Il mondiale MotoGP arriva al quarto round nel segno dell’incertezza che domina dall’infortunio di Marc Marquez. Proprio in Andalusia, nella prima gara del 2020, il pilota spagnolo si infortunò gravemente e iniziò il suo calvario. E dopo gli anni del suo dominio, i Mondiali son diventati più combattuti
Sono passati tre anni, in termini di gare, non di calendario, dalla sua frattura dell’omero destro qui a Jerez e da allora lui non è ancora tornato stabilmente sui livelli che aveva mostrato fino al 2019 e di pari passo non si è trovato un nuovo padrone in grado da essere il punto di riferimento per tutto il campo partenti.
Il dato sottolineato dopo il GP di Austin, cioè quello dei 3 vincitori nei primi 3 GP, potrebbe diventare poker, cosa che non si verifica dal 2008, quando i primi 4 vincitori dell’anno furono Stoner, Pedrosa, Lorenzo e Rossi. Sempre nel segno dell’incertezza è la prestazione qualifica-gara: da 12 gare il poleman non vince, una sequenza che non si verificava da Estoril 2006 – Sachsenring 2007. Un ulteriore mancato successo del poleman sarebbe la seconda sequenza più lunga da quando sono disponibili i dati (1971) dopo Rijeka 1983-Mugello 1985: 22 GP consecutivi senza vittorie del poleman. E questo solo relativamente all’ultimo periodo.
I mondiali prima e dopo l'infortunio di Marquez
I dati dei mondiali con e senza Marc Marquez sono clamorosamente in contrasto, ed ora che si torna a Jerez è il caso di fare il punto relativamente ai 127 GP corsi da Marc dall’esordio all’infortunio, comparati con i 55 successivi. Nel primo segmento, Marquez e Lorenzo vinsero praticamente 3 gare su 4 (80 su 127), con i nostri Dovizioso (13) e Rossi (10) a seguire. In percentuale: 2 piloti con il 62% o quattro con l’80%. Voltiamo pagina: dal 2020 si corre (spesso e volentieri) senza Marquez, o con lo stesso in uno stato di perenne recupero. Innanzitutto cambia il numero di vincitori: dal 2013 al 2019 ce ne furono 11, in questi tre anni e poco più ce ne sono già 16, con meno della metà delle gare disputate. E cambia soprattutto la ripartizione: non abbiamo più due piloti che da soli assommano tre quarti delle vittorie, bensì poco più del 40%. Si tratta degli ultimi due campioni del mondo, Bagnaia (12) e Quartararo (11), mentre il terzultimo, Mir, è desolatamente fermo ad una sola vittoria in carriera, quella ottenuta a Valencia nel 2020, alla vigilia del suo successo nel mondiale.