Non potete capire quanto sono contento. E’ fantastico. Ho lavorato tantissimo per arrivare a questa vittoria. Un risultato che è frutto di tanto lavoro ma anche della fiducia che ho trovato in molte persone. Sapevo che era una pista che si asciugava lentamente. Ho dunque preferito tenere le gomme rain... Solo che non finiva mai! Però alla fine ce l’ho fatta, ed è stato bellissimo”.