Le piste amiche, come Assen e Mugello, quest'anno l'hanno tradito. In Repubblica Ceca il Dottore deve sfatare la regola infelice di questo 2019. Ricordando che il suo sogno iridato cominciò proprio su questo circuito
Su questa pista su cui il Motomondiale corre dal 1987 hanno vinto tutti i protagonisti dell'era attuale della MotoGP. Da Marquez a Dovizioso, da Lorenzo a Pedrosa. E naturalmente anche Valentino Rossi, che proprio a Brno vinse la sua prima gara iridata, classe 125, nel 1996. Il ritorno su un tracciato che lui ha sempre considerato tra i suoi preferiti, acquista un valore simbolico in questo momento delicato della sua carriera. Perché proprio i circuiti più amati dal Dottore lo hanno tradito quest'anno: prima il Mugello, teatro di sfide da antologia, e poi Assen dove il 46 ha firmato l'ultima vittoria due anni fa, l'ultima di una serie favolosa che conta ben dieci successi. In entrambe le occasioni, una gara che poteva rinverdire la memoria delle epiche vittorie di Rossi, è finita anzitempo, nella ghiaia del circuito.
Brno, insomma, per sfatare la regola infelice di questo 2019 dove troppi dubbi e troppe voci s'inseguono sul suo futuro. Brno, per ritrovare il conforto dei buoni ricordi, per provare a scacciare i cattivi pensieri che inevitabilmente si fanno strada quando il podio, per tanti motivi, sembra assumere la consistenza di un miraggio. In Repubblica Ceca, Valentino non si aspetta certo un miracolo, ma almeno un primo indizio che la rotta può essere invertita. Che la crisi è solo passeggera e che a metà campionato è ancora presto per tirare la somme.