Le parole di Cal Crutchlow dopo la corsa inglese sono state pesanti nei confronti del gommista. L’inglese ha lamentato quella che secondo lui era una clamorosa mancanza di grip in uno sfogo a cui hanno fatto seguito le difficoltà di altri piloti
I piloti non parlano volentieri di gomme. Nemeno lo possono fare granchè. Il contratto non lo contempla perché - legittimamente - il monofornitore cerca di tutelare anche contrattualmente la propria immagine a fronte di un lavoro davvero difficile come è, da sempre, quello di accontentare tutti. Diversamente da Bridgestone (l’ex monfornitore) Michelin sta tendando da tempo di varare la personalizzazione della gomma. Alcuni la chiamano la gomma sartoriale. Riassumendo in maniera comprensibile possiamo dire che tra le varie tipologie di gomma che il costruttore francese porta alle corse, ogni pilota dovrebbe trovare la combinazione che funziona al meglio. A volte capita, alla grande, magari altre volte un po’ meno. Sembrava fino a qui non avere problemi, mai, Marc Marquez. Sembra non averne Fabio Quartararo sempre velocissimo ormai con la sua Yamaha clienti. Ma prima o poi è capitato un po’ a tutti di beccare la gomma che vibra, la gomma fallata, la gomma che fa graining. Ecco, il graining, è stato esattamente il problema lamentato da Crutchlow in Inghilterra, quando si è trovato a litigare con una gomma posteriore fattasi così scivolosa da perdere un secondo e mezzo a giro da Petrucci. Un distacco che per Crutchlow non si spiega se non con una gomma con tendenza a surriscaldare e a disfarsi. Le gomme hanno fatto altre vittime, anche più illustri, tipo il vincitore Rins, il secondo Marquez, Valentino Rossi, ma anche Jack Miller e forse altri piloti. E’ stato utile quindi chiedere al responsabile dell’Attività in pista di Michelin Piero Taramasso presente a Misano una spiegazione e una risposta a Crutchlow. Taramasso non ha negato il calo del grip, anzi ha segnalato a Crutchlow come non sia stato l’unica vittima del fastidioso graining dovuto al surriscaldamento della gomma posteriore in occasione di grandi accelerazioni. "La temperatura di domenica - ha spiegato Taramasso a Sky - era decisamente più alta di quello che ci aspettassimo e che si aspettassero i piloti. Quindi le gomme hanno inevitabilmente sofferto. A Silverstone domenica erano 44-45 gradi e il nuovo asfalto, con la presenza di tanto catrame, che non aiuta a raffreddare le gomme, era molto scivoloso. Il caldo eccessivo porta in superifcie gli essudati e i leganti dell’asfalto non ancora consolidati e rende la pista più scivolosa. Quindi le gomme pattinano di più e perdono grip rispetto a quando, tipo il sabato, fa più fresco". Nessuna anomalia particolare dunque secondo Michelin e nemmeno l’ipotesi, a volte sollevata nel paddock, che nei cicli di produzione di gomme dello stesso tipo a Clermont Ferrand, ci possano essere delle differenze in base al materiale utilizzato o a qualche mancanza nel controllo di qualità. Sembrerebbe restare una mosca bianca Fabio Qaurtararo che problemi di consumo di gomma non ne ha come gli altri forse per la sua maniera moderna, dolce ed inedita di guidare la Yamaha. E’anche lui, come Marquez, un altro caso di guida evoluta da studiare?