Come previsto, Capitan America ha messo subito in fila tutti quanti. Nelle pre-qualifiche ha rifilato un secondo e mezzo a Di Giannantonio. Un fulmine, in ogni condizione, con pista bagnata o parzialmente asciutta. Questa è la sua casa, anzi, il "suo giardino", come ha detto Davide Tardozzi, team manager Ducati.
Bagnaia in Q2 con l'ultimo tempo
Pecco ha limitato i danni: decimo tempo, quanto basta per assicurarsi l’accesso diretto in Q2. Ma non basta, in ottica qualifiche e gare. Davanti a lui ci sono altre Ducati: oltre a Diggia, anche Morbidelli 4°, Alex Marquez 5° e persino il debuttante Aldeguer, 5°. A Pecco serve una sterzata, per raddrizzare un campionato cominciato di rincorsa (nonostante un punteggio in classifica migliore dell’anno scorso). Deve superare lo scoglio di Austin, senza cedere troppi punti a Marc, magari rimettendosi nella sua scia e mettendosi dietro le altre Ducati. Sarebbe già un mezzo successo. Fin qui ha faticato a ritrovare il feeling con la Desmosedici. S’era persino ipotizzato un passo indietro, riprovare la moto dell’anno scorso, ma lui ha smentito (anche se ha riprovato il vecchio forcellone). "Devo tornare al feeling che avevo nel 2024", ha precisato. Lui resta il riferimento della Ducati, e ha bisogno di tutto l’appoggio possibile, da parte della squadra e dei vertici. Dare il Mondiale per finito dopo due gare, sarebbe un errore. Arriveranno circuiti più favorevoli a Pecco, la partita è ancora aperta. Comunque vada a questo giro, ci sarà modo di recuperare.
Marquez è tornato quello vero
Marquez è forse l’avversario peggiore che poteva ritrovarsi sul cammino (e nel suo box…). Marc ha ritrovato certezze e motivazioni, il suo talento non si discute. E’ tra i piloti più forti di sempre. Un fenomeno senz’ombra di dubbio. Ma la tenuta sulla distanza è un elemento fondamentale. Non si vincono due mondiali di fila senza un’indole vincente. A Bagnaia serve tranquillità, oltre alla confidenza con la moto. Tenere la barra dritta, senza perdere la direzione. Il resto verrà di conseguenza.