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Addio a Leandro Becheroni, l'ex pilota corse con Sheene, Roberts e Lucchinelli

MotoGp

Paolo Lorenzi

foto da Facebook @Leandro Becheroni

L'ex pilota toscano ci lascia a 73 anni: è stato ritrovato senza vita giovedì 30 marzo nel suo ristorante "Gli Alberi" a Calenzano, luogo di ritrovo per tanti appassionati del Motomondiale. Nel 1979 vinse il titolo senior classe 750, nel 1983 quello della 500. Due anni prima aveva vinto la prima edizione del campionato europeo classe 500, supportato dal Team Italia delle Federazione Motociclistica Italiana. Quel titolo gli valse la medaglia d’argento al valore atletico del Coni

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Non era un nome da prima fila. Sulla griglia del Motomondiale lui stava alle spalle dei big, gli Sheene, i Roberts, gli Spencer, i Lawson, i Lucchinelli, gli Uncini. Leandro Becheroni era un pilota discreto, che si era fatto notare al debutto, in Venezuela, nel 1978. Classe 500, settimo al traguardo, 4 punti in tutto, gli unici di quella stagione che chiuse ventesimo. Si mise in luce così, classe 1950, toscano di Calenzano, vicino al Mugello, dove gestiva un ristorante di famiglia "Gli alberi". Lo stesso dove l’hanno trovato ormai privo di vita giovedì 30 marzo, forse per un infarto. Quel locale era la sua vita, con gli anni era diventato un ritrovo fisso per piloti, conoscenti e giornalisti in trasferta per il Gran Premio d’Italia. Era una sorta di santuario delle due ruote, prima dell’arrivo dei motociclisti era stato un ritrovo di ciclisti. Il papà aveva persino creato un premio per loro, le foto appese alla pareti ne ricordavano il passato (biciclette e moto, una carrellata di personaggi). Quando Leandro correva ci venivano anche i suoi avversari, termine che negli anni ’80 confinava spesso con amici. Si beveva, si scherzava, si parlava di gare. Per i ragazzi della zona era un ritrovo sicuro, un porto dove approdare dopo le scorribande sugli appennini. Tra di loro c’era anche quell’Alex Gramigni che Becheroni prese subito in simpatia, aiutandolo agli esordi, prima che diventasse un pilota fatto e finito, campione del mondo 125 a 24 anni.

Gentile nei modi e nell'animo

Leandro era una persona aperta, ospitale, gentile nei modi e nell’animo. Correva per passione, si pagava le moto, lavorando. Nel 1978 fece parte di una sorta di "team giovani" gestito da Roberto Gallina: due soli piloti, oltre a lui, Graziano Rossi, papà di Valentino. Nel Mondiale corse dal ’78 all’87, a fasi alterne. Nelle ultime due stagioni provò soltanto a qualificarsi nei gran premi italiani, quello di casa e quello di San Marino. Gli anni migliori furono tra l’82 e l’86. Dopo l’esordio venezuelano il suo risultato di maggior rilievo fu un altro settimo posto nel GP di San Marino, davanti a Uncini, nella gara vinta da Mamola. Nell’82 concluse sette gare, prese 11 punti e finì 19° a fine campionato. Era l’anno di Uncini che vinse il titolo, con Crosby secondo, Spencer e Roberts a seguire. Questi erano i suoi avversari, i fuoriclasse da inseguire in pista, pagati dalle case, ma allora c’era ancora spazio per i privati. Le soddisfazioni maggiori se le prese nel campionato italiano e in quello europeo. Nel ’79 vinse il titolo senior classe 750, nell’83 quello della 500. Due anni prima aveva vinto la prima edizione del campionato europeo classe 500, supportato dal Team Italia delle Federazione Motociclistica Italiana. Quel titolo gli valse la medaglia d’argento al valore atletico del Coni. L’ultima sua presenza al Mondiale fu al GP delle Nazioni del 1988, ma non riuscì a qualificarsi. L’ultima sua corsa risale al campionato europeo del 1989, a Misano.

Leandro Becheroni in sella alla Suzuki numero 28 (foto da Facebook @Leandro Becheroni)