Marco Bezzecchi, il profilo in vista della MotoGP 2022: quei ricci che ricordano il Sic
MotoGpBezzecchi ha tutto per essere un personaggio: sempre sorridente, i capelli ricci alla Simoncelli, le interviste con qualche parolaccia. È un ragazzo nato pilota, ha sempre vissuto in officina con il papà che lavora sui camion e anche sui limiti del figlio. Per Marco sarà il debutto in MotoGP con il nuovo team Mooney VR46, dovrà concentrarsi molto sulla Ducati e ridurre le cadute, ma ha le qualità per poter diventare forte
Il "Bez" è arrivato in MotoGP dopo 4 stagioni di lotta e quasi mondiali. Inizia nel 2017 a correre tutta la stagione in Moto3, all'interno del team CIP con Manuel Pagliani, suo ex rivale nel CIV. Poi nel 2018 passa al Redox PrüstelGP e si gioca il titolo Moto3 fino alla fine con 3 vittorie e altri 6 podi, dimostrando le sue qualità che sono quelle di un ragazzo nato pilota, che ha sempre vissuto in officina con il papà che lavora sui camion e anche sui limiti del figlio, ovvero qualche caduta di troppo.
La crescita nello Sky Racing Team VR46
Passa in Moto2 nel 2019 con la KTM Tech3, ma è nei due anni successivi che, passato allo Sky Racing Team VR46 sulla Kalex, dà di nuovo dimostrazione di quanto possa essere bravo, competitivo e vincente, anche se ancora c’è qualche caduta di troppo. Ma il "Bez" è nato pilota, nell’ambiente sta benissimo, gli piace, si diverte e ha le qualità per poter diventare, con esperienza e talento uno di quelli forti. Poi vedremo, ma la scuola italiana del Ranch di Tavullia e anche quella di altri ambienti come Bastianini sta producendo frutti rari e sopraffini.
Sorrisi e parolacce, Marco è già un personaggio
Bezzecchi con quei capelli ricci e lunghi alla Simoncelli (hanno anche lo stesso nome), con quel suo fare sempre sorridente, le interviste con qualche parolaccia ha anche tutto per essere un personaggio. E difatti lo è, ma adesso deve riuscire a fare il salto più difficile e concentrarsi molto sulla Ducati MotoGP che guiderà da esordiente, sperando che riesca a farci sognare come è riuscito a rookie come Bastianini e Martin, negli ultimi tempi. Il fatto che guidi una Ducati depone a favore di un suo possibile rapido periodo di adattamento e magari qualche inatteso exploit dopo metà stagione. Quest’anno sembra che si possa finalmente ritornare alla normalità e quindi a gare su circuirti sempre diversi, più numerose, con i tempi un po’ stretti, ma con molte possibilità di guidare e quindi capire, imparare, adattarsi magari in tempi non troppo lunghi. Evitando l’errore peggiore, che è quello di sentirsi arrivati troppo presto. La MotoGP è una bestia vera e credere di averla addomesticata una volta per tutte e in fretta è pericoloso.