Il mio giro del mondo in 58 circuiti: Imatra (Finlandia)
MotoGp ©Getty
Il "viaggio" di Paolo Beltramo nei tracciati del Motomondiale fa tappa a Imatra, in Finlandia, dove Giacomo Agostini detiene il record di 16 vittorie tra classe 350 e 500. Il GP chiuse i battenti nel 1986. "Un luogo mitico, indimenticabile, una festa che si ripeteva ogni anno. Ma troppo pericoloso"
Nonostante lasciare Karlskoga fosse stato difficile, il lunedì mattina, come quasi tutti (molti la sera della domenica) siamo partiti in direzione Stoccolma-porto dove la sera sarebbe partita la nave che trasportava la carovana del Circus fino a Helsinki. Direzione Imatra, un luogo mitico, assoluto, indimenticabile che però di lì a poco avrebbe perso (giustamente) il Motomondiale per la sua pericolosità. Per fortuna non sempre, ma purtroppo spesso nella vita e nello sport è così: più ti innamori di un luogo, di un evento, più significa che questo non è più attuale, è sorpassato, esprime un mondo che tenta di resistere ma non ce la fa. Per Imatra è stato così e nel 1981 vi si è corso l'ultimo GP con la 500.
È qui la festa
A sentire quello che si raccontava nel paddock di Imatra, lasciare Karlskoga, pur con tutte le sue attrattive, non è stato difficile. Come minimo c'era una grande curiosità e quindi il viaggio verso il porto di Stoccolma dove ci aspettava (aspettava tutti) una nave della Silja Line con quella sua simpatica foca come marchio è stato positivo: la meta era così interessante da mettere di buonumore chiunque si apprestasse a raggiungerla. Il viaggio - ricordo - in 4 in un Maggiolone, è stato insieme piacevole e duro su quelle strade bellissime in mezzo ai laghi e ai boschi. Di sicuro non correvamo il rischio di prendere una delle salatissime multe per eccesso di velocità che in molti, soprattutto piloti, beccavano dalla severissima polizia svedese. Una volta arrivati al porto la conferma della notizia così bella da sembrare fino alla fine un sogno: il passaggio fino alla Finlandia per auto e passeggeri era gratuito, offerto dalla compagnia di navigazione. Insomma io, mio fratello, Chico e Florenzano entriamo, posteggiamo nella stiva in mezzo a camion, auto, camper e roulotte. Poi tutti immediatamente sul ponte. La nave ha costeggiato un po' la Svezia verso nord svelando una miriade di isole e isolette piene di pini e spiagge meravigliose che se fossero state nel Mediterraneo anziché nel Baltico avrebbero fatto il pieno di turisti. Poi, una volta arrivati all'altezza di Helsinki la nave ha preso verso est e una volta uscita dalle acque territoriali svedesi è iniziata la festa, anzi il festone, anche perché il bello da vedere, una volta allontanatisi dalla costa, era tutto a bordo. In pratica è iniziata una specie di "caccia grossa", ma gentile, senza alcuna costrizione, nel senso che le "prede" erano sia il cacciatore sia la cacciata, dipendeva dalle situazioni. In pratica dopo mezzanotte, con ancora quel poco di luce sotto l'orizzonte, i ponti erano vuoti almeno per la metà. In compenso il garage e i mezzi posteggiati sono ritornati a brulicare di vita, di allegria, di amore. Non tutti avevano una cabina, perciò i mezzi di trasporto, così appiccicati, ma stivati così all'oscuro, erano un'alternativa perfetta. Da noi l'auto l'ha occupata per primo Chico, il brasiliano.
Camping "Imatra"
Una volta arrivati in Finlandia via a nord, verso Imatra, le strade assomigliavano a quelle svedesi: boschi, laghi, pochissima gente. Il paddock, allora era la pista di atletica che girava intorno ad un campo da calcio. Lì, messi in un modo da sembrare quello dei pionieri per difendersi dagli attacchi degli indiani nel west, c'erano tutti. Era una meravigliosa situazione di campeggio con tutti che sfornavano delizie di casa, ricordo Walter Villa col suo amico Sante Bortolomasi liberare le assi sopra i cavalletti da moto e attrezzi, stendere un velo ci carta, e cominciare a tirar fuori dal 238 salami, mortadella, pane casereccio, prosciutto, lambrusco. E la festa cominciava. Facevano così un po' tutti, per l'appunto. Chi ti invitava per un risotto al vino bianco sotto la tenda della sua roulotte, chi aveva un piatto di carbonara... insomma una festa che in paese esplodeva ancora di più. C'era una piazza con chioschi, divertimenti da fiera e un sacco di ragazze, ma proprio un sacco. Una sera mangiavi al paddock, quella dopo magari andavi in paese per un viottolo buio (si fa per dire, là gli occhiali da sole te li rimettevi alle 4 del mattino) tra gli alberi e ti sedevi insieme a Franko Sheene, il papà di Barry, a scofanarti un bel pollo arrosto con un paio di birre, in un altro momento invece ti invitava sul motor home a bere un tè coi biscotti fatti in casa da mamma Sheene. Ma la cosa più affascinante, bella e divertente era la disponibilità direi totale delle bionde ragazze venute da tutto il paese. C'era chi rientrava al paddock alle 9 di mattina, chi spariva per giorni e notti intere, chi si spezzava o spezzava un cuore. Imatra era una festa che si ripeteva ogni anno, uguale o diversa non contava.
Il regno di Agostini
Ad Imatra il GP "Imatranajo" si è disputato dal 1964 e fino al 1978 era molto lungo, abbracciando anche la parte esterna del laghetto lungo il rettilineo d'arrivo. Poi fu tagliata la parte esterna e divenne di 6 km e 30 metri, con il rettilineo d'arrivo che correva con una fila di alberi alla sua sinistra, una piccola scarpata di mezzo metro, una stradina asfaltata usata come pista pedonale e il lago. Alla fine c'era la staccata a 90° e subito dopo l'attraversamento del binario. Imatra come pista è raffigurata in quella foto coi piloti solitamente impennati che attraversano i binari del treno. Il resto erano sei curve, abbastanza banali in mezzo all'abitato. Ma Imatra era anche un luogo a pochissimi chilometri di distanza dal confine con l'allora Unione Sovietica e se volevi, in 5 minuti andavi a vedere le torrette con le mitragliatrici e gli uomini di guardia al confine. Era meglio non sbagliare strada, soprattutto nelle ore quasi buie. Nel 1979 a Imatra vinse Van Dulmen (autore anche della pole) davanti a Mamola, Sheene e Middelburg, Roberts sesto, Lucchinelli nono. Il tutto è finito nell'81 con il successo di Lucchinelli e l'epitaffio di Kenny Roberts che a domanda: cosa pensi di questa pista molto ondulata (sul dritto ti andava insieme la vista dalle vibrazioni causate dall'asfalto)? Rispondeva: "Una pista di m...a, con un asfalto di m...a. in un posto di m...a". A lui non interessava la parte emozionale di Imatra, pensava soltanto a vincere e quella vittoria di Lucchinelli metteva praticamente la parola fine al suo dominio. Nel 1981 si faceva al contrario, prima Finlandia, poi Svezia ad Andertsorp dove Lucky è diventato campione del mondo della 500 dopo Agostini. Nel 1982 corse ancora il mondiale, ma non la 500, e quello è stato davvero l'ultimo Mondiale di Imatra che, dopo l'incidente mortale del sidecarista inglese Jock Taylor, poco a poco è andata a finire nel dimenticatoio, fino all'incidente gravissimo del 1986 nel Campionato Europeo Velocità. Il Re indiscusso di Imatra è Giacomo Agostini con 16 vittorie tra 350 e 500 in pista e chissà quante altre fuori...