Moto2, GP Giappone 2018: Bagnaia subito in testa, Oliveira sesto

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Paolo Lorenzi

Tra scrosci di pioggia e qualche sprazzo di asciutto, il piemontese riesce a mettersi subito alle spalle di Lecuona, il migliore dei piloti su KTM. Più attardato Oliveira (quasi mezzo secondo da recuperare). Indietro anche Marini, Pasini e Baldassarri

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C’è Schrotter, c’è Alex Marquez, persino Manzi (quinto a fine turno), Pawi, immancabile con la pista umida, ovviamente Oliveira che a discapito delle condizioni accetta il rischio di scendere in pista. Così la FP1, che prudentemente Pecco Bagnaia lascia volentieri agli altri. Un giro e basta, il tempo non conta, conta salvaguardare fisico e moto. La “tombola” di Alex Marquez dopo la bandiera a scacchi della FP1 ne è la conferma (brutta caduta, nessuna conseguenza).
Al pomeriggio discorso diverso, il tracciato consente di lavorare con relativa tranquillità. E il leader del mondiale ritrova passo e posizioni abituali, subito in cima alla graduatoria dei tempi migliori. Ma l’illusione dura poco, quando riprende a cadere la pioggia, i piloti si rintanano nei box. Occhi al cielo, con poche speranze.

Il primo giorno di prive a Motegi sfuma così, tra attese, dubbi e speranze per il giorno successivo che le previsioni sembrano risparmiare dal maltempo. Un lavoro a metà, inevitabilmente, che finisce per mettere più in difficoltà che insegue e deve attaccare. Oliveira, quindi, che nel finale della FP2 resta staccato di mezzo secondo da Lecuona, qualcosa meno da Bagnaia, l’avversario diretto, da esorcizzare, da tenere sotto pressione, da marcare stretto per non lasciarlo scappar via in classifica. E’ anche un confronto di nervi questo gran premio giapponese. A mano a mano che il calendario scandisce gli ultimi impegni, la tensione viceversa aumenta. Per ora nessun altro sembra approfittare della situazione, per provare a inserirsi, per tentare il colpo a sorpresa. Lecuona non ne sembra in grado, al momento, nonostante il migliore tempo di giornata. Mancano gli altri protagonisti, Marquez comprensibilmente rallentato al pomeriggio dai postumi dell’incidente del mattino; Marini, alle spalle dello spagnolo deve recuperare quasi un secondo all’austriaco. Restano indietro anche Pasini (ancora in cerca di una moto per la prossima stagione) e Baldassarri: oltre due secondi e mezzo il suo ritardo. Troppo, evidentemente.

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