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MotoGp, Gp Stiria in Austria Spielberg 2020: le pagelle di Paolo Beltramo

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Paolo Beltramo

Nel cielo austriaco brillano le stelle di Bezzecchi e Vietti del Team Sky VR46 in Moto2 e Moto3. In Motogp la Yamaha contraddice l’impressione con la freddezza dei numeri, dominando tre classifiche. Per Vinales secondo grosso spavento consecutivo, bocciati i medici di Marc Marquez: voto 3

RIVIVI LA DOPPIETTA DELLO SKY VR46 IN MOTO2 E MOTO3

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Blu Sky in Stiria. Celestino Vietti e Marco Bezzecchi, due nuove stelle nel cielo austriaco. I piloti del Team Sky VR46 hanno conquistato la prima vittoria di una serie che si spera lunga. Vietti ha vinto la Moto3 con un finale di forza, battendo Tony Arbolino, il Bez ha invece costretto Martin ad un finale così tirato, teso, al limite da farlo finire di un paio di centimetri sullo spazio verde che delimita la pista e significa perdita di una posizione, così dopo quasi un giro d’onore da secondo, finalmente un parco chiuso e un podio da primo per Marco. Bello vedere i risultati di anni di lavoro continuare a dare frutti che poi diverranno maturi in altre categorie, ma che già fioriscono e spargono il profumo della loro classe sul grande albero del motomondiale. Voto? Serve? Ma sì. 10+10=20 e 2 lodi

 

Miguel Oliveira & KTM. Bellissimo guizzo all’arrivo e gran dimostrazione di intelligenza e freddezza di Miguel e di forza del gruppo KTM, col portoghese che mette in fila una serie di primi: prima vittoria in MotoGP, primo portoghese a vincere un GP, terza prima volta in una giornata di rotture del ghiaccio. Insomma dopo Binder a Brno, Oliveira a casa. Pol Espargarò sempre là davanti, ma sfortunato anche se veloce e grintoso. Voto al portoghese che vuol fare il dentista, che è gentile e parla benissimo 5 lingue, 10. Ha vinto alla Dovizioso sfruttando il duello senza un domani tra Espargarò e Miller. Un 10 anche a Pol per la pole: suona così bene che ci mancherebbe non premiarlo col massimo.

 

Che ci sia un problema sicurezza nelle gare moderne? La settimana scorsa Bastianini Syahrin e Zarco Morbidelli. Questa lo strike in Moto2 e Vinales senza freni che si lancia dalla moto. Sono episodi, casualità? Probabilmente in buona parte, ma c’è anche un aspetto -secondo me- tecnico. In Moto3 tra Honda e KTM c’è pochissima differenza, i serpentoni di anche 20 o più piloti sono la norma. Se succede qualcosa può essere anche molto grave coi piloti così vicini. In Moto2 dal 2010 il motore è uguale per tutti: fino a 2 anni fa il 600 4 cilindri in linea Honda, dall’anno scorso il 3 cilindri 765 della Triumph, con più coppia e maggior potenza. I telai sono quasi tutti Kalex con le italiane Speed Up e qualche altro raro tentativo. Ovvio che si formino spesso grupponi. In MotoGP, infine, in prova i distacchi tra il primo e il decimo sono inferiori al secondo il che significa che con l’elettronica e senza Marquez per fare la differenza serve dare sempre di più: dai piloti, ai freni, alla gestione delle gomme che sta diventando molto difficile. Insomma è diventato troppo difficile fare la differenza e nei mucchi, o con distacchi limitati la possibilità che succeda qualcosa è più facile. Ai tempi delle 125, 250 e 500 le piste erano più pericolose, le protezioni del pilota molto meno efficaci eppure forse gli incidenti erano meno clamorosi. Non so, l’ho buttata lì. Più di una pagella è una proposta di dibattito. Il voto? Fate voi.

 

Joan Mir vince senza vincere nella giornata in cui la BMW regala al primo della MotoGP una M4 che deve ancora uscire. Roba da più di 100.000 euro. Lo fermano mentre domina per la caduta di Vinales che si getta dalla moto a 220 all’ora perché rimasto senza freni. A Mir 10, sta crescendo, a me è pure simpatico, che si consoli sapendo di essere arrivato lì. A Vinales regalerei, se potessi, un biglietto omaggio per dove vuole lui: Lourdes, Medjugorje, Tay Mahal, santone amazonico… non importa. Perché prendersi due spaventi come i suoi in due domeniche consecutive vuol sì dire avere una gran dose di fondo schiena, ma anche essersi giocato dei buoni importanti. Fossi in lui ringrazierei di persona.

 

Alla fine la Yamaha contraddice l’impressione con la freddezza dei numeri. Sembra che faccia abbastanza pena con Rossi nono e migliore in pista, eppure domina 3 classifiche: quella Piloti con Quartararo (grazie alla doppietta di Jerez); quella per marche e quella per Team con la squadra esterna Petronas. Una contraddizione gradevole per loro, a patto di darsi una mossa: dopo i problemi coi motori, quelli coi freni. Su, da Misano arrivano piste migliori, coraggio: voto d’incoraggiamento 6.

 

I medici che hanno curato Marc Marquez meritano un bel 3. Alla fine era l’intervento era andato del tutto bene, il nervo radiale non era danneggiato, perché voler a tutti i costi imitare l’inimitabile, cioè il Dottor Claudio Marcello Costa, e far girare lo spagnolo 3 giorni dopo questa operazione all’omero destro? E perché, dopo che il braccio si è gonfiato e gli ha impedito di girare in moto si è insistito su un allenamento furioso, tutto di forza per rientrare il più presto possibile? Il risultato è stato un disastro: seconda operazione, altra piastra, altre viti e ora un sacco di tempo per la calcificazione dell’osso, poi altrettanto per la ripresa della forza fisica. Voto alla gestione di questo infortunio, per quello che si sa e che è trapelato 2. E sono buono. Se invece la verità è un’altra, che ce la dicano. Ma se uno al quale è stata messa una placca fissata con 10 viti nell’omero, la spacca aprendo una finestra (possibilissimo), vuol dire che l’ha sforzata non troppo, ma molto di più. E sotto tutela medica.