L'Aprilia si è dimostrata una moto molto competitiva (e continua) su tutti i circuiti ed è arrivata al giro di boa come principale rivale della Yamaha di Fabio Quartararo: promossa a pieni voti la casa di Noale, così come il suo pilota di punta Aleix Espargaró. Il catalano, errore di Barcellona a parte, è definitivamente maturato. Segnali di risveglio anche da Maverick Vinales. Le pagelle di metà stagione di Paolo Beltramo sulla scuderia italiana
In queste pagellone di mezza estate eccoci all’Aprilia, la Casa che più di tutte ha stupito in positivo sia come Team, sia come moto, sia come pilota. Inutile nascondersi: chi avrebbe mai pensato, durante la sosta invernale, che Aprilia e Aleix Espargaro dopo 11 gare sarebbero stati gli unici per il momento davvero in lotta per la conquista del titolo contro Fabio Quartararo? Credo nessuno, neanche il pilota catalano che pure nel progetto veneto ha sempre creduto
Mancava, probabilmente una direzione, una struttura, una leadership che guidasse la Squadra Corse di Noale a trarre il meglio dai propri uomini, con l’arrivo di Massimo Rivola le cose sono state sistemate al meglio. E Aleix è stato messo nella condizione di credere ancora di più in se stesso, di lavorare sui suoi limiti che erano soprattutto di costanza, continuità, concentrazione visto che in questo ’22 non ha ancora commesso un errore, essendo l’unico in MotoGP a non avere neppure uno 0 in classifica
Certo a Barcellona ha festeggiato al penultimo giro, ma questo non si può considerare un errore di guida o di mancata concentrazione, ma una disattenzione dovuta all’adrenalina della gara, al desiderio di arrivare, all’essere forse troppo presi dalla guida. Certo, errore grave, ma non di quelli che ti costringono a tornare ai box a piedi. Aleix sta vivendo anche sul piano personale un momento felicissimo, con la moglie e i bambini sempre con sé, sorridenti, contenti, appassionati
Lui questa positività l’ha trasformata in gare fantastiche, in qualità di guida e, dopo oltre 15 anni di corse senza vittorie, ha portato Aprilia a vincere il suo primo Gran Premio anche in MotoGP/500 e a giocarsi il titolo. Bravo, bravissimo. Considerando la situazione e i progressi, darei al maggiore dei due Espargaró un bel 9 e mezzo, perché riuscire a migliorarsi così alla sua età significa molto, dice molto, altri magari gliel’avrebbero data su. Bravo
Anche alla sua moto 9 e ½, dato che sta dimostrando di essere competitiva ovunque, su qualsiasi tracciato, senza evidenti punti deboli, anzi con un equilibrio e una velocità invidiati da molti. Buonissimo il lavoro fatto a Noale in un reparto corse che trasuda titoli, vittorie, storia, che stimola e ispira
Ed eccoci a Vinales. Maverick è stato preso a metà della scorsa stagione in uscita dalla Yamaha proprio dopo la gara di Assen. È arrivato su una moto del tutto diversa e ha avuto bisogno di tempo per adattarsi alle caratteristiche nuove di un V4 rispetto alle 4 cilindri in linea che ha sempre guidato nella sua carriera (Moto2 con l’Honda 600, Suzuki e Yamaha), ma ha trovato l’ambiente che desiderava, del quale aveva bisogno: affetto, stima, pazienza, sostegno, positività lo hanno aiutato a uscire in prova e poi in gara da quel limbo nel quale era precipitato
Ora deve continuare a dare del gas come sa fare per certi versi soltanto lui e restare sereno e felice. Il suo segreto per dare il meglio. Per lui un 7 di incoraggiamento ci sta, anche per aver dichiarato la sua disponibilità al gioco di squadra se fosse necessario. Maverick è stato voluto anche e fortemente da Aleix, probabilmente ricordando anche i bei momenti passati insieme in Suzuki (2016): fu un’intuizione di Davide Brivio e tra i due ottenne risultati nettamente migliori proprio Vinales. Guardate come cambiano le cose anche nelle corse e non solo nella vita